Virgin contro Sky per la pubblicità ingannevole

Pochi mesi fa Virgin è entrata nel mercato italiano con Virgin Fibra, una società che porta un nuovo player nel segmento delle connessioni in fibra ottica. La compagnia madre quest’oggi, attraverso le parole del suo amministratore delegato, Tom Mockridge ex AD di Sky Italia, prende posizione contro Sky-WiFi. Non è la prima volta che l’azienda si schiera in difesa dei consumatori, o almeno non solo in Italia. Di recente in UK ha ammonito le compagnie che tendono a far pagare gli smartphone ai consumatori più di quanto dovrebbero. In Italia invece ora denunciano una presunta pubblicità ingannevole per l’offerta senza vincoli di Sky WiFi.

Virgin Fibra dichiara guerra a Sky Italia

Secondo quanto riferito da Virgin, nonostante l’offerta di Sky venga illustrata come senza vincoli, in realtà ve ne siano. In particolare l’uscita dal contratto potrebbe costare molto al consumatore, dunque l’azienda punta il dito contro quella che sarebbe pubblicità ingannevole. “La trasparenza è il mantra di Virgin Fibra, perché vogliamo portare un servizio di cui gli Italiani possano fidarsi, senza costi nascosti o clausole che li imprigionino in un contratto. Vogliamo che i consumatori ci scelgano per la nostra offerta, sapendo che possono liberarsi dal contratto ogni giorno, senza penali o costi extra. Il messaggio promozionale diffuso da Sky-Wifi è invece a tutti gli effetti una pubblicità ingannevole, che induce il consumatore ad acquistare un servizio che presenta vincoli nascosti”, queste le parole di Tom Mockridge, AD di Virgin Fibra ed ex AD di Sky Italia.

Virgin Fibra segnala che sottoscrivendo l’abbonamento a Sky-WiFi “senza vincoli”, il consumatore si vincola ad una durata contrattuale della durata minima di 24 mesi. Inoltre è obbligato a restituire eventuali sconti fruiti in caso di recesso anticipato, con il pagamento dei costi di attivazione (pari a 29,90 euro) e all’eventuale penale in caso di mancata restituzione del modem (pari a 45 euro). Potenzialmente, chi decidesse di liberarsi dal contratto in anticipo, potrebbe spendere fino a 75 euro. Il dito puntato non è tutto. La società ha infatti interpellato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Un mercato di falsi miti e mezze verità

Una denuncia forte che però serve all’azienda a comunicare la propria offerta. Secondo quanto riportato nella comunicazione di Virgin Fibra, il tentativo è di portare trasparenza in un mercato “pieno di falsi miti e mezze verità“, con offerte davvero senza vincoli di durata e che consentano al cliente di disdire in qualsiasi momento e senza penali il proprio contratto. La compagnia segnala inoltre che le sue intenzioni sono quelle di ridurre lo storico digital divide del Paese, con una connettività di qualità. Solo un mese fa una ricerca commissionata da Virgin e svolta da Toluna, ha riportato come il 74% degli italiani non è soddisfatto della propria connessione che “non dovrebbe essere un lusso, ma una necessità“.

Chi è Tom Mockridge e il suo passato in Sky


L’attuale AD di Virgin Fibra, Tom Mockridge, è un dirigente d’azienda di lunga data. Inizia la sua carriera come giornalista a 22 anni, nel ’77 in Nuova Zelanda. Il primo contatto con Rupert Murdoch arriva quando inizia a lavorare per The Australian e News Limited. La carriera nel mondo dell’editoria lo vede alla guida di News Corporation a Hong Kong, fino a diventare CEO della principale casa editrice di quotidiani e periodici neozelandese, Independent Newspapers. Dopodiché diventa presidente di Sky New Zealand, ma nel suo destino c’è l’Italia. Lui è infatti alla guida del processo di fusione tra Stream TV e TELE+, che porta alla nascita di Sky Italia.

La carriera di Tom Mockridge lo porta a diventare amministratore delegato di European Television. Nel 2011 avviene lo scandalo delle intercettazioni nell’impero di Rupert Murdoch, che coinvolse il conglomerato di News Corporation e in particolare il tabloid britannico News of the World. Si scoprirono infatti intercettazioni avvenute illegalmente nelle poste vocali di politici, vips e cittadini comuni. Le vittime includevano familiari di soldati britannici uccisi in azione e di vittime di crimini di alto profilo. In particolare, anche una studentessa assassinata, Milly Dowler. Le intercettazioni del tabloid, che cancellò alcuni messaggi e fece accessi illeciti, fecero credere alla famiglia che la giovane donna fosse ancora viva.

Lo scandalo venne reso noto in seguito all’indagine nota come Inchiesta Leveson che ha portato alla chiusura di News Of the World nel luglio del 2011, dopo 168 anni di pubblicazioni. Il terremoto editoriale ha avuto anche conseguenze significative per il panorama mediatico britannico, con rinnovati dibattiti sulla privacy, l’etica giornalistica e l’influenza dei media. Molti dipendenti del tabloid, la famiglia Murdoch e lo stesso magnate, sono stati interrogati durante l’inchiesta. La divisione britannica di News Corporation si è dimessa in seguito allo scandalo e successivamente arrestata, oltre ad altri dipendenti.

Nel 2011 entra in gioco Tom Mockridge che diventa infine CEO di News International, subentrando a Rebekah Brooks, dimessasi in seguito allo scandalo. Il suo compito era ristrutturare e stabilizzare le testate giornalistiche The Times, The Sunday Times e The Sun (riuscendoci), in seguito al danno reputazionale causato dallo scandalo. Due anni dopo passa a Liberty Global, gruppo di John Malone, come amministratore di delegato di Virgin Media. Qui dirige il più grande sviluppo di infrastrutture di banda larga degli ultimi 20 anni con Virgin Media, con un investimento di 3 miliardi di sterline. Lascia Virgin Media nel 2019, per poi tornare in Italia e fondare Virgin Fibra nel 2020, che diventa la terza società italiana della storia a portare il brand di Richard Branson. Due anni dopo, da startup passa al pubblico la scorsa estate. Ed oggi la guerra contro la vecchia creatura, Sky Italia. Come risponderà alla denuncia di Virgin Fibra?

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.