Meta ancora sotto la lente d’ingrandimento circa il ruolo nella prevenzione ai danni della salute mentale dei minori. Ad inguaiare ancora di più la società madre di Facebook e Instagram, un ex dipendente, Arturo Bejar, ex direttore di ingegneria di Facebook, ascoltato recentemente nel corso di un’audizione di un sottocomitato del Senato statunitense, come riporta la CNN. Nelle dichiarazioni di Bejar, vengono citati il CEO Mark Zuckerberg e l’ex COO Sheryl Sandberg. Questo a due anni dalle informazioni di un’altra ex dipendente della piattaforma, Frances Haugen, che aveva già dimostrato come all’interno di Instagram vi era la consapevolezza dei potenziali danni causati ai bambini.
Secondo quanto riferito da Bejar, il vertice di Facebook composto da Zuckerberg e Sandberg, per anni hanno ignorato le evidenze sui danni causato dall’uso di Instagram dagli adolescenti. Secondo le ricerche dell’ex direttore, più del 26% dei giovani tra i 13 e i 15 anni hanno ricevuto molestie sessuali su Instagram. Una ricerca non troppo lontana dai risultati condivisi qualche mese fa da Common Sense Media, organizzazione no-profit che si occupa della valutazione delle piattaforme circa la protezione dei più giovani. Per proteggere i più giovani, Meta ha progressivamente introdotto alcune misure, alcune delle quali per prevenire messaggi indesiderati, come “Limiti”, oltre a 30 controlli parentali, per monitorare le interazioni e quanto tempo i minori trascorrono sulle piattaforme social, ma la domanda sorta è se tutto questo fosse abbastanza.
Il Congresso statunitense si è ritrovato dunque in un dibattito bipartisan, che da tempo è impegnato nella formulazione di leggi e regolamentazioni per i social media. Ambo le parti sembrano concordare sul puntare il dito contro Meta per il suo contributo alla crisi della salute mentale a livello nazionale. Nel corso dell’audizione non sono mancate aspre critiche nei confronti della società madre di Facebook, con l’auspicio di repubblicani e democratici, che venga presto introdotta una legislazione che possa regolare le attività della creatura di Zuckerberg e di altre aziende tecnologiche.
Meta insomma è sempre più accerchiata. In Europa sta facendo fronte ai controlli dell’UE sui dati personali, mentre negli USA deve fronteggiare le accuse relative alla noncuranza dei danni potenziali e non, subiti dai minori. Nel mentre, in Europa la società ha introdotto un piano gratuito ed uno a pagamento, a pochi giorni di distanza dallo stop circa l’utilizzo illecito dei dati personali. Uno dei motivi per cui in Irlanda lo scorso anno, è stata inflitta a Meta una multa di 405 milioni di euro per la gestione dei dati dei minori su Instagram. Mentre l’Europa cerca di monetizzare sulla gestione dei dati personali (la protezione dei minori è inclusa nel “DSA“), negli Stati Uniti ci si sta prodigando per la protezione dei minori; la collaborazione bipartisan prevede nel breve periodo di terminare il “Kids’ Online Safety Act“.
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