Se da una parte tutto il mondo libero sta cercando di supportare l’Ucraina per resistere contro l’invasore, dall’altra si cerca di non urtare troppo la suscettibilità dello zar per scongiurare una nuova guerra mondiale. Le sanzioni e le condanne sono numerose e chiunque cerca di far qualcosa per porre la parola fine ad un conflitto fratricida. Anche le aziende tecnologiche più importanti hanno fornito il loro contributo, attraverso scelte, neanche poi così scontate, che danneggiano sì l’economia russa, ma anche la propria. Alcune delle operazioni hanno più una valenza simbolica, tuttavia sommate una all’altra stanno via via portando la Russia ad un’inevitabile regressione tecnologica, oltre che economica. Ecco tutte le misure adottate temporaneamente dalle aziende tecnologiche in queste ultime settimane dall’inizio della guerra.
Amazon, niente Prime Video in Russia e basta spedizioni
Amazon l’8 di marzo ha comunicato di aver sospeso Prime Video in Russia e la spedizione di prodotti in Russia e Bielorussia. Lo stesso vale per AWS, che non accetta più iscrizioni dai medesimi Paesi.
Activision Blizzard inibisce la vendita di giochi
Il 5 marzo Activision Blizzard ha negato la possibilità di vendere giochi in Russia, non solo, ma anche le vendite effettuabili all’interno dei giochi.
Apple, sospese le vendite
Il primo di marzo Apple ha sospeso le vendite dei propri prodotti fisici in Russia in seguito all’inizio dell’invasione in territorio ucraino. Non è il primo passo della mela morsicata dallo scoppio della crisi russo ucraina, infatti giorni prima ha imposto delle limitazioni per Apple Pay in Russia. La decisione è stata presa una settimana dopo la richiesta del vice primo ministro ucraino di “tagliare fuori” il Cremlino dai prodotti Apple al fine di “motivare i giovani e la popolazione attiva della Russia a fermare in modo proattivo la vergognosa aggressione militare”.
BitDefender, sospese le vendite in Russia
Anche il software per la sicurezza informatica ha sospeso le vendite in Russia. Inoltre, l’azienda è molto attiva nello sgominare le campagne fraudolente per la finta beneficenza, organizzata da truffatori utilizzando come esca quanto sta accadendo in Ucraina.
CD Project, sospese le vendite in Russia e Bielorussia
Gli sviluppatori di Cyberpunk 2077 hanno sospeso le vendite in Russia e Bielorussia. Di provenienza polacca, i creatori di uno dei giochi più discussi, nel bene e nel male, di questi ultime decadi, hanno dunque interrotto tutte le vendite “alla luce dell’invasione militare russa”.
Non è l’unica organizzazione sviluppatrice di videogiochi. Anche Epic Games e Fortnite hanno raggiunto la medesima decisione alla fine della prima settimana di marzo.
EA Games rimuove le squadre russe
NHL 22, FIFA 22, FIFA Online e FIFA Mobile non ospiteranno più le squadre russe. L’annuncio è del 2 marzo e succede a quanto deciso dalla FIFA di sospendere le squadre russe dalle competizioni ufficiali FIFA e UEFA.
Epson sostegno all’Ucraina e stop alle esportazioni
Il 9 marzo Epson ha condiviso un comunicato in cui annuncia di aver donato 1 milione di dollari attraverso l’Alto Commissariato delle Nazione Unite per i Rifugiati e la Croce Rossa. Gli uffici commerciali regionali di Epson Europa in EMEA stanno inoltre organizzando una raccolta fondi, con donazione del personale con un valore incrementato dalla stessa azienda. Il ricavato andrà a Croce Rossa. Le esportazioni dei prodotti del brand giapponese sono state sospese in Russia e Bielorussia.
Facebook vieta la monetizzazione dei media statali
Facebook è stato limitato in Russia dal governo per via della contrarietà di Meta di limitare l’informazione che avrebbe potuto danneggiare la propaganda di Putin. Il 26 febbraio la creatura di Mark Zuckerberg ha dunque bloccato la possibilità ai media statali di monetizzare sulla propria piattaforma o pubblicare annunci. Inoltre l’azienda ha inibito la possibilità di mostrare i contenuti di Sputnik e RT su Instagram e Facebook nell’Unione Europea.
