Poche ore fa Meta si è vista recapitare una maxi multa da parte dell’Irlanda. L’importo è di 405 milioni di euro e i motivi sono riconducibili ad un’indagine sulla gestione dei dati dei minori. Il social network ha informato tramite un portavoce di Meta che prevede di presentare ricorso.
L’indagine che ha portato il regolatore irlandese per la privacy dei dati a multare duramente la piattaforma di Mark Zuckerberg, è iniziata nel 2020 e prendeva in considerazione gli utenti dai 13 ai 17 anni. Secondo quanto emerso dallo studio, a questa fascia d’età era consentito di gestire account aziendali. Ciò ha portato ad una facilitazione nella pubblicazione del numero di telefono e/o dell’indirizzo e-mail.
Maggiori dettagli saranno resi pubblici settimana prossima, tuttavia Instagram protesta, rendendo noto che le impostazioni fossero state aggiornate più di un anno fa. Da allora sono state rilasciate nuove funzionalità per mantenere al sicuro i più giovani e le loro vite private. Inoltre Meta non è d’accordo con il modo in cui è stata calcolata la multa.
Il DPC (Data Protection Commission) regola Facebook, Apple, Google e altre Big Tech. Questo perché l’ubicazione della loro sede centrale dell’UE è in Irlanda. L’ente ha aperto oltre una dozzina di indagini sulle società Meta, tra cui Facebook e WhatsApp. A proposito di quest’altra creatura di Meta, l’anno scorso è stata multata per 225 milioni di euro, per non essersi conformata alle norme UE sui dati nel 2018.
La bozza a parte dell’autorità, relativa alla sentenza nell’indagine su Instagram è stata completata a dicembre, ed è stata condivisa con altre autorità europee nell’ambito del sistema di “sportello unico” del bloggo per la regolamentazione delle grandi multinazionali.
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