In questi giorni negli Stati Uniti, l’editoria di settore non ha potuto fare a meno di interrogarsi sulla presentazione del Freedom Phone. Molti siti esteri hanno in realtà preferito non dare molto spazio a questa news, che appare più che altro una truffa. Ma partiamo dal principio.
Il ban inflitto dai maggiori social network a Donald Trump, avrebbe ispirato Erik Finman, autoproclamatosi il più giovane milionario grazie ai bitcoin, a realizzare il progetto Freedom Phone. Stando a quanto viene riferito sul sito web dello smartphone, il telefono sarebbe “focalizzato sulla libertà di parola e sulla privacy. Con funzionalità come i blocchi di tracciamento e un app store non censurabile”.

Freedom Phone o Fraud Phone?
Lo smartphone sarebbe mosso dal sistema operativo FreedomOS, mentre lo store dove scaricare le app, è stato battezzato “PatriApp“. Lo strumento per la privacy, ovviamente, è stato chiamato “Trust“. Tutto molto bello, non fosse altro che secondo quanto riportato da Gizmodo, lo smartphone venduto a poco meno di 500 dollari dal sito FreedomPhone.com, altro non sarebbe che un device entry-level di UMIDIGI. Azienda con sede a Shenzen, sebbene l’assemblaggio avvenga ad Hong Kong. Ironico, considerando la guerra commerciale tra USA e Cina. A parte ciò, secondo quanto riportato da GizChina, PatriApp, sarebbe in realtà un rebrand di Aurora Store, client open source di Google Play, il che escluderebbe l’organizzazione di Freedom Phone distante da un controllo da esso.
Da 120 a 499 dollari per una personalizzazione approssimativa
Ma non è tutto. A parte una lieve personalizzazione di un sistema operativo che altro non è che Android (Lineage OS, secondo Ron Amedeo, di ArsTechnica) , il telefono sarebbe acquistabile, privo di personalizzazioni che lo renderebbero altrimenti un Freedom Phone (come Signal, Brave, e altre app care ai conservatori statunitensi) al costo di circa 120 dollari. Tutto abbastanza normale, non fosse altro che il buon Finman, 22enne “stanco” dei Bitcoin che lo hanno reso milionario, definisce il Freedom Phone come “Il primo grande respingimento delle Big Tech che ci hanno attaccato”.

Oltre ad una customizzazione poco trasparente e politiche sui resi tragicomiche, il telefono, venduto al triplo del prezzo rispetto al suo effettivo costo, con una facciata di libertà e privacy, ma assemblato in Cina nel pieno di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, sul sito Web non vi sono riportate alcune caratteristiche tecniche. Insomma, i sostenitori della destra conservatrice potranno comprarlo solo perché ha una serie di app preinstallate, ma non possono restituirlo se aprono la confezione e la garanzia dura 90 giorni.
Lo chiamano Freedom Phone, ma sembrerebbe più un Fraud Phone.
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