
L’altra notte alle quattro del mattino hanno avuto inizio i bombardamenti sull’Ucraina. Per strenua volontà di Vladimir Putin si è così aperto ufficialmente il conflitto che potrebbe portare a una cosetta da niente: la Terza Guerra Mondiale. I palinsesti dei canali televisivi nazionali sono stati stravolti per lasciare il doveroso spazio all’informazione e gli aggiornamenti che giungono dalle zone di guerra sono disperanti con tanto di immagini live che fanno il giro del web tra solidarietà social filtro Amaro e la sempre tanto cara pornografia del dolore di cui pare non si riesca proprio a stare senza. Intanto, la frangia meno boomer dell’internet, mema. Mema fortissimo. Ha senso “memare” sulla guerra? Dalla mole di wave che coinvolgono Putin, Homer Simpson e micetti pucciosi divulgatori, pare che la domanda non sia assolutamente retorica. E nemmeno fuori luogo. Quindi tocca, davvero, rispondere. Come, per altro, già ha (ben) fatto Taffo.

“Forse non è il caso”, ha risposto il social media manager della nota impresa di servizi funebri a un utente che a lui meme demandava, bramoso di “sdrammatizzare” il conflitto Russia-Ucraina. Intanto, sui social – soprattutto TikTok – è un fiorire di influencer (o aspiranti tali) che promettono di raccontare tutto su questa terribile vicenda bellica in pochi secondi. Perché ne sanno qualche cosa? No, per carità. Perché si sono ritrovati il topic nei trend. E avevano già il balletto pronto per i video nuovi. Ballano e divulgano forte, questi soggetti, mentre per fortuna c’è chi, come Federica Cacciola, fa notare l’imbarazzo del cortocircuito che corre online fiero e vispo come fosse perfettamente accettabile.
Mentre alcune testate web dichiarano in caps lock che no, da loro non verranno postati meme sulla guerra (perché c’è bisogno di dirlo, di proferirlo a gran voce proprio – purtroppo, sì), altre fanno spallucce e continuano a bombardare i propri follower di immagini divertenti su questa storia super cringe di una ipotizzabile prossima ventura World War III. Il tutto, mentre per fortuna c’è chi riesce a distinguersi e, per quanto l’informazione non sia il suo mestiere, utilizza la propria visibilità social per mettere in piedi qualche cosa di costruttivo. O, almeno, per dare un segnale rispetto a ciò che sta accadendo sul serio e che, no, non è memabile alla stregua di Morgan a Sanremo 2020. Che succede?
Succede, per esempio, che mentre alcune influencer partecipano alla Fashion Week milanese postando storie in cui affermano che “no, raga, mentre stavo lì in prima fila da Dior, non potete capire quanto i miei pensieri stessero tutti rivolti ai palazzi in fiamme dell’Ucraina” – e questa, ve lo assicuriamo, è una citazione semi-letterale, Victoria dei Maneskin riposta senza posa informazioni (controllate) su come sostenere attivamente l’Ucraina, bombardata nottetempo dal leader russo e oggi in condizioni inevitabilmente preoccupanti. Già che ci siamo, lo (ri)trovate cliccando qui. Insomma, davvero, no: sulla guerra non si mema. Sull’idiozia di alcuni, invece, prego, accomodatevi che di spazio ce n’è…
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