Netflix: boom di abbonamenti dopo lo stop a password condivise

Netflix ha recentemente intrapreso una battaglia contro la pratica della condivisione delle password in tutto il mondo, con risultati diversi. In Spagna ha assistito ad una perdita di 1 milione di iscritti. Negli Stati Uniti, nonostante l’iniziativa non sia stata ben accolta da molti utenti, i dati più recenti mostrano che la svolta sta dando i suoi frutti, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal. Secondo le analisi dell’azienda di analytics Antenna, nei giorni successivi all’avviso di Netflix ai propri utenti riguardo le nuove limitazioni, la piattaforma di streaming ha registrato un numero di nuove sottoscrizioni negli Stati Uniti mai visto prima in un periodo di quattro giorni dal 2019.

Iscritti e azioni in crescita

Questa mossa è fondamentale per la crescita di Netflix, poiché la piattaforma e i suoi rivali stanno facendo i conti con la difficoltà di acquisire nuovi abbonati, soprattutto nel mercato statunitense, dove i consumatori hanno a disposizione un’ampia scelta di servizi facilmente attivabili e disattivabili. Stando a quanto dichiarato da Netflix, oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo guardano i suoi contenuti utilizzando password prese in prestito. La lotta alla condivisione delle password, iniziata il 23 maggio negli Stati Uniti e in più di 100 altri paesi, ha spinto gli utenti che condividono un account fuori dalla stessa abitazione a pagare un supplemento mensile di 7,99 dollari (in Italia il costo è di 4,99 euro). Netflix ha inoltre limitato il numero di membri extra che i clienti possono aggiungere al loro account, a seconda del piano di servizio per cui pagano.

Le azioni di Netflix sono aumentate di circa il 16% da quando è entrata in vigore la nuova regola sulla condivisione delle password. Nel frattempo, Netflix ha già esteso le restrizioni sulla condivisione delle password ad altri paesi, tra cui Canada, Spagna, Portogallo e Nuova Zelanda. Inizialmente, i clienti dei paesi dove è stato limitato il sharing dell’account hanno espresso disapprovazione, ma molti hanno alla fine deciso di pagare per un proprio account per poter continuare a guardare i contenuti più popolari. Ad esempio, in Canada la base di membri a pagamento di Netflix è risultata più ampia dopo l’introduzione delle limitazioni sulla condivisione delle password, e la crescita dei ricavi è stata più rapida rispetto agli Stati Uniti, come riportato dall’azienda in una lettera agli azionisti di aprile.

Pubblicità su Netflix

Una soluzione rimandata per anni

Nonostante abbia subito due trimestri consecutivi di perdite di abbonati per la prima volta nella sua storia l’anno scorso, la base di abbonati di Netflix ha iniziato a crescere nuovamente, seppur a un ritmo più lento rispetto all’inizio della pandemia. Il colosso dello streaming ha rimandato per anni la sua iniziativa di contrasto alla condivisione delle password, sebbene i suoi ricercatori interni avessero identificato la problematica già nel 2019. Condividere gli account “sminuisce la nostra capacità di investire e migliorare Netflix per i nostri membri paganti, così come di sviluppare il nostro business“, ha dichiarato l’azienda nella sua lettera agli azionisti del primo trimestre. Parallelamente, Netflix sta attraversando due importanti cambiamenti strategici correlati: la lotta alla condivisione delle password e un nuovo modello pubblicitario. Limitando la condivisione delle password, Netflix spera di spingere più spettatori che utilizzavano l’account di qualcun altro a pagare per la propria iscrizione.

Lo scorso anno, Netflix ha lanciato un piano di servizio supportato da pubblicità a 6,99 dollari negli Stati Uniti e in diversi altri Paesi (in Italia invece costa 5,99 euro), offrendo ai consumatori un prezzo più basso in cambio della visione di annunci pubblicitari. Questo modello genera più ricavi per membro rispetto ai piani base e standard, in quanto Netflix guadagna sia dagli annunci che dalle quote di abbonamento mensili. Tuttavia, di contro, vi è tuttora un aumento della vendita di profili Netflix su Telegram e sul Dark Web, come riportato da Check Point Research.

Aiutaci a crescere: lasciaci un like :)

Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.