Recensione Wiko Power U30

Recensione WIKO POWER U30: autonomia DAVVERO infinita

Wiko ha da poco presentato U20 e U10 della linea PowerU, una tripletta di dispositivi che puntano tutto sull'autonomia. Ecco la nostra recensione di WIko Power U30.

Wiko ha da poco presentato U20 e U10 della linea PowerU, una tripletta di dispositivi che puntano tutto sull'autonomia. Ecco la nostra recensione di WIko Power U30.

L’ultima esperienza di chi scrive con un Wiko risale all’estate del 2017, in occasione del test di Wiko Wim. Il produttore franco cinese aveva introdotto questo dispositivo per l’epoca davvero dotato, con una buona scheda tecnica, design un po’ “vintage” (sempre per quel periodo), ma una fotocamera molto più che dignitosa e una più che buona autonomia. Per l’occasione, anche una recensione in uno dei blog del network di Smartphonology. Eccoci ora con una delle ultime novità del produttore, ovvero Wiko Power U30. Presentato per l’Italia verso la fine di maggio e poco prima di U10 e U20, i quali vanno a completare la linea PowerU, così come i fratelli minori, la propria offerta è incentrata principalmente sulla autonomia prolungata.

Design Wiko Power U30

Wiko Power U30: costruzione e design

Lo smartphone è caratterizzato dalle dimensioni di 173,8 x 78,6 x 9,4 mm e un totale di 214 grammi di peso. Non è di certo maneggevole, non viene naturale l’utilizzo con una mano, ma a dispetto delle importanti dimensioni, si hanno due punti a favore: un ampio display e un’autonomia duratura. Prima però di concentrarci su questi due importanti fattori, vediamo come è costruito lo smartphone. I materiali non appaiono pregiati, è pur sempre un dispositivo lanciato al costo di partenza di circa 180 euro. Il design non è però banale ed è anzi piacevole all’aspetto. Il modello in prova ha una colorazione blu scura con delle interessanti trame. Soffre però le ditate (così come il display), ed è soggetto a graffi. Non è scivoloso, ma nella confezione (riciclabile al 100%) non c’è una cover di protezione. In compenso abbiamo le cuffie.

Confezione riciclabile di Wiko Power U30

Il profilo destro vede la presenza di tre tasti. Il primo, in alto e un po’ complicato da raggiungere, serve ad attivare Google Assistant. Poi in mezzo il bilanciere del volume, infine il tasto di accensione zigrinato. Nella parte inferiore troviamo sulla destra lo speaker di sistema. L’audio non è elevato e nemmeno di qualità. Troviamo poi microfono e USB type C. Il profilo sinistro è interessato da un triplo slot, per ospitare due SIM e anche la microSD, ed è piacevole da trovare. La parte superiore infine, ospita l’ingresso per il jack audio. La parte frontale, in alto presenta ovviamente una capsula auricolare dal suono pulito e il notch a goccia, in cui è contenuta la fotocamera anteriore, utile per il riconoscimento del volto. A dispetto delle performance (ma ne parleremo poi) il riconoscimento è in realtà abbastanza veloce. Il riconoscimento del volto avviene in circa un secondo, più o meno lo stesso tempo impiegato dal sensore di impronte digitali nella parte posteriore, anche se non sempre preciso.

Lo schermo di Wiko Power U30 è ampio e piacevole

Lo schermo IPS ha una diagonale da 6,8 pollici con risoluzione da 1.640 x 720 pixel, HD+. Gode di un’ottima luminosità che lo rende ben visibile anche sotto la luce diretta del sole. Sebbene non sia una risoluzione più elevata, l’esperienza è godibile, i colori sono più che sufficientemente naturali ed è gradevole una tendenza ai colori freddi; le tonalità sono calibrabili, ma nemmeno troppo. In generale comunque il pannello è un punto di forza di Wiko Power U30, almeno su questa fascia. Il notch a goccia è piuttosto ingombrante e a tutto schermo o meno, sarà invadente nelle riproduzioni delle immagini. Inoltre non c’è modo di nascondere la tacca dalle impostazioni del display.

Recensione Wiko Power U30: lo schermo da 6,8 pollici.

Le performance: tre giorni e più di autonomia

Parliamo ora del tasto dolente dello smartphone. Sotto allo schermo equipaggia il MediaTek G35, GPU IMG GE8320, 4 GB di RAM e 64 GB di storage (espandibile fino ad ulteriori 256 GB). L’esperienza d’uso del software ricorda un Android Stock con alcune personalizzazioni di Wiko. Non ricordiamo di aver provato altri dispositivi con questo chipset, tuttavia la configurazione di memoria presente su questo dispositivo, generalmente è il minimo indispensabile per un utilizzo sufficientemente fluido. Senza contare che le soluzioni di Wiko non appaiono poi così pesanti, anche se nelle fasi iniziali della configurazione, il sistema invita ad installare un’infinità deleteria di app di terze parti.

