“Basta elaborazioni illecite”: EPDB stoppa Meta

Il panorama della protezione dei dati in Europa sta subendo cambiamenti significativi. L’ente di supervisione europeo, l’European Data Protection Board (EDPB), ha recentemente messo in atto una mossa decisiva nei confronti di Meta Ireland Limited, la filiale irlandese del gigante tecnologico Meta (ex Facebook) relativo alla pubblicità comportamentale. Il 27 ottobre, l’EDPB ha imposto a Meta un divieto sull’uso dei dati personali a scopo pubblicitario, basandosi su contratto e interesse legittimo, un divieto che avrà validità in tutta l’Area Economica Europea.

La pubblicità comportamentale è una pratica di marketing online che si basa sull’osservazione delle abitudini e dei comportamenti degli utenti in rete. Questa metodologia raccoglie dati sugli interessi, sulle ricerche effettuate, sui siti web visitati e su altre attività online degli utenti per mostrare loro annunci pubblicitari mirati e pertinenti. L’obiettivo principale è offrire contenuti pubblicitari personalizzati che rispecchino le preferenze e le necessità dell’utente, aumentando così la probabilità che questi interagisca con l’annuncio. Se da un lato la pubblicità comportamentale può migliorare l’esperienza online dell’utente, offrendo contenuti rilevanti e di interesse, dall’altro solleva preoccupazioni riguardo alla privacy, dato che richiede la raccolta e l’elaborazione di grandi quantità di dati personali.

La decisione è stata presa a seguito delle crescenti preoccupazioni riguardo alle pratiche di Meta in materia di pubblicità e protezione dei dati. Questo divieto arriva dopo una specifica richiesta dell’Autorità Norvegese per la Protezione dei Dati, che ha sollecitato l’EDPB ad agire con decisione e rapidità. Nonostante il divieto entrerà in vigore solo una settimana dopo la notifica ufficiale, l’impulso alla trasparenza e alla protezione dei dati degli utenti è chiaro e forte. La Presidente dell’EDPB, Anu Talus, ha sottolineato l’urgenza e la gravità della situazione, dichiarando: “È giunto il momento per Meta di conformarsi e di cessare l’elaborazione illecita.”

Da parte sua, Meta ha proposto un nuovo approccio basato sul consenso come base legale per la pubblicità comportamentale. Una proposta che, al momento, è sotto esame da parte dell’Irish DPC, in collaborazione con altre Autorità di Vigilanza Europee. Il futuro della pubblicità online potrebbe essere in bilico, e le azioni di Meta nelle prossime settimane potrebbero determinare la direzione che l’industria prenderà in Europa.

Un “ban” che non colpisce solo Meta, ma anche gli investitori, già preoccupati per la decisione della azienda di Mark Zuckerberg, di proporre nell’Unione Europa un piano in abbonamento per utilizzare Facebook e Instagram senza pubblicità, pur mantenendo anche le versioni gratuite, provviste di inserzioni pubblicitarie. I motivi dell’introduzione? “Per per conformarsi alle normative europee in evoluzione“.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.