Google patteggia: eliminerà miliardi di dati. Non è un pesce d’aprile.

No, non è un pesce d’aprile. Google distruggerà miliardi di dati raccolti dalla navigazione incognito di milioni di propri utenti ignari. Questo è quanto riporta il Washington Post, in seguito al patteggiamento dell’azienda di Mountain View per la causa legale che l’ha vista imputata. Un’iniziativa senza precedenti e che potrebbe avere un impatto rilevante nel mondo della tecnologia.

L’accordo arriva quattro anni dopo l’azione collettiva, in cui Google veniva accusata di ingannare i propri utenti sull’attività di tracciamento dei propri utenti, nel corso della navigazione in incognito. La causa sosteneva che l’informativa della privacy e del marketing non informavano in modo adeguato gli utenti sui dati raccolti, compresi i dettagli relativi al sito web visitato.

L’accordo raggiunto è stato depositato presso il tribunale federale di San Francisco. Conterrà le azioni che la società dovrà intraprendere per modificare le pratiche relative alla navigazione in incognito. Inoltre, saranno eliminati e distrutti i miliardi di dati raccolti secondo la causa in modo improprio. Le informative inoltre saranno aggiornate e gli utenti potranno disabilitare i cookie di terze parti dalle stesse impostazioni. Gli utenti non saranno comunque risarciti, ma i singoli individui potranno presentare reclamo. Il Washington Post ha rivelato che già 50 ne sono stati depositati presso il Tribunale Statale della California. L’avvocato dei consumatori, David Boies, ha riferito al quotidiano statunitense che quanto farà Google per adeguarsi, è senza precedenti. “Questo accordo è un passo storico nel richiedere onestà e responsabilità da parte delle aziende tecnologiche dominanti“.

La causa riguarda potenzialmente milioni di utenti che usano la navigazione privata da Chrome da giungo 2016. Gli utenti all’epoca della causa chiedevano 5.000 dollari di danni per violazione delle intercettazioni federali e delle leggi sulla privacy della California. L’accordo è preliminare è stato raggiunto verso la fine di dicembre e ha evitato un processo previsto a febbraio. Manca ancora l’approvazione finale del giudice Yvonne Gonzalez Rogers nel distretto settentrionale della California. 

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.