Ogni 18 febbraio negli Stati Uniti ricorre il National Battery Day. Benché gli smartphone odierni siano dotati di batterie generose, alle volte in grado di durare fino a tre giorni, ci si chiede spesso come fare per aumentare la durata della batteria dello smartphone. Uno degli effetti negativi che si sono presentati nel corso dell’evoluzione che ha portato i cellulari a diventare gli smartphone di oggi, è senza dubbio l’autonomia.
La metamorfosi ha portato un quantitativo impressionante di funzionalità in più, oltre a design rivoluzionati e display sempre più ampi; a fronte però di un dispendio energetico sempre più elevato. Addio quindi a quelle batterie che duravano anche una settimana o più; in poco tempo ci si è ritrovati con dispositivi la cui batteria durava un giorno o alle volte neanche mezza giornata. Ovviamente nei casi più gravi e in tempi nemmeno troppo remoti.
- L’IA
- Come funzionano le batterie agli ioni di litio
- Differenze tra ciclo di vita, di ricarica e autonomia
- La Batteria Adattiva su Android
- I consigli per tutti
- Il Risparmio Enegetico
- I consigli di Apple in caso di inutilizzo
- Solo Parti Originali
- La soluzione di OPPO
- I guai del passato
Powerbank prima, Intelligenza Artificiale poi
Questo ha fatto sì che per un certo periodo spopolassero accessori quali batterie di riserva (finché rimovibili) o ingombranti carica batterie portatili, ovvero le powerbank. Ma l’evoluzione dei device è tutto fuorché terminata; negli ultimi anni gli sforzi si sono concentrati sulla durata della batteria, con soluzioni di vario tipo. Ad esempio come la ricarica rapida, batterie con un amperaggio maggiore (a fronte di device meno maneggevoli), o soluzioni software in cui interviene l’Intelligenza Artificiale. In questo ultimo caso possiamo citare ad esempio la Batteria Adattiva, che studia il comportamento dell’utente al fine di garantire prestazioni più efficienti a seconda dell’utilizzo del dispositivo.
Alcune soluzioni per aumentare la durata della batteria, potrebbero essere ad esempio utilizzare un tema scuro o disattivare strumenti che possono contribuire al dispendio energetico. Un buon modo per salvaguardare la salute delle batterie è quella di preservare lo smartphone da temperature estreme, che siano troppo calde o troppo fredde. Anche questo, alla fine, è un buon modo per aumentare la durata della batteria dello smartphone e il suo ciclo di vita.
Come funzionano le batterie agli ioni di litio e perché si consumano
La maggior parte dei dispositivi al loro interno integrano batterie agli ioni di litio. Esse al loro interno si spostano dall’elettrodo positivo a quello negativo durante la fase di ricarica. Questo processo viene denominato conduzione elettrolitica. Quando la batteria si scarica, avviene il processo inverso. La quantità di carica che si può spostare tra gli elettrodi durante tali processi, dipende dalla quantità di ioni di litio attivi all’interno della batteria. Tuttavia può succedere che in questo tipo di batterie gli ioni di litio diventino inattivi o “morti”, se sottoposti a corrente eccessiva o sovraccarico. Quando questo succede, l’accumulo di ioni di litio morti porta ad una diminuzione della capacità della batteria.

Differenza tra ciclo di vita, autonomia e ciclo di carica
Prima di procedere è bene capire le differenze tra ciclo di vita, autonomia e ciclo di carica. Niente di particolarmente complicato, anzi, ma serve comprendere le differenze per imparare a caricare le batterie dei dispositivi correttamente, o meglio, per preservarle nel tempo. L’autonomia è la semplice durata della batteria dopo l’ultima ricarica, ovvero il numero di ore in cui il dispositivo funziona dopo l’ultima ricarica. Il ciclo di carica si intende il periodo in cui lo smartphone consuma il 100% della capacità della batteria. Non per questo si intende dal 100% allo 0%. Supponiamo di usare lo smartphone per il 75% e caricarlo fino al 100%. Una volta utilizzato il restante 25% avremmo esaurito un ciclo di carica. Un ciclo di carica può dunque durare due giorni.

Perché è importante conoscere la differenza? Perché il ciclo di vita di una batteria si può misurare in cicli di carica. In genere una batteria è progettata per tollerare circa 500-800 cicli di carica. Non c’è un numero ben preciso, perché dipende da diversi fattori, ambientali e dall’utilizzo. Nel corso del ciclo di vita della batteria, gradualmente essa perde la propria capacità, qualunque tipo di batteria essa sia. Il consiglio è quindi di non lasciare mai scaricare completamente il dispositivo, ma utilizzare un comportamento come nell’esempio precedente. Meglio utilizzare un ciclo di carica spalmato su due giorni, oppure osservare la regola 20:80, che suggerisce di non lasciar scaricare mai il telefono a meno del 20% e di non caricarlo oltre l’80%. Certo è che se si fa un utilizzo intenso del telefono, questi comportamenti sono difficili da mantenere.
Aumentare la durata della batteria dello smartphone con la Batteria Adattiva su Android
Come anticipato nell’introduzione, anche il software può aumentare la durata della batteria dello smartphone. In particolare con l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale e del machine learning. Grazie a questa tecnologia, Google ha implