Quando un leak costa il posto di lavoro

Fino a non troppi anni fa per noi appassionati di tecnologia le presentazioni e le conferenze erano degli eventi esclusivi e molto attesi, in cui la curiosità e l’emozione di scoprire le novità dei vari prodotti hi-tech, toccavano i massimi apici. Sembra passato un secolo quando nel 2007, ben 14 anni fa, Steve Jobs saliva sul palco del MacWorld per presentare al mondo il primo iPhone.

Ora le presentazioni sono delle vere e proprie (alle volte noiose) formalità. Spesso con la complicità delle aziende, un po’ per testare l’approvazione del pubblico, un po’ per delle strategie di marketing, ma anche per generare hype attorno al prodotto che si sta progettando, si conoscono con largo anticipo le novità e le funzionalità esclusive che verranno poi presentate ufficialmente. Ci sono social network, in particolar modo Twitter, in cui ci sono noti “leaker” che con il favore di addetti ai lavori dei vari brand, pubblicano esclusive immagini reali di device prossimi alla vendita, spesso all’oscuro dell’azienda.

Un processo sistematico, che ha fatto guadagnare l’attendibilità di diversi attori del mondo dell’informazione in ambito tech. Ad ogni tweet, puntualmente i media di tutto il mondo e alle volte anche noi, attingiamo alla fonte originale per condividere il gustoso contenuto. Ma ci dimentichiamo che questo spesso ha un costo. Far trapelare le informazioni, spesso delicate, può portare anche al licenziamento. Ed è capitato recentemente ad una fonte di Evan Blass, aka Evleaks su Twitter, la quale ha perso il posto di lavoro successivamente alla pubblicazione di un leak in concomitanza con la presentazione di Galaxy S21.

Evan Blass ha prontamente dato vita ad una campagna di fundraising il cui ricavato sarà devoluto interamente all’anonimo ex-dipendente, che ha pagato pesantemente la sua “soffiata”. In quattro giorni di vita e con un obiettivo di 5.000 dollari, la campagna ha raggiunto appena 1/5 dell’obiettivo prefissato. Una fonte sa (in genere) i rischi ai quali può andare incontro, anche se a giudicare dallo scambio di messaggi presente nei tweet, la persona in questione sembra sia stata letteralmente travolta dall’accaduto.

Il noto leaker non ha voluto condividere il nome dello sfortunato ex-dipendente dell’azienda, per non compromettere la possibilità di trovare lavoro, magari nello stesso ramo di prima. Spesso condividiamo freneticamente le esclusive di Evan Blass e soci, per un like e una visita in più. È un vero peccato che questo tweet non abbia fatto notizia.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.