Google, sospende le vendite di annunci per le “straordinarie circostanze”
Le “straordinarie circostanze” hanno convinto Google il 4 di marzo a sospendere le vendite di annunci in Russia. Non è stata l’unica misura intrapresa dall’azienda statunitense. Precedentemente, ha anche impedito ai media statali russi, come Russia Today, di monetizzare i loro siti Web e i canali YouTube.
Inoltre la società controllata da Alphabet, ha disabilitato i dati del traffico su Google Maps in Ucraina per proteggere i cittadini ucraini dall’invasione russa.
Microsoft, sospese le nuove vendite
Secondo Microsoft, l’invasione russa è “ingiustificata, non provocata e illegale“. Per questo motivo Microsoft sospende tutte le nuove vendite in Russia, come riporta nel blog ufficiale Brad Smith, Presidente della casa di Redmond il 4 di marzo.
Netflix, niente più streaming
Emily Feingold, portavoce di Netflix, con uno stringato “Date le circostanze sul campo, abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia” ha commentato così sulle pagine di TheVerge la fine dello streaming nella patria di Putin. Sarebbero 1.000.000 i russi abbonati alla piattaforma di streaming.
Nintendo, eShop russo in manutenzione
Non si sbilancia Nintendo, che si è ritrovata a dover sospendere le vendite dei giochi digitali a causa della sospensione dell’elaborazione di pagamento in rubli. Il Nintendo eShop è stato dunque messo in modalità manutenzione, con tanto di scuse per l’inconveniente.
PayPal sospende il servizio in Russia
La causa per cui PayPal, fondata dal magnate Elon Musk, abbia sospeso i propri servizi in Russia, è da addurre alla “violenta aggressione militare in Ucraina”. Queste alcune delle parole utilizzate dal CEO di PayPal Dan Schulman in una lettera destinata a Mykhailo Federov, vice primo ministro ucraino, che l’ha ripubblicata su Twitter, ringraziando l’organizzazione per il supporto.
Come riporta TheVerge, il servizio di pagamento digitale inizialmente in Russia consentiva i pagamenti transfrontalieri. Con lo scoppio della guerra, ha inizialmente smesso di accettare nuovi utenti russi, fino a sospendere proprio il servizio il 5 marzo del 2022.
Reddit con l’Ucraina
Il 3 marzo Reddit ha annunciato di vietare ai suoi utenti a livello globale di pubblicare link ai media sponsorizzati dalla Russia. Tra cui ovviamente Sputnik e RT. Sembrerebbe tuttavia che un admin di Reddit abbia aperto alla possibilità di bloccare i collegamenti a tutti i siti che hanno come estensione “.ru”.
Samsung sospende le spedizioni dei prodotti in Russia
Il 4 marzo Samsung ha annunciato la sospensione della spedizione dei propri prodotti in Russia. I prodotti che non verranno spediti a Mosca saranno smartphone, chip ed elettronica di consumo. La casa coreana nella comunicazione, come molte altre aziende, si è riservata di aggiornare riguardo le proprie decisioni a seconda di come si evolverà la situazione.
Snapchat sospende la “mappa termica” dell’Ucraina
Non è una vera e propria rimozione del servizio, ma è una limitazione di una funzionalità che avrebbe potuto favorire gli invasori russi ai danni degli ucraini. Con la sospensione della “Heat Map” (o mappa termica), Snapchat non mostra più sulla mappa quanti scatti vengono realizzati in un determinato luogo.
Non è l’unica soluzione adottata da Snapchat, che ha anche rimosso gli annunci pubblicitari in Russia, Bielorussia ed Ucraina.
TikTok, niente più video dalla Russia
TikTok ha sospeso la possibilità di avviare live streaming e il caricamento di video provenienti dalla Russia a partire dal 6 marzo. Il motivo è perché una nuova legge russa che punisce fino a 15 anni di reclusione, chi diffonde “fake news” sull’esercito russo o per chiedere sanzioni contro la Russia. La decisione non si estende ai messaggi in-app, con una porta aperta per il futuro, a seconda di come evolverà il conflitto.
Twitter pausa gli annunci pubblicitari in Ucraina e Russia
Attraverso un tweet del 26 febbraio, Twitter ha dapprima annunciato di interrompere temporaneamente gli annunci pubblicitari in Ucraina e Russia per garantire la visibilità delle informazioni sulla sicurezza pubblica. Tuttavia la Russia ha bloccato il social network nel Paese, nel tentativo di limitare le informazioni riguardo al conflitto.
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