Negli ultimi tempi Nokia è tra i più popolari brand di smartphone che sembra si stia impegnando maggiormente nella realizzazione di dispositivi e iniziative dedicate alla sostenibilità. Il programma Circular è attivo in diversi Paesi, ma non ancora in Italia. Nel Belpaese però è possibile acquistare Nokia G22, uno smartphone riparabile in autonomia dall’utente, grazie alla partnership con iFixit. Chi vuole può infatti acquistare il toolkit necessario per sostituire i pezzi che necessitano una manutenzione o sostituzione. Ma oltre all’impegno di HMD Global, come si comporta questo dispositivo? In realtà si potrebbe chiamare tranquillamente Nokia G21 Second Edition. Presentato circa un anno dopo G21, apporta qualche piccolo miglioramento, ma allo stesso tempo non convince in alcuni aspetti. Ecco quali.
Le confezioni di Nokia G22 e del toolkit
Niente di particolare da segnalare nella confezione di Nokia G22, troviamo infatti lo smartphone, cavo e una cover di protezione. A tal proposito, la generazione precedente non la prevedeva, ma non serviva. Diversamente qui è utile ed è presente. Il toolkit invece arriva in una confezione voluminosa, all’interno del quale il box con tutti gli strumenti necessari. Il retro della confezione dello smartphone presenta un QR Code che punta alla pagina di Nokia dedicata all’ambiente, con i collegamenti al manuale per la riparazione o la sostituzione dei pezzi.


Costruzione e design di Nokia G22
In questo caso troviamo delle differenze con il modello precedente, non per forza positive. Molto simili dimensioni e peso, questa volta lo smartphone è di poco più ingombrante, con i suoi 165 x 76,19 x 8,48 mm e 196 grammi circa di peso. La parte posteriore è lucida e vede dei riflessi. Nokia G22 soffre molto le ditate ed è scivoloso, mentre al centro presenta il logo in rilievo di Nokia (quello “vecchio” e iconico, recentemente aggiornato). La cover è indispensabile perché aumenta il grip, protegge lo smartphone dalle ditate e livella il telefono, perché il modulo fotocamere sporge.

Nella parte inferiore il dispositivo prevede l’ingresso per il jack audio, il microfono, la USB Type C e uno speaker di sistema mono. L’audio è ha un volume alto, ma la qualità al contrario è scarsa. Nel profilo destro troviamo il tasto di accensione che integra un sensore di impronte digitali, mentre subito sopra il bilanciere del volume. Il rilevamento avviene abbastanza velocemente. Liscio il profilo superiore, mentre il lato sinistro prevede lo slot per due SIM oppure per una SIM e una scheda di memoria. In questo caso si perde il triplo slot che il modello precedente disponeva e che avevamo apprezzato. Il design è denominato QuickFix perché progettato per essere facilmente riparabile. Troviamo la certificazione IP52; la cover posteriore è in plastica riciclata al 100%, mentre la scocca è in plastica fusa assieme alla parte posteriore.



Display e audio
Lo schermo non è uno dei punti forti di questo dispositivo. Tra i pregi la possibilità di impostare una frequenza d’aggiornamento a 90Hz e quella di regolare la temperatura del colore come meglio si preferisce. Molto bene la luminosità, che è molto elevata rispetto a G21, anche se è preferibile impostarla manuale anziché automatica. Più volte ci siamo trovati a doverla regolare manualmente perché in automatico si abbassa quando non dovrebbe. Infine, nonostante non sia protetto da una pellicola, gestisce bene le ditate. Tuttavia la qualità non è molto alta. Il pannello LCD, con diagonale da 6,5 pollici, è infatti solo HD+ con risoluzione da 1.600 x 720 pixel. Diversamente da altri dispositivi, si percepisce la mancanza di nitidezza, specialmente per un occhio allenato.


