Zero sprechi e massima longevità, lo smartphone del futuro è ricondizionato

La GSMA (Global System for Mobile Communication) è un’organizzazione industriale che rappresenta gli interessi degli operatori di rete mobile in tutto il mondo. Di recente ha pubblicato una nuova visione a lungo termine su come l’industria mobile può aumentare la circolarità delle catene di fornitura e produzione per i dispositivi mobili.

Steven Moore, Head of Climate Action presso GSMA e Mobile Sector Lead per i campioni del clima delle Nazioni Unite ha dichiarato: “L’industria mobile sta facendo veri progressi sulla circolarità, ma c’è molto altro da fare per ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi su cui facciamo affidamento ogni giorno per rimanere in contatto. Definendo una nuova visione del cambiamento sistemico per il settore, stiamo gettando le basi per l’industria mobile per ridurre lo spreco di materiale e aumentare la longevità dei dispositivi“.

Massima longevità, zero sprechi

Niente di nuovo in realtà, perché la formula per un futuro sostenibile per gli smartphone, richiede una filiera con zero sprechi e smartphone più duraturi. I telefoni dovranno inoltre essere realizzati con contenuto riciclabile e riciclato al 100%, inoltre nessun dispositivo deve finire come rifiuto e dunque e-waste. Un’ambizione supportata da un modello di circolarità nuovo per l’industria mobile, che stabilisce i principi che gli operatori dovrebbero considerare, perché mirano a costruire una catena di fornitura e produzione circolare entro il 2050. I due concetti cardine dovranno essere “massima longevità” e “zero sprechi”.

Erik Wottrich, Head of Sustainability di Tele2, che ha guidato lo sviluppo del documento, ha dichiarato: “Una maggiore circolarità per i dispositivi ha un enorme potenziale per ridurre l’impatto ambientale negativo e, allo stesso tempo, per abilitare nuovi modelli di business in grado di generare nuove opportunità. Questo è un grande passo avanti per noi come industria, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Tele2 è orgogliosa di aver guidato lo sviluppo del documento strategico poiché ci impegniamo a far progredire l’economia circolare sviluppando nuove offerte per i clienti basate su un modello di business circolare, che sarà fondamentale per noi per ridurre il nostro impatto negativo sul clima e per raggiungere il nostro obiettivo basato sulla scienza della catena del valore“.

L’impatto ambientale dei telefoni cellulari

Gli smartphone permettono di rimanere in contatto con i propri cari, amici e colleghi, consentono l’inclusione digitale e favoriscono il progresso economico. Ma nel corso del loro ciclo di vita, hanno un impatto ambientale, positivo e negativo. Se da una parte il loro utilizzo contribuiscono alla riduzione delle emissioni di carbonio perché riducono la necessità di viaggiare, causano comunque un impatto ambientale. L’80% di questo avviene nel corso della fabbricazione. In uno smartphone medio si trovano oltre 50 materiali diversi, dalla plastica alla ceramica, dal rame al silicio, fino ai metalli rari. L’estrazione richiesta può causare impatti ambientali e sociali negativi. La produzione e l’assemblaggio contribuiscono inoltre alle emissioni di gas serra, dovute all’impiego di combustibili fossili.

I dati condivisi da GSMA suggeriscono che nel corso dell’anno vengono venduti circa 2 miliardi di telefono e più del 90% della popolazione mondiale possiede un telefono. Ma l’85% dei telefoni non viene riciclato formalmente. Il ciclo di vita dei materiali utilizzati per costruirli viene dunque limitato, con la conseguente riduzione delle opportunità per migliorare l’inclusione digitale, che sarebbe possibile estendendo l’accesso a dispositivi usati e ricondizionati a prezzi accessibili.

e waste

Estendere di un anno la vita di tutti gli smartphone nel mondo ha il potenziale per risparmiare fino a 21,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno entro il 2030. Questo corrisponde a togliere dalla strada più di 4,7 milioni di auto. Per guidare un cambiamento radicale nella circolarità dei dispositivi mobili, è necessario e importante coinvolgere tutti gli elementi della catena di approvvigionamento. Dai fornitori agli operatori, dai consumatori ai produttori e dai riparatori ai riciclatori. Tutti devono svolgere un ruolo che miri a questa visione. Specie se si pensa che il tempo medio di utilizzo di un telefono è di tre anni, anche se la durata tecnica è compresa dai quattro ai sette anni. Ma la durata ottimale in termini di minimizzazione del suo impatto climatico potrebbe essere di almeno 25 anni, secondo GSMA.

Il futuro tracciato da GMSA è verso una vera circolarità, ma gli operatori mobili stanno già facendo progressi. Secondo la ricerca, l’11% degli smartphone venduti oggi viene ricondizionato, con il mercato in costante aumento, con tutte le difficoltà del caso, come gli accumulatori e costi che non sempre sono appetibili. Ciononostante i consumatori sono sempre più interessati al second hand e alla sostenibilità. Ciò significa che i device vengono utilizzati più a lungo e gli schemi di riciclaggio dei dispositivi sono più frequentemente utilizzati. GSMA informa che il ciclo di sostituzione dei telefoni cellulari è aumentato di 10 mesi, dai 24 mesi del 2014 ai 34 mesi del 2021 in tutto il mondo. La tendenza dovrebbe continuare anche al mercato dei ricondizionati, che dovrebbe valere più di 140 miliardi di dollari entro il 2030, rispetto ai 49,9 miliardi di dollari del 2020.

Il mercato globale della rigenerazione secondo Counterpoint.

Alcuni operatori sono già… all’opera

C’è chi ha già anticipato la visione di GSMA. Ad esempio siti come refurbed, Swappie (solo Swappie ha venduto 1 milione di rigenerati in Europa) e TrendDevice, tanto per citarne alcuni. Ma anche gli stessi produttori sono impegnati nel ritirare e rivendere prodotti già usati per ricondizionarli, come ad esempio Apple, OPPO, Fairphone e Nokia, che come l’impresa olandese ha anche pensato ad un abbonamento per l’utilizzo del telefono, al termine del quale potrà essere assegnato ad un altro utente.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.