Retro Motorola Defy

Recensione Motorola Defy, l’indistruttibile

Sono passati 11 anni dal primo Motorola Defy, rugged della casa alata, allora non ancora sotto l’egida di Lenovo. Lo smartphone è stato presentato globalmente a giugno, ma è arrivato in Italia un paio di settimane fa. Ora torna a più di una decade di distanza con nuove specifiche e un filo conduttore: resistere anche nelle situazioni più estreme.

Come ogni rugged, si rivolge ad un target di utenti particolare. In genere questi device sono progettati per poter resistere alle massime sollecitazioni, quindi urti, cadute, a contatto con liquidi, etc. Sono perlopiù utilizzati come strumento di lavoro o da chi non vuole preoccuparsi di dover riparare o sostituire lo smartphone nel caso in cui dovesse cadere e correre il rischio di danneggiarsi. Partiamo però con una premessa: Il Defy è uno smartphone atipico. A differenza di Cat S62 Pro, altro device corazzato di Cat Phones, brand di cui Bullit Group è licenziatario come accade per il modello recensito in questa pagina, non ha caratteristiche peculiari, oltre ovviamente alla robustezza. Molti rugged hanno strumenti particolari: ad esempio la termocamera, o l’endoscopio. Motorola Defy strizza invece l’occhio ad un target più consumer o comunque professionali che non necessitano strumenti simili.

Confezione Motorola Defy

La confezione non è dissimile da molti altri smartphone, ma in realtà contiene un accessorio che non si vedeva da diversi anni. Infatti troviamo un laccetto da polso. Va bene che lo smartphone è rugged, corazzato e con specifiche militari, ciò non vuol dire che sia veramente indistruttibile. Ecco dunque l’accessorio, per sventare cadute inaspettate (o meno). Utile? No? Dipende dai casi e modi di utilizzo, però c’è ed è un’apprezzabile aggiunta. Per il resto, abbiamo un alimentatore da 20W e il cavo. Il laccetto da polso è anche comodo, ma bisognerà avere un po’ di pazienza nell’utilizzo.

Costruzione, design e audio

Più che per il design, un rugged deve essere valutato per la sua costruzione. Non è di certo un dispositivo che viene sfoggiato per l’estetica, dal momento che nasce con un intento: quello di durare e resistere alle sollecitazioni più impegnative. Il telefono è difficile da impugnare con una mano, per via delle ingombranti dimensioni. Oltre al peso di 232 grammi, lo smartphone misura 169,8 x 78,2 x 10,9 mm. Scordiamoci dunque l’utilizzo con una mano. Risponde a certificazioni militari quali MIL SPEC 810H ed è certificato IP68. Vuol dire che è testato per resistere a variazioni di temperatura comprese dai -30°C ai 75°C.

Retro Motorola Defy

Inoltre è certificato per resistere a umidità, vibrazioni di categoria 4, sabbia e nebbia salina. Può resistere ad immersioni per 35 minuti fino a 1,5 metri e a cadute fino a 1,8 metri. Lo smartphone è lavabile con saponi e disinfettanti. Possiede un ottimo grip e l’impugnatura è solida, anche grazie alla parte posteriore ruvida. Inutile dire che conferisce una sensazione di robustezza. Il nostro drop test è stato superato brillantemente, anche l’utilizzo con schermo bagnato sotto pioggia torrenziale e acqua.

Nel profilo destro Motorola Defy prevede un tasto di accensione, il bilanciere del volume e un apprezzabile tasto programmabile, che può attivare il Push To Talk oppure programmare azioni a scelta con una doppia pressione e una pressione prolungata. La parte superiore è presente l’ingresso per il jack audio, nel profilo sinistro la possibilità di inserire due SIM o una SIM e l’espansione di memoria.

Nella parte inferiore lo spazio in cui si può inserire il laccetto da polso, la USB Type-C al centro e uno speaker di sistema. L’audio per il tipo di smartphone è di una qualità discreta, bisogna tener conto che non si tratta di un telefono votato all’intrattenimento, per cui bene così. Sul lato posteriore, al di sotto dell’isola delle fotocamere, il logo della casa alata in cui è contenuto un sensore di impronte digitali facilmente azionabile da entrambi gli indici. Lo sblocco è abbastanza reattivo considerando l’hardware di cui è dotato.

Drop Test

Display e capsula auricolare di Motorola Defy

Il pannello è di tipo IPS LCD da 6,5 pollici HD+ con risoluzione da 1.600 x 720 pixel. In virtù del fatto che non è uno smartphone pensato per l’intrattenimento, non sarà forse uno dei pannelli di miglior qualità possibile, ma in realtà la scelta ponderata per il tipo di dispositivo, offre uno schermo di qualità. Non è luminosissimo, ma sufficiente perché i contenuti vengano consultati bene anche sotto la luce diretta del sole. Il Motorola di default ha sfondi animati, che però soffrono della risoluzione del pannello. Difatti benché i colori siano piacevoli, si notano abbastanza evidentemente i pixel con gli sfondi animati Segno che non sono stati pensati per questo tipo di schermo. Si risolverà con uno sfondo statico.