Lo schermo, con protezione Corning Gorilla Glass 3, ha un notch a goccia in cui è contenuta la fotocamera anteriore, che effettua uno sblocco rapido anche con scarsa luce. Al di sopra una capsula auricolare abbastanza spaziosa, con cui è possibile ascoltare bene l’interlocutore. Il mento del device è abbastanza pronunciato e ruba qualche millimetro allo schermo.
Hardware & Software
Per quanto riguarda l’hardware, Nokia G22 ha davvero poche differenze rispetto a G21. Ritroviamo il SoC Unisoc T606, 4 GB di RAM (ma espandibili ulteriormente di 2 GB) e 128 GB di storage. A tal proposito, in questo caso la memoria è UFS 2.2, contro la eMMC di G21. Bene inoltre la possibilità di espandere la memoria fino a 2TB via microSD. La batteria è da 5.050 mAh, con carica da 20W (anziché 18). A bordo Android 12. Promette fino a 3 anni di aggiornamenti di sicurezza e due upgrade del sistema operativo. Nella sostanza dunque, non cambia molto. Il telefono è sufficientemente fluido, non ha mai avuto incertezze nell’utilizzo, anche in quelli più impegnativi. Si comporta come un telefono di fascia entry level dovrebbe comportarsi: può fare potenzialmente tutto senza grosse pretese. Siamo anche riusciti a giocare con Real Racing 3 senza difficoltà, fluidamente e con ottimi tempi di risposta, senza avvertire particolari surriscaldamenti.
Ma questo telefono nasce con degli obiettivi ben precisi: offrire tanta autonomia, essere riparabile e costare poco. L’azienda ha promesso fino a 3 giorni di autonomia. Con un utilizzo normale e con l’always on, siamo arrivati intorno ai due giorni. I tre giorni insomma con un utilizzo intenso non ci si arriva e con un utilizzo normale e lo schermo sempre acceso, si arriva circa a due giorni. Per estendere l’autonomia, consigliamo di disattivare GPS e NFC e Bluetooth, allora si può provare a puntare ai tre giorni.
Il reparto fotografico
Anche in questo caso lo smartphone prevede le medesime caratteristiche del G21. Troviamo una fotocamera da 50 Mpixel principale, una macro da 2 Mpixel e una per il calcolo della profondità di campo. La fotocamera anteriore è invece da 8 Mpixel. Ovviamente non è un camera phone e non si rivolge a chi ama scattare foto.

Di giorno sono anche dignitose, ma l’imaging non è certo lo scopo principale di Nokia G22. Maluccio anche i selfie. Con l’HDR attivo la resa è innaturale, disattivandolo di giorno si tende alla sovraesposizione. Anche la fotocamera macro non è in grado di produrre buoni scatti, ma questa non è una novità per quasi nessuno smartphone. Di sera le immagini mancano di nitidezza e qualità, anche quando c’è sufficiente luce.







Conclusioni
Parlare degli smartphone Nokia è sempre un po’ complesso. Negli ultimi tempi i telefoni Nokia, così come quelli a brand con una particolare attenzione alla sostenibilità e all’ambiente, hanno prezzo un po’ più alti. E sebbene Nokia G22 presenti diverse caratteristiche in comune con un telefono dello scorso anno, offre però la possibilità di riparare il prodotto in autonomia all’utente, attraverso guide chiare e l’utilizzo di un toolkit di iFixit ad hoc.
Non è quindi un telefono adatto a tutti. Si rivolge specificatamente a chi vuole spendere una cifra inferiore ai 200 euro, appassionato al punto da voler mantenere il telefono a lungo e di poterlo riparare in autonomia; non ha particolari esigenze nel reparto multimediale, oltre a voler un’autonomia duratura, anche a costo di spendere un poco di più. Se là fuori ci sono utenti simili, allora è un prodotto perfetto per loro. Diversamente sarà un telefono che non regge il confronto hardware e di prezzo su questa fascia, che spesso prevede dispositivi con una qualità maggiore, sia fotografica sia di design. Più che un telefono principale, può essere utilizzato come un muletto che ha la possibilità di durare nel tempo e avere la soddisfazione di riparare al bisogno, senza mandarlo in assistenza; bene anche i tre anni di garanzia. Diversamente è difficile consigliarne l’acquisto.
Più che valutare Nokia G22, ne andrebbe valutata la filosofia. Attualmente, il brand finlandese è l’unico produttore (tra quelli più popolari e disponibili in Italia) a seguire concretamente le indicazioni del GSMA. Il telefono è tra i più sostenibili non solo per i materiali utilizzati, dal packaging al design, ma è quello che permette di poter supportare l’utente nella riparazione in autonomia, per risparmiare tempo e denaro. Su questo versante, non si può che promuovere Nokia per l’impegno e la concretezza in tal senso, oltre alle iniziative come Circular. Questo è solo un esperimento, ma la strada potrebbe essere quella giusta. L’idea è coraggiosa, ma con uno sforzo in più si sarebbe potuto pensare ad un prodotto più accattivante.

Leave a Reply