Nell’uso di tutti i giorni, ci si rende conto che non è un dispositivo scattante, ma per l’utilizzo di chiamate, WhatsApp e social, può anche andare bene. I problemi iniziano quando si prova ad installare giochi. Videogames impegnativi come F1 Mobile vanno a scatti. Intendiamoci, niente di ingiocabile, ma non è al livello di altri dispositivi della stessa fascia. Wiko nei giorni scorsi ha messo sul tavolo una versione dello stesso modello con più storage, ma non siamo dell’idea che sia la memoria a rendere questo telefono così poco reattivo. Nei processi impegnativi scalda nella parte superiore, alle volte si è anche riavviato. Parlando della batteria, si può dire tranquillamente che per ora è il dispositivo che è durato di più. La batteria viene assicurata per quattro giorni, con un utilizzo normale ci siamo inoltrati fino ai tre giorni e mezzo. Il modulo è da 6.000 mAh e non prevede alcuna modalità per la ricarica inversa, che sarebbe stata utile su una batteria simile.

Se dovessimo considerare Wiko Power U30 per le performance della sua batteria, promuoveremmo un telefono che mantiene le promesse e che si rivolge a chi necessita di dover girare senza il patema della batteria scarica o con un power bank a portata di mano. La realtà però purtroppo è un’altra e benché la promessa principale è ben mantenuta, non dev’essere anche l’unica caratteristica di un telefono, trascurando altri aspetti.

Tripla fotocamera Wko Power U30

Tre fotocamere con obiettivo AI

Lo smartphone ha una tripla fotocamera nella parte posteriore, con un sensore principale da 13 Mpixel, un sensore da 2 Mpixel per il calcolo della profondità di campo e un “obiettivo AI” per un “bilanciamento della luce”, come fa sapere Wiko nel comunicato di presentazione di U30. La fotocamera principale funziona bene di giorno, incomincia ad arrancare di sera quando inizia a presentare del rumore digitale. L’obiettivo AI in realtà non è molto utile, quando viene attivato attraverso il tasto “AI” dall’app della fotocamera, di giorno non sembra essere particolarmente efficiente nello scatto, mentre di sera andrà a “schiarire” l’immagine. In ogni caso saranno immagini senza troppe pretese. Anche la fotocamera anteriore da 8 Mpixel in interni e con poca luce, non produrrà scatti soddisfacenti. Negli scatti con il comparto posteriore, si attiverà automaticamente l’HDR che in genere va a migliorare lo scatto. Le foto saranno gradevoli di giorno e con un buon dettaglio. Con poca luce e al tramonto incomincia a vedersi la produzione di rumore digitale, mentre di sera le foto non sono altrettanto gradevoli. In linea generale, però, con una buona quantità di luce, gli scatti sono buoni.

Conclusioni

Wiko tenta di farsi largo in una affollata fascia come quella dei device entry-level, con una tripletta di smartphone capitanata da Wiko Power U30. Si tratta dell’unico della gamma a non avere Android Go a bordo. Se lo dovessimo valutare esclusivamente per il battery phone quale è, non possiamo lamentarci. Al momento è l’unico tra i telefoni provati da Smartphonology a fornire fino a tre giorni di autonomia. Si dimostra quindi affidabile e rispetta le promesse fatte. Bene anche il display, anche se non è esente da dettagli migliorabili, come il notch non nascondibile.

A parte ciò, le restanti caratteristiche purtroppo non promuovono uno smartphone e un’azienda che da parte sua mette buona volontà e si rende consapevole della fame di batteria che molti utenti hanno. Da poco Wiko ha immesso sul mercato una variante con più storage a bordo. In realtà si sente la necessità di un hardware globalmente più performante. Android 11 sembra “troppo” per la scheda tecnica del device. Seppur con i suoi tempi, si possono guardare contenuti in streaming, navigare su Internet e passare del tempo sui social, ma non possiamo certo dire che l’esperienza fotografica e ludica sia appagante.

Non sono aspetti cruciali per questo dispositivo, è vero, tuttavia viene lanciato ad un prezzo un po’ alto in relazione alle caratteristiche offerte. 179,99 euro non è certo il costo di un fascia media da cui si pretende di più, ma vero è che bisogna dare un’occhio alla concorrenza, al momento agguerrita, specie su questa fascia. E sebbene i tre giorni di autonomia siano praticamente garantiti, le performance sono un vero ostacolo in alcuni casi, senza contare che Android 12 è in dirittura d’arrivo. Va bene puntare tutto sulla batteria, ma per conquistare gli utenti bisogna saper bilanciare le caratteristiche affinché si raggiunga una sorta di equilibrio. Oppure ritoccare un po’ i prezzi.

In breve

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.