La cybersecurity è un tema che tocca la vita di ciascuno di noi, eppure, sembra che gli italiani siano tra i meno preparati al mondo per affrontare i rischi online. Secondo il National Privacy Test (NPT), un sondaggio globale annuale condotto da NordVPN, l’Italia è al terzultimo posto in quanto a conoscenza di cybersecurity e privacy su internet. Ma quali sono le aree in cui stiamo fallendo, e come possiamo migliorare?
Cos’è il National Privacy Test
Il NPT si propone di valutare la conoscenza delle persone in materia di cybersecurity e privacy online, con l’obiettivo di formare il pubblico sui rischi legati alle minacce online. La ricerca di quest’anno ha raccolto 26.174 risposte da 175 Paesi. Marijus Briedis, CTO di NordVPN, ha dichiarato: “L’obiettivo è creare una comunità formata da persone consapevoli sul tema della privacy, che si impegnano attivamente per proteggere i propri dati“.
Consapevolezza sulla cybersecurity in declino
Nonostante tutto, a livello globale i risultati mostrano che la consapevolezza in tema di privacy online e cybersecurity sta calando di anno in anno. “Vista la crescente complessità delle minacce online, non ci sorprende vedere che la privacy online e la cybersecurity a livello globale sia in declino. Il paradosso è che più aumentano le soluzioni di sicurezza, peggiori diventano i risultati di anno in anno. Aumentare la consapevolezza sui rischi potenziali e formare gli utenti, condividendo le best practice di settore, dovrebbe essere la nostra priorità” ha continuato Marijus Briedis, chief technology officer (CTO) di NordVPN.
“Penso che siano vari i motivi per cui la conoscenza sulla cybersecurity sia in calo a livello globale. Il primo e più importante potrebbe riguardare il volume totale di attività online e interazioni digitali compiute ogni giorno dagli utenti. La nostra ricerca precedente aveva mostrato che gli italiani passano più di 30 anni online nel corso della loro vita. In secondo luogo, con il continuo avanzamento della tecnologia, i cybercriminali adattano le proprie tattiche, complicando la vita all’utente medio che cerca di tenere il passo. Su questo punto, continua a essere diffusa la credenza errata che la cybersecurity sarebbe solamente responsabilità dei fornitori di servizi digitali” ha concluso Briedis.
Il caso italiano
Se da una parte il 97% degli italiani sa come creare una password robusta, solo il 3% ha una buona conoscenza degli strumenti online per proteggere la privacy digitale. Questo nonostante si passi online molto tempo. Il nostro punto più debole riguarda lo spoofing degli indirizzi URL, ovvero le tecniche utilizzate dagli hacker per fare apparire un sito web come sicuro quando non lo è. Nel complesso gli italiani si posizionano terzultimi al mondo con il punteggio di 57/100, secondo lo studio di NordVPN sulla cybersecurity. In confronto, Polonia e Singapore guidano la classifica con 64/100, seguiti da Germania e Stati Uniti con 63/100. La Francia, con 59/100, supera l’Italia di soli due punti, mentre la Germania si distingue per l’alta consapevolezza su vari problemi legati alla privacy digitale.
Solo il 3% degli italiani ha una buona conoscenza degli strumenti online che proteggono la privacy digitale e solo 1 italiano su 10 sa quali dati vengono raccolti dagli ISP, i fornitori di connettività internet, all’interno dei metadati. A nulla è servito l’episodio “Joan è terribile” della serie Black Mirror di Netflix. Solo un quarto degli italiani sa quanto sia importante leggere i termini di servizio delle app e dei servizi online. La ricerca mostra che gli italiani sono bravi a creare password solide (97%) e a individuare e-mail sospette da parte di servizi di streaming (92%). Conoscono bene anche i rischi che si corrono nel salvare i dati relativi alle carte di credito sul proprio browser, o quelli che derivano dall’utilizzo di password simili su diversi account (85%).
Cosa è cambiato in due anni
A differenza del 2021, in Italia più partecipanti hanno mostrato cosa fare in caso di phishing. Nel 2021 il 49% aveva detto di essere in grado di identificare un sito di phishing, ma quest’anno siamo al 58%. Per quanto riguarda la privacy, ma come in altre zone del globo, meno italiani sanno che Facebook ha le capacità di raccogliere dati sulle persone non iscritte alla piattaforma (era il 60% nel 2021 rispetto al 48% del 2023).
Alla domanda “Cosa faresti se dovessi ricevere una notifica che ti avverte che un dispositivo sconosciuto ha provato ad accedere alla tua email?”, gli italiani hanno dato risposte migliori rispetto alla maggior parte degli intervistati di altri Paesi.
Top e Flop
Fra i residenti del Belpaese, solo l’1% può essere definito Cyber Wanderer (cioè un “Cyber Vagabondo” che non sa praticamente nulla sulla privacy e la cybersecurity), mentre il 9% ha raggiunto un punteggio fra 75 e 100 punti, soglia identificata col termine Cyber Star, ovvero le persone con un’ottima conoscenza della materia.
Le persone di età compresa fra 30 e 54 anni hanno mostrato le conoscenze migliori sulla cybersecurity. La maggior parte delle Cyber Stars appartiene proprio a questa fascia. Oltre al settore IT, gli intervistati che lavorano nel settore finanziario o governativo hanno ottenuto risultati leggermente superiori a quelli attivi in altri ambiti.
Come Migliorare?
Briedis di NordVPN suggerisce alcune pratiche chiave:
- Utilizzare password uniche e robuste.
- Implementare l’autenticazione a più fattori.
- Aggiornare regolarmente i software.
- Utilizzare una VPN.
- Controllare e impostare correttamente le impostazioni sulla privacy su profili social e altri servizi online.
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