L’invasione russa in Ucraina ha creato tutto ciò che di peggio si possa pensare e che solo la guerra può, all’interno dell’Europa. Oltre alle drastiche perdite ambo gli schieramenti e tra civili, ha portato anche a cascata ad una serie di disagi economici, non solo in tutto il Vecchio Continente, ma anche tra gli stessi cittadini russi.
Difatti in seguito all’invasione, molte Big Tech hanno abbandonato la patria del Cremlino e offerto aiuto all’Ucraina. L’uscita delle maggiori aziende di tecnologia nel Paese, ha costretto la Russia in diversi casi ad appoggiarsi ad un mercato parallelo, non del tutto agevole. Tuttavia, sono mole le aziende rimaste a casa dello zar, a partire dai brand cinesi come ad esempio Huawei.
Le prossime società a pianificare la chiusura delle attività in Russia nel corso di quest’anno sono Ericsson e Nokia. Il produttore svedese ha affermato che l’abbandono delle attività commerciali sarà un processo graduale, che mira a completare in primis gli obblighi verso i clienti nei prossimi mesi. La sospensione delle attività e da considerarsi, da parte di Ericsson, a tempo indeterminato, secondo quanto affermato dalla società lo scorso aprile.
Nokia (che ha recentemente reso dura la vita di OPPO e OnePlus in Germania) in passato ha affermato che avrebbe lasciato completamente il paese russo, mentre un portavoce ha recentemente affermato ai cronisti di Mobile World Live che i progressi che porteranno all’uscita dalla Russia “sono sulla buona strada“, questo in conformità con le sanzioni internazionali e altre restrizioni. Entrambi i brand dovrebbero chiudere le operazioni commerciali in Russia entro il 2022. La presenza sarà “formale” fino al completamento della chiusura legale.
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