Come pagare con Huawei Pay

Huawei Pay, ecco perché non (sempre) funziona

Dopo anni di vuoto e i problemi sorti in seguito al ban statunitense, finalmente nel luglio del 2022, Huawei ha annunciato la possibilità di utilizzare il sistema di pagamento digitale Huawei Pay anche in Europa sui propri dispositivi. Ecco come funziona e come configurarlo.

Preinstallato sui dispositivi Huawei, è presente l’app Huawei Wallet. Inizialmente l’app serviva a salvare le carte fedeltà, i coupon, le carte regalo, etc. Ma il 26 luglio il colosso cinese ha finalmente annunciato per l’Italia e per l’Europa il servizio di pagamento digitale. Il traguardo è stato raggiunto grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo e BANCOMAT S.p.A. A poterne beneficiare, i titolari di carte emesse da Intesa Sanpaolo su circuito PagoBANCOMAT.

Qualche informazione in più

In Italia, secondo quanto riferito da Huawei nel corso dell’annuncio, AppGallery conta 6,3 milioni gli utenti attivi ogni mese mensilmente in Italia. Le app disponibili a luglio erano 12.000 in 18 categorie. Il servizio Huawei Pay vede l’Italia come primo Paese europeo ad avvalersi del servizio, già attivo da diverso tempo in Cina, così come Intesa Sanpaolo è la prima banca in Europa a rendere disponibile Huawei Pay per i propri clienti. In futuro, secondo quanto detto da Pier Giorgio Fucas, Deputy General Manager Huawei Consumer Business Group Italia, è previsto che “in futuro si potrà estendere agli altri paesi europei“. Con Huawei Pay, BANCOMAT S.p.A. avvia, la prima soluzione in Europa di enrollment della carta PagoBANCOMAT via NFC.

Huawei Pay

Come configurare Huawei Pay

Per poter sfruttare il servizio è necessario aggiornare l’app Huawei Wallet all’ultima versione e attivare l’NFC. Inoltre bisognerà aggiungere un numero di telefono e confermarlo tramite OTP, ovvero un messaggio SMS con un codice da aggiunger quando richiesto. Qualora l’app non fosse aggiornata, non sarà disponibile la voce “Paga” o “Carte di pagamento“. Una volta attivato l’NFC e aggiornata l’app, bisogna assicurarsi che la propria carta sia di debito, emessa da Intesa Sanpaolo e che sia su circuito PacoBANCOMAT. Facendo tap su “Carte di pagamento“, si accederà alla scheda Huawei Pay. Selezionando l’opzione “Aggiungi carta di pagamento“, verrà richiesto di impostare un PIN di pagamento e una domanda di sicurezza. Una volta impostato il PIN, verrà richiesta una domanda di sicurezza tra quelle preimpostate o sceglierne una personalizzata. Consigliamo di non utilizzare quelle di default, perché le risposte potrebbero essere facilmente reperibili tramite social network o tecniche di ingegneria sociale. Fatto questo passaggio sarà necessario attivare l’NFC e avvicinare la carta sul retro del telefono, vicino al sensore NFC e confermarne l’aggiunta.

Come pagare con Huawei Pay

Una volta aggiunta la carta, per pagare sarà necessario appoggiare lo smartphone Huawei con Huawei Pay presente nel wallet al POS dell’attività o del negozio in cui si sta effettuando l’acquisto. Dopodiché bisognerà premere il tasto “Paga“. Se lo smartphone è in stand-by, sarà sufficiente cliccare il doppio tasto laterale e autorizzare il pagamento attraverso il riconoscimento dell’impronta digitale.  

Perché non funziona

Affinché Huawei Pay possa funzionare e aggiungere correttamente la carta nel wallet, è necessario che la carta sia stata emessa da Intesa Sanpaolo su circuito PagoBANCOMAT, come si evince dal post sul blog ufficiale di Huawei. Tutti gli altri circuiti e banche non sono ancora compatibili. Per questo motivo alcuni possessori di carte emesse da Intesa Sanpaolo, potrebbero non riuscire ad aggiungere le carte. Durante la configurazione, viene però data la possibilità di verificare quale banche siano compatibili e troviamo le carte di debito di Intesa Sanpaolo e FIDEURAM, benché non vi sia specificato il circuito.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.