Il display di Motorola Defy

I colori si potranno impostare tra Naturali, Intensi e Migliorati. Di default sono su Intensi e appaiono abbastanza simili alla realtà, con una saturazione un po’ più marcata. Nel display è presente un notch a goccia in cui è contenuta una fotocamera anteriore utile allo sblocco con il viso. Sufficientemente rapido, ma gli è preferibile il sensore di impronte digitali posto sul retro. Bene invece la capsula auricolare al di sopra della fotocamera, spaziosa e con un volume elevato.

Hardware, software e performance

Motorola Defy dispone di specifiche hardware da medio gamma, ma il chipset ospitato al suo interno non è di recente fattura. Equipaggia infatti uno Snapdragon 662, che abbiamo recentemente provato con un altro dispositivo. Se con l’ultima recensione non ha brillato per le performance, ma perché messo in difficoltà dal software, qui nonostante i soli 4 GB di RAM, non è per niente deludente. Non è di certo tra i più scattanti dispositivi proposti sul mercato; ogni tanto deve fermarsi a ragionare, ma sporadicamente. Certo è che è aiutato dalla versione di Android 10 (aggiornabile alla 11 poi) pulita e senza fronzoli, salvo qualche piccola personalizzazione di Motorola. La scelta del SoC è probabilmente caduta in virtù dell’affidabilità del chipset di Qualcomm e delle performance in termini di autonomia.

Il produttore dichiara della possibilità di raggiungere i due giorni di autonomia. Nella nostra prova è stato possibile arrivare a tre giorni, con un utilizzo normale. Ottima dunque l’autonomia, fornita da una batteria da 5.000 mAh. Se con un utilizzo normale siamo arrivati a tre giorni, ciò vuol dire che con un utilizzo intenso i due giorni sono garantiti. Il compromesso è accettabile; non è un telefono fulmineo, ma nemmeno snervante come altri prima di lui.

Non manca l’NFC

Concludono le specifiche i 64 GB di storage, espandibili comunque via microSD. Ci siamo spinti anche nel gaming, durante il quale abbiamo percepito una lieve produzione di calore. Ovviamente per via dello spessore non si riesce a comprendere la temperatura reale, ma il gioco è fluido ed è una sorpresa, dal momento che le specifiche hardware e la tipologia di smartphone non lo predispongono decisamente come uno smartphone votato al gaming. Molto bene infine la presenza dell’NFC.

Il reparto fotografico di Motorola Defy

Il set fotografico di Motorola Defy è composto da una fotocamera principale da 48 Mpixel. Come quasi tutti gli smartphone Motorola, in realtà la risoluzione effettiva è di 12 Mpixel, ma viene adoperata la tecnologia Quad Pixel. A supporto due sensori da 2 Mpixel, uno per le foto macro e un altro per il calcolo della profondità di campo. Il reparto in realtà non spicca per performance ottimali.

Le foto di giorno sono anche dignitose, ma bisognerà avere una mano ferma perché si sente la mancanza di uno stabilizzatore ottico. La macro non eccelle e non è utilissima. Magari può essere utile in determinati contesti lavorativi, ma a questo punto, con queste performance, meglio comunque la fotocamera principale. Di sera la qualità dignitosa vista di giorno crolla sensibilmente e non c’è modalità notturna che tenga; le immagini sono afflitte da rumore digitale e facilmente mosse. Anche la fotocamera per i selfie, non esalta.

Reparto fotografico Motorola Defy con sensore di impronte sottostante.

Conclusioni

Tutte le considerazioni per ogni reparto sono state raggiunte partendo dal presupposto che si tratti di uno smartphone particolare, non adatto quindi ad un utilizzo ludico o d’intrattenimento (benché non se ne sottragga, anzi). L’esperienza d’utilizzo è stata comunque positiva. Defy mantiene tutte le promesse di autonomia, resistenza e affidabilità. Il prezzo è tutto sommato congruo; viene venduto a 329 euro sul sito di Motorola, ma è in offerta in questi giorni su Amazon a 306 euro, ma manca qualcosa. Diversi rugged hanno caratteristiche peculiari, come la termocamera, visione notturna, batterie impressionanti. Il prodotto della collaborazione tra Motorola e Bullit Group sembra più un telefono consumer che non teme le cadute e i lavaggi, più che un dispositivo da lavoro. Ma è anche vero che viene venduto ad un costo accessibile.

In breve

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.