Erano diversi mesi che Netflix “minacciava” di portare a termine il piano contro la condivisione delle password al di fuori del nucleo domestico. L’anno scorso è stata introdotta la possibilità di sottoscrivere un abbonamento più economico con pubblicità. Ma la tanto temuta guerra alla condivisione delle password cominciata due anni fa, ha raggiunto un (amaro) epilogo.
La conferma è stata condivisa sul proprio blog il 23 maggio scorso e recapitata anche via e-mail ai titolari degli account. Nelle prime righe viene sinteticamente spiegato cosa intende la piattaforma per “nucleo domestico”, ovvero le altre persone che vivono insieme a chi ha sottoscritto l’account. Inoltre viene spiegato che chi vorrà utilizzare Netflix anche al di fuori del nucleo, potrà utilizzare il recente aggiornamento “Trasferisci profilo“, per portare il proprio profilo e la propria cronologia su un nuovo abbonamento a pagamento. Diversamente, si dovrà acquistare un utente extra, al costo di 4,99 euro al mese (di poco più conveniente dell’abbonamento con pubblicità). Ma lo slot aggiuntivo è acquistabile solo dai piani più costosi.
Come fa Netflix a rilevare il nucleo domestico?
Come riportato nelle FAQ, il colosso dello streaming può rilevare l’indirizzo IP, l’ID dei device e l’attività di un account per determinare se il dispositivo che ha effettuato l’accesso all’account fa parte del nucleo domestico. Viene inoltre spiegato che la piattaforma non raccoglie i dati GPS per determinare invece la posizione precisa dei dispositivi (e di chi li utilizza).
Le conseguenze dello stop
Spagna e Portogallo sono stati i primi paesi europei a ritrovarsi nella guerra di Netflix alla condivisione delle password. Lo scorso febbraio vi è stata addirittura un’interrogazione parlamentare relativa alla vicenda. Secondo tre deputati socialisti, Netflix avrebbe violato la privacy e in particolare la normativa europea (il GDPR) per verificare la condivisione degli account. In Spagna invece il colpo è stato accusato in modo importante. All’epoca della stretta, gli abbonati persi sono stati 1 milione.
Come verrà effettuata la stretta
Nell’ambito delle ultime modifiche apportate al suo servizio, Netflix ha introdotto il concetto di “Nucleo domestico”. Se l’utente non ha ancora definito il proprio Nucleo domestico, Netflix si occuperà di impostarlo automaticamente. Questa impostazione sarà basata su una serie di fattori, tra cui l’indirizzo IP dell’utente, gli ID dei dispositivi utilizzati per accedere a Netflix e l’attività generale dell’account. Per gestire il proprio Nucleo domestico Netflix, gli utenti dovranno accedere al servizio da una TV connessa a Internet. Il menu di Netflix offre l’opzione “Gestisci Nucleo domestico Netflix“, accessibile tramite il telecomando. Da lì, gli utenti possono confermare o modificare il loro Nucleo domestico Netflix.
La procedura richiede l’invio di un link di verifica, via email o SMS, all’indirizzo email o al numero di telefono associato all’account. Tale link ha una validità di 15 minuti. Se l’utente non ha associato un numero di telefono o un indirizzo email al proprio account, le opzioni saranno limitate. Al ricevimento dell’email o dell’SMS, gli utenti devono confermare l’origine del messaggio e poi scegliere tra “Conferma Nucleo domestico Netflix” o “Aggiorna Nucleo domestico Netflix”. Un messaggio di conferma apparirà sia sulla TV che via email al termine del processo.
Vale la pena acquistare lo slot extra?
Dipende dalle situazioni. Nel caso in cui si sottoscrivesse l’abbonamento premium a 17,99 euro, ma non ha mai diviso la spesa con nessuno, andrebbe a pagare ora 22,98 euro. Ma lo slot extra sarebbe disponibile per una sola persona esterna al nucleo familiare, a patto che quest’ultimo non divida la spesa a sua volta con altre persone nel suo di nucleo familiare. Nell’ipotetico caso in cui due persone di un nucleo condividano lo slot con altre due persone di un nucleo, se prima pagavano a testa 4,50 euro, ora ne pagherebbero circa 5,75 euro, che è un prezzo di poco inferiore all’abbonamento economico con le pubblicità. In tal caso il rincaro sarebbe dunque di poco più di 1,25 euro e in fin dei conti potrebbe comunque valerne la pena.
Diverso il discorso se a dividere l’abbonamento sono meno di quattro persone. In questo caso risulterebbe più conveniente l’abbonamento economico da 5,99 euro oppure l’abbonamento singolo da 7,99 euro al mese, ovvero il Base. In questo caso non avrebbe più senso.
Qualche numero
La piattaforma ha deciso di procedere nonostante i propri numeri ultimamente non siano così scoraggianti. Secondo il Corriere della Sera, in un articolo di un paio di anni fa, Netflix avrebbe accettato il compromesso della condivisione della password nonostante costasse al colosso ben 25 miliardi di dollari l’anno. Tuttavia era il male minore rispetto alla condivisione dei contenuti su Torrent, per i quali l‘azienda avrebbe perso il 10% dei ricavi.
Secondo i numeri di Statista, Netflix nel primo trimestre del 2023 avrebbe fatturato 8,16 miliardi di dollari, in aumento rispetto i 7,9 miliardi di dollari del medesimo periodo dell’anno precedente. La società avrebbe riportato come causa dell’aumento delle entrate, grazie alle maggiori iscrizioni al servizio. Questo grazie agli iscritti di Europa, Africa e Medio Oriente, più numerosi di Stati Uniti e Canada. L’aumento del numero di iscritti arriva nonostante una perdita del 2022, probabilmente recuperata grazie all’introduzione nell’ultimo trimestre del 2022 del piano pubblicitario. Secondo i dati di Statista, nel primo trimestre del 2023 gli abbonati a pagamento di Netflix sono circa 232,5 milioni.
Questo è pari ad un aumento di 1,75 milioni di abbonati rispetto al trimestre precedente, anche se non è chiaro se nel conteggio vi siano anche le perdite in seguito alla stretta in Spagna. Un sondaggio ha rivelato che gli iscritti statunitensi sarebbero propensi a passare ad un piano più economico, ma con pubblicità. Ma ora che la stringente politica entrerà a pieno regime, quali saranno le effettive conseguenze per la piattaforma? Nel 2022 le entrate erano pari a 31,6 miliardi di dollari, ben dieci volte di più rispetto a dieci anni fa, mentre l’utile netto è stato di 4,49 miliardi di dollari. Per verificare se ha avuto ragione il colosso dello streaming, dovremo attendere i dati del prossimo trimestre e la fine dell’anno.
E voi invece come avete preso la notizia? Ditecelo nei commenti.
Leave a Reply