Stalking Digitale, l’aumento è globale

Secondo la ricerca di Kaspersky ‘State of Stalkerware 2023’, sono 31.000 gli utenti mobile di tutto il mondo che hanno fatto i conti con gli stalkerware. Per capire meglio di cosa si tratti, sono dei software o applicazioni per la sorveglianza utilizzati però per avanzare abusi domestici e monitorare le vittime. I dati dell’agenzia di sicurezza informatica rilevano che il 40% delle persone a livello globale e il 27% solo in Italia, ha subito stalking o sospettato di esserne vittima. Diversi software di questo tipo sono in realtà soluzioni legittime, utilizzate in genere per prevenire furti, monitorare la casa o per il parental control. Essi agiscono su smartphone, tablet e PC. Tuttavia alcuni possono essere installati senza chiedere il consenso e senza che la persona ne sia informata. Secondo Kaspersky nel 2023 sono stati 31.031 utenti in tutto il mondo gli utenti vittima di stalking digitale. Un incremento di quasi il 6% rispetto al 2022, quando le vittime erano 29.3112. Tra i Paesi più colpiti, Russia, Brasile e India, rispettivamente con 9.980, 4.186 e 2.492 casi.

PaeseUtenti colpiti
1Federazione Russa9.890
2Brasile4.186
3India2.492
4Iran 1.578
5Turchia1.063
6Indonesia871
7Stati Uniti799
8Yemen624
9Messico592
10Germania577
Top 10 dei Paesi più colpiti da stalkerware nel mondo nel 2023 

La situazione in Italia

In Italia il 31% degli intervistati ha riferito di aver subito violenze o abusi da un partner attuale o precedente. Diversamente, il 14% ha rivelato di aver subito una qualche forma di stalking online da parte di qualcuno che frequentava di recente, mentre il 27% ha dichiarato di aver subito stalking o aver sospettato di esserne vittima. D’altro canto, i dati Kaspersky riportano che l’8% ha ammesso di aver installato o impostato dei parametri sul telefono del partner, mentre il 7% di aver fatto pressione per l’installazione di app di monitoraggio. Questo nonostante il 62% di italiani non è dell’idea di controllare il partner senza il suo consenso. Quando invece il monitoraggio è consensuale, il 49% riferisce di preferire la privacy. Al contrario, il 32% sostiene la piena trasparenza nelle relazioni, considerando appropriato il monitoraggio consensuale, mentre il 10% lo ritiene accettabile solo quando si raggiunge un accordo reciproco. 

Le dichiarazioni degli esperti

“Questi risultati evidenziano il delicato equilibrio tra intimità e salvaguardia delle informazioni personali. È positivo osservare una maggiore cautela, soprattutto per quanto riguarda i dati sensibili come le password dei dispositivi di sicurezza. La mancanza di condivisione di questi accessi critici è in linea con i principi della cybersecurity. La propensione a condividere le password dei servizi di streaming e le foto indica un cambiamento culturale, anche se gli utenti dovrebbero riconoscere i rischi potenziali anche nella condivisione di queste informazioni apparentemente innocue. Queste considerazioni sottolineano l’importanza di promuovere una comunicazione aperta all’interno delle relazioni, di stabilire confini chiari e di promuovere l’alfabetizzazione digitale. Per i professionisti della sicurezza, questo rafforza la necessità di una formazione continua sulle best practice di cybersecurity e di mettere gli utenti in condizione di prendere decisioni consapevoli sulla condivisione di informazioni personali all’interno delle relazioni”, ha dichiarato David Emm, Security and Data Privacy Expert di Kaspersky.

L’utilizzo di stalkerware non è illegale, ma dipende sempre come si adoperano tali strumenti. Installarli senza consenso su dispositivi di altri utenti, lo è, ed è dunque punibile. Ovviamente, ad essere punito sarà l’autore del reato. In genere questo tipo di applicazioni avviene nelle relazioni in cui sono perpetrati abusi. Erica Olsen, Senior Director, Safety Net Project, National Network to End Domestic Violence (NNEDV) ha dichiarato: “Il report ha anche esplorato le norme e le opinioni sulla privacy nelle relazioni di coppia. Una parte significativa degli intervistati ha dichiarato di condividere volentieri alcune informazioni, per motivi di sicurezza o altro. Una piccola percentuale, il 4%, ha dichiarato di aver acconsentito con difficoltà al monitoraggio su insistenza del partner, il che non equivale al consenso. È importante fare una chiara distinzione tra condivisione consensuale e monitoraggio non consensuale. Il consenso è un accordo privo di forza o coercizione”. 

Emma Pickering, Head of Technology-Facilitated Abuse and Economic Empowerment Team di Refuge ha affermato: “Le statistiche evidenziate in questo report sono davvero preoccupanti, ma purtroppo non ci sorprendono. In Refuge stiamo assistendo a un allarmante aumento di vittime che denunciano problemi legati allo stalkerware e come rivelano questi dati il problema è molto diffuso. È probabile che questo fenomeno sia dovuto all’aumento delle funzionalità di stalkerware all’interno delle applicazioni di parental control che rendono sempre più accessibile la possibilità di stalking. Se da un lato siamo attivamente impegnati nella ricerca di stalkerware destinati al monitoraggio dell’ex partner, dall’altro sono disponibili molte altre forme di stalkerware rivolte a un pubblico che scarica le applicazioni senza comprenderne tutte le funzionalità o che le utilizza per altri motivi illeciti”.  

L’impegno di Kaspersky contro lo stalking digitale

L’agenzia di sicurezza dal 2019 è impegnata nella lotta allo stalking digitale. Secondo quanto riferito dalla stessa azienda, è stata la prima del proprio settore a sviluppare un alert che indicasse agli utenti la presenza di stalkerware. L’agenzia di sicurezza informatica collabora con organizzazioni ed esperti nel campo della violenza domestica, fino a servizi di assistenza alle vittime ai programmi per gli autori di abusi. Ma anche con la ricerca e con le agenzie governative. Sempre nel 2019 è stata fondata la Coalition Against Stalkerware, in cui si vede Kaspersky collaborare con aziende IT private, ONG, istituti di ricerca e forze dell’ordine, per combattere il cyberstalking oltre ad aiutare le vittime di abusi online. ll sito web della Coalition, disponibile in sette lingue diverse, fornisce alle vittime aiuto e indicazioni nel caso in cui sospettino la presenza di stalkerware sui propri dispositivi.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.