Come ti rubo la voce: Lovo sotto accusa

La compagnia di intelligenza artificiale Lovo, con sede a Berkeley, California, è stata recentemente colpita da una causa legale collettiva negli Stati Uniti, proposta da un gruppo di doppiatori che accusano l’azienda di utilizzare le loro voci senza consenso e senza adeguata compensazione. La causa, presentata nel Distretto Meridionale di New York, mette in luce i rischi dell’uso non autorizzato delle voci nel contesto delle tecnologie AI.

La denuncia dei doppiatori

I doppiatori Paul Lehrman e Linnea Sage, rappresentati dallo studio legale Pollock Cohen, sostengono di non essere stati informati che le loro registrazioni sarebbero state utilizzate nei servizi di generazione vocale di Lovo. Lehrman e Sage avevano inizialmente accettato lavori tramite la piattaforma freelance Fiverr, credendo che le loro registrazioni sarebbero state utilizzate esclusivamente per “scopi di ricerca” e “test script per spot radiofonici”. Lehrman, che ha ricevuto $1,200 di compenso, ha scoperto che la sua voce generata dall’AI era stata utilizzata in video su YouTube e in un podcast. Sage, pagata $400, ha scoperto che la sua voce era stata impiegata in materiali promozionali di Lovo.

Gli avvocati Steve Cohen e Anna Menkova di Pollock Cohen hanno sottolineato nel ricorso come Lovo dichiari di compensare gli attori vocali, ma evidenziano che i loro clienti e molti altri non hanno ricevuto alcun compenso per l’uso continuato e non autorizzato delle loro voci. “Non solo le loro voci sono state rubate, ma è stato anche sottratto il controllo delle loro carriere” ha dichiarato Cohen.

Il sindacato degli attori segue la vicenda

Il caso ha attirato l’attenzione di SAG-AFTRA, il sindacato degli attori, con il suo consulente legale generale, Jeffrey Bennett, che ha descritto la causa come la prima del suo genere che coinvolge doppiatori e una compagnia di AI. Bennett ha notato che, sebbene il recente accordo che ha concluso lo sciopero del 2023 di SAG-AFTRA includa nuove protezioni contro l’uso delle voci e delle immagini dei membri da parte delle AI, molti doppiatori lavorano al di fuori del settore cinematografico e televisivo, in ambiti come audiolibri, videogiochi e narrazioni.

La denuncia evidenzia come l’appropriazione indebita di voci da parte di compagnie AI sia un problema crescente. Recentemente, Scarlett Johansson ha citato in giudizio OpenAI dopo aver scoperto che la sua voce erano state utilizzate senza permesso in un modello AI sviluppato dall’azienda. Secondo Johansson, il modello di OpenAI avrebbe analizzato e replicato la sua voce per creare contenuti digitali, violando i suoi diritti di immagine e voce. Sui social si è parlato molto della voce di ChatGpt-4o, che ricorda molto quella della Johansson nel film “Her”, in cui la stessa attrice interpretava proprio un’Intelligenza Artificiale. Il tutto, suffragato dal numero uno di OpenAI, Sam Altman, che ha condiviso in un tweet il titolo del film. L’avvocato Bennett prevede un aumento delle cause simili se le aziende tecnologiche non riconosceranno i diritti sulle voci utilizzate.

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