Nonostante l’algida risposta di Elon Musk al tweet del commissario europeo Thierry Breton, circa la lettera di richiesta sulle attività di mitigazione di fake news e contenuti violenti su X (inoltrata poi in serata anche a Mark Zuckerberg), Linda Yaccarino, CEO dell’ex piattaforma nota come Twitter, risponde al commissario Breton con un’altra lettera, sempre condivisa su X.
Con toni ben diversi da quelli utilizzati dal patron Musk, Yaccarino ha spiegato all’UE come è stata organizzata la distribuzione delle risorse per far fronte all’emergenza disinformazione e contenuti violenti. La CEO ha informato il commissario che X non ha ricevuto ad ogni modo richieste da Europol di contenuti illegali. Tuttavia riferisce che sono stati rimossi centinaia di contenuti di account affiliati ad Hamas. Un attività in continua coordinazione con il Global Internet Forum to Counter Terrorism (GIFCT), il Christchurch Call for Action e il Forum Internet dell’UE con l’obiettivo di impedire la distribuzione online di contenuti terroristici.
Nella missiva di risposta, i vertici di X fanno notare che sulla piattaforma sono presenti le modalità di segnalazione dei post, dei profili e dei messaggi che violano le norme o i termini di servizio della piattaforma. Per quanto riguarda i contenuti manipolati e falsi, è in corso “una valutazione” dei contenuti identificati nel corso della crisi in continua evoluzione. Sono anche state prese azioni proattive per rimuovere contenuti che violano le norme, come discorsi violenti, media manipolati e materiale grafico. Inoltre, sono state più di 80 le richieste di rimozione ricevute dall’UE nei tempi richiesti a cui il team di X ha risposto secondo i termini di legge. Yaccarino sollecita l’UE a fornire “immediatamente” maggiori dettagli che possano permettere a X di “indagare più a fondo”. Viene auspicato infine un incontro per una maggior collaborazione tra i componenti di X e il team della commissione europea.
Il CEO conclude il messaggio chiarendo che “Questa risposta si basa sulla comprensione che la vostra lettera costituisce un’espressione di preoccupazione che prendiamo molto seriamente, ma non costituisce una notifica formale o una richiesta ai sensi del Digital Services Act“. Una risposta, quella della Yaccarino, che dimostra una cosa: Elon Musk più che di una CEO aveva bisogno di un parafulmine e portavoce, in grado di rispondere con cognizione di causa in momenti di crisi o di urgenza, come nel caso della lettera di Thierry Breton. Dal quale ora si aspetta una risposta.
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