Il futuro digitale dell’Europa pende da un filo sottile: questo è il messaggio lanciato dai CEO degli operatori di telecomunicazioni europei attraverso una lettera aperta. Mentre l’Unione Europea (UE) si prepara a navigare nel Decennio digitale 2030, le società di telecomunicazioni chiedono una riforma normativa per assicurare investimenti adeguati e una distribuzione equa dei costi infrastrutturali.
L’UE ha ambiziosi piani per il 2030, con obiettivi che coprono dall’intelligenza artificiale alle città intelligenti. Tuttavia, senza un quadro normativo che favorisca gli investimenti necessari, l’intero progetto potrebbe fallire. Secondo le stime dell’UE, saranno necessari almeno 174 miliardi di euro di nuovi investimenti per raggiungere questi obiettivi.
Gli operatori delle telecomunicazioni con un appello pubblicato sul sito GSMA Europe, sollecitano i politici dell’UE a prendere in considerazione una ripartizione equa dei costi. Sottolineano che le grandi aziende tecnologiche, che generano una significativa quantità di traffico dati, dovrebbero contribuire in modo più sostanziale ai costi infrastrutturali.
Il settore delle telecomunicazioni sta affrontando una pressione crescente sugli investimenti futuri. Mentre il traffico dati aumenta, spesso a causa delle attività di un numero ristretto di grandi aziende tecnologiche, i rendimenti sugli investimenti rimangono bassi. Gli operatori chiedono quindi una maggiore trasparenza e responsabilità in termini di contributi, affinché possano investire direttamente nell’infrastruttura digitale europea.
Una questione delicata è quella della neutralità della rete. La Commissione Europea ha chiarito che qualsiasi meccanismo di regolamentazione rispetterà le norme vigenti in questo ambito. Gli operatori concordano, ma sottolineano che la mancanza di investimenti potrebbe compromettere l’accesso illimitato a Internet per gli utenti finali.
Il documento è firmato da una coalizione di amministratori delegati (CEO) di alcune delle più importanti società di telecomunicazioni in Europa, dimostrando un forte consenso all’interno del settore sull’urgenza di una riforma normativa. Tra i firmatari spiccano anche nomi italiani di rilievo, come Pietro Labriola, CEO e Direttore Generale di TIM (Telecom Italia), e Margherita Della Valle, CEO di Vodafone Group. Pietro Labriola è un veterano del settore delle telecomunicazioni e ha ricoperto diversi ruoli manageriali in TIM prima di diventare CEO. Margherita Della Valle, dal canto suo, ha una solida esperienza finanziaria e ha assunto la carica di CEO di Vodafone Group dopo un lungo periodo nel team dirigenziale della società. La presenza di queste figure di spicco nel panorama italiano sottolinea l’importanza che la questione riveste non solo a livello europeo, ma anche per il futuro digitale dell’Italia.
La lettera aperta è un campanello d’allarme che invita a un ripensamento del quadro normativo europeo in materia di telecomunicazioni. Per competere su scala globale e per garantire un futuro digitale sicuro e prospero, l’Europa deve riformare le sue politiche obsolete e assicurare un contributo equo da parte di tutti gli attori coinvolti nel settore digitale.
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