Sono passati dieci giorni dalla decisione del Garante della Privacy di limitare ChatGPT di OpenAI. L’azione dell’Autorità ha portato ad un blocco dell’Intelligenza Artificiale, almeno in Italia, anche se resta comunque accessibile tramite VPN. In seguito all’imposizione italiana, altri Paesi hanno cominciato a ad agire in modo di effettuare verifiche sulle modalità in cui l’azienda statunitense preleva e gestisce i dati.
L’evoluzione, dal blocco all’esame delle soluzioni
In breve tempo i vertici di OpenAI hanno risposto al Garante di voler collaborare. Tanto che si è tenuto il 5 aprile un meeting tra l’Autorità e l’azienda, al fine di giungere ad una rapida soluzione, come riporta un comunicato del Garante della Privacy. Il meeting ha visto da una parte il Collegio del Garante, presieduto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza, mentre dall’altra il CEO di OpenAI Sam Altman, Che Chang Deputy General Counsel della società statunitense, Anna Makanju (responsabile Public Policy e Ashley Pantuliano (Associate General Counsel).
Dall’incontro tra le parti è emerso che OpenAI è convinta di rispettare le norme in tema di protezione dei dati personali, pur confermando la volontà di collaborare con l’Autorità, per giungere ad una soluzione positiva circa le criticità rilevate dal Garante riguardo a ChatGPT. Lo stesso Garante ha confermato come <<non vi sia alcuna intenzione di porre un freno allo sviluppo dell’AI e dell’Innovazione tecnologica>>, ma ha sottolineato l’importanza del rispetto delle norme poste a tutela dei cittadini italiani ed europei. L’incontro è servito, stando a quanto riferito dal Garante della Privacy, a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli utenti da parte di OpenAI, oltre ai meccanismi esistenti per l’esercizio dei diritti e le garanzie per i minori.
Le riunioni del Collegio
In seguito all’incontro la società americana si è impegnata ad inoltrare il giorno dopo un documento che indichi le misure che rispondano alle richieste dell’Autorità, con la stessa che si è riservata di valutare le misure proposte da OpenAI, anche riguardo allo stesso provvedimento adottato nei confronti di OpenAI. Pochi giorni dopo, sempre sul sito del Garante della Privacy, si legge che l’8 aprile si è tenuta una seduta straordinaria, per un esame dei documenti forniti dalla società che ha sviluppato ChatGPT. L’11 aprile si terrà inoltre una seconda riunione del Collegio al fine di proseguire l’analisi delle soluzioni proposte dalla società statunitense. Riuscirà OpenAI a convincere il Garante? Innumerevoli italiani aspettano, insieme alle società ai vertici delle VPN, probabilmente.
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