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Le pagelle di Smartphonology

Siamo entrati ufficialmente nelle ultime ore di questo assurdo 2021, che peggio non poteva concludersi. Un 2021 di cambiamenti, conferme e aspettative. Per chi scrive la vita è cambiata. Il 7 gennaio c’è stato il lancio ufficiale del sito, che in primavera è diventata ufficialmente una testata giornalistica. Tappe a parte, mi sembra il momento giusto per pubblicare le pagelle di Smartphonology, ovvero i voti assegnati al comportamento dei produttori nel corso del 2021, che prende in considerazione i dispositivi, i costi e le mosse di marketing delle singole aziende. Qualcosa di simile era stato redatto all’inizio dell’anno alla fine di una guida gratuita per i lettori della testata, utile ad orientarsi nel saturo mercato degli smartphone. Ecco dunque, dopo gli Smartphonology Awards, in ordine alfabetico per brand le pagelle di Smartphonology.

Alcatel: 4

Qualche novità al CES 2021, poi il silenzio. 

Apple: 8

I suoi prodotti possono piacere o non piacere, ma i risultati parlano chiaro. Il successo di iPhone 12 si ripercuote positivamente sul 13, benché quest’ultimo soffra inevitabilmente della crisi dei chip. Non è certo un prodotto perfetto, ma dalla sua ha, oltre all’iconico design, tante funzioni accattivanti e ottime fotocamere. Tuttavia non ha segnato un effettivo cambio di passo rispetto alla generazione precedente e alla concorrenza. Apple si sa, se la prende comoda, ma a giudicare dei risultati, ha ragione lei

Asus: 8

Asus è sempre stata un po’ un’outsider nella telefonia, ha sempre prodotto telefoni convincenti, spesso però con troppe varianti. Il 2021 sembra aver portato ad una sorta di stabilità il brand taiwanese, che trova con ROG Phone 5 comunque diverse varianti e nuove generazioni a pochi mesi di distanza, ma con un dispositivo completo e molto performante. La linea Zenfone cambia ancora, sembra quella che faccia più fatica a trovare una propria dimensione, ma allo stesso tempo propone un telefono molto convincente e incoronato dagli Smartphonology Awards come il miglior telefono del 2021, e cioè Asus Zenfone 8.

Google: 5

Google ha presentato i propri Pixel, prima presentandoli su Twitter con una digressiva descrizione e poi attraverso una presentazione ufficiale. Non è molto chiara l’avversione verso il mercato italiano di Big G che ha prima evitato con i Pixel 5 per poi tornare con la sesta generazione, ma con un sostanziale ritardo rispetto a Francia e Germania. Non sono mancate inoltre le polemiche per il sensore di impronte e la velocità di ricarica apparentemente non pari alle caratteristiche dichiarate. Ci sta qualche sbavatura, ma a questi prezzi, non si possono sempre comprendere. Aspettiamo il 2022, per l’arrivo anche in Italia dei primi device con il chipset Tensor di Google.

Honor : 6

Mentre in patria sta cercando di recuperare posizioni dopo la separazione da Huawei, operazione che per altro sta anche riuscendo, il numero di dispositivi presentato è consistente. Nonostante ciò in Italia è stato portato solo Honor 50, per altro anche in una bellissima colorazione e inusuale, la Honor Code. Nessuna notizia riguardo Honor Magic3, ben più interessante, ma anche esclusivo.  

Huawei: 5

Il “ritorno” sul mercato italiano ha visto due prodotti della serie nova, ovvero 8i e 9. A prescindere dalla mancanza dei servizi di Google, nova 8i, che abbiamo recensito, non ci ha appassionato. Huawei ha una propria nicchia, sono 1 milione infatti in Italia gli utenti con i Huawei Mobile Service, ma non si comprendono le ragioni per cui non segna un passaggio netto al proprio sistema operativo con HarmonyOS 2. Voci di corridoio dicono che potrebbe tornare con una manovra societaria a proporre smartphone con i servizi Google, ma è una strada tortuosa. Tuttavia nel caso fosse percorribile, è possibile che questa venga intrapresa e forse anche per tale motivo l’azienda sta prendendo tempo prima di segnare un addio definitivo al mondo Android con HarmonyOS 2. Benché lato wearable la proposta sia florida, gustosa e convincente, fatica un po’ lato smartphone ad essere accattivante, per altro colpita dal ban americano e dalla crisi dei chip.

Motorola: 6,5

Motorola quest’anno ha sfornato a sorpresa una quantità di dispositivi inusuale per le proprie abitudini e non sempre di elevata qualità. La linea moto g è sempre stata nota per device dal costo basso ma di qualità. I modelli g10, g20 e g30 non hanno sempre soddisfatto i nostri test, inoltre a livello globale, ma anche in Italia, i telefoni sono davvero tanti e si è lasciata ispirare troppo dai brand cinesi. Basti pensare che in meno di un anno si è passati dal g100 al g200 senza contare gli altri smartphone. Nonostante ciò, anche all’estero è in crescita e offre dispositivi convincenti a prezzi spesso ragionevoli, pur con i relativi difetti. Un po’ sottotono le fotocamere anche con la linea Edge 20. Una volta che il brand sotto l’egida di Lenovo correggerà il tiro, i device saranno non di certo perfetti, ma con poche lacune.

Nokia 6,5

Nokia sta crescendo, con una offerta sempre più convincente e ci sono margini per esserlo sempre di più. Quest’anno abbiamo apprezzato molto Nokia G50 e Nokia X10. Le linee con le lettere hanno sostituito le linee con i numeri cardinali. Ma da un brand che porta quel nome, benché la firma sia HMD Global, è però lecito aspettarsi di più. 

OnePlus: 7

La strada che porterà alla fusione con OPPO, pur mantenendo separati e distinti i due brand sta iniziando e allo stesso tempo volgendo al termine. Quest’anno ha introdotto sul mercato un inedito numero di smartphone, dalla fascia media in poi. Da segnalare la partnership con Hasselblad, che ha di certo portato un maggior prestigio al brand qualora ce ne fosse ancora bisogno.

OPPO: 7 

Anche OPPO ha presentato una discreta quantità di dispositivi, ma non al pari di altri brand che hanno davvero colonizzato il mercato. Le scelte di OPPO sono per tutti i gusti e tutte le tasche, i prodotti sono convincenti così come il software a bordo, ma non sono mancate polemiche per alcuni difetti. Nel corso dell’anno si è vista anche una consistente presentazione di smartphone in grado di connettersi alle reti di nuova generazione. Non certo dispositivi perfetti, ma ha un’articolata opzione riguardante l’assistenza e un’interfaccia ricca e articolata. La curiosità verso il 2022 è alta, anche per valutare la sinergia con OnePlus.  

POCO: 7

POCO vive di compromessi, ma perlopiù accettabili. A basso prezzo periodicamente immette sul mercato dispositivi dalle prestazioni ragguardevoli a prezzi quasi irrisori. Uno dei compromessi per il brand è sempre stata la fotografia, ma sta migliorando anche sotto questo punto di vista. 

realme: 9 

realme sta macinando record su record. Quest’anno è stata riconosciuta come l’azienda che ha raggiunto prima di tutti quota 100 milioni di smartphone spediti globalmente. Inoltre pochi giorni fa ha messo a segno, secondo Counterpoint, il risultato di +831% di smartphone 5G venduti globalmente. Recentemente ha presentato un’anticipazione di quello che sarà la nuova linea GT2, ma la GT ha tante frecce al proprio arco e migliora di volta in volta. Molto bene GT Neo2 e Master Edition, veri protagonisti della parte finale dell’anno. Entrambi premiati agli Smartphonology Awards.

Redmi: 7

La fascia accessibile di Xiaomi si riversa sul brand Redmi, su cui si ritrova tanta qualità a poco prezzo. Peccato i design che mancano un po’ di originalità, ma le performance sono buone e anche a livello fotografico si difende. Se si potessero fregiare di stabilizzatore ottico, connettività 5G sarebbero device praticamente perfetti, vedremo nel 2022.

Samsung: 7

Samsung ricopre senza troppi problemi tutti i segmenti presenti sul mercato. Si è concentrata molto per i dispositivi pieghevoli, ha sacrificato quasi definitivamente la linea Note, con la linea S che è arrivata a gennaio del 2021 e che verso la metà inoltrata dell’anno ha dovuto fare i conti con dispositivi più recenti e performanti anche a minor prezzo. L’esponente S21 rimane però un po’ sofferente a causa della batteria non al top e i materiali non appaganti per il segmento. Ma si è ripreso verso la fine dell’anno, grazie alla promozione che all’acquisto prevedeva in omaggio un Chromebook.

Sony: 7

Di Sony apprezziamo il fatto di essere l’unica casa produttrice di Smartphone che si disinteressa delle mode del momento. Non guarda l’operato dei colleghi (e fa bene) e porta sul mercato dispositivi costosi, ma con caratteristiche quasi uniche, come i display di ottima qualità privi di interruzioni, senza troppi giri di parole i migliori, ottimo audio e fotocamere più che rilevanti. Un brand con una storia simile e con una qualità tale, deve stare coi grandi. Ma gli sforzi sono molteplici e impegnati su più fronti, dall’intrattenimento alla fotografia. Con un marketing più convincente e prezzi più concorrenziali, sarebbe un player competitivo.

TCL: 6,5 

Sta imparando presto dai colleghi cinesi e ha rimpolpato la propria offerta con dispositivi davvero convincenti in termini di performance e con un buon rapporto qualità/prezzo. Forse non iconici in termini di design, ma con display di qualità ereditati dall’esperienza del brand nel segmento TV e performance fotografiche in miglioramento, ma non ancora al top. Un marchio da tenere d’occhio, da poco arrivato sul mercato con il proprio nome e determinato ad arrivare al top.

vivo: 6

Il brand ha la particolarità, a nostro avviso, di essere tra i migliori nella resa fotografica e lo si era intuito già l’anno scorso con vivo X51 5G. Il suo arrivo nel nostro mercato e anche lato marketing nel 2021 è stato un brand molto attivo, grazie alla partnership con Euro 2020 e un’ottima comunicazione sulle proprie innovazioni. Che il 2022 sia l’anno della definitiva consacrazione?

Wiko: 5

I tempi di Wiko Wim sembrano distanti anni luce. Con la PowerU ha cercato di sgomitare con dispositivi dalla lunga autonomia, ma rimane l’unica caratteristica rilevante di dispositivi economici. Power U30 ha portato a casa un nostro riconoscimento negli Smartphonology Awards, come uno dei pochi telefoni sul mercato in grado di durare fino a 3 giorni. Ma non è un telefono fluido e il comparto hardware ostacola un po’ l’obiettivo di crescita del brand franco-cinese.

Xiaomi: 6

La casa di Shenzen è sempre in trasformazione, con tutti i suoi brand e con i suoi infiniti telefoni sul mercato. Sta perdendo a livello globale un po’ di terreno e paga, forse anche troppo, alcuni device che hanno presentato alcuni bug; in particolare quello del sensore di prossimità è mal digerito da molti. Paga sicuramente l’offerta troppo affollata e divisa su più marchi, ma il rapporto qualità/prezzo è sempre notevole e i dispositivi performanti. Il 2022 dovrà portare più convinzione e meno telefoni.

Immagine in evidenza: Persone vettore creata da pch.vector – it.freepik.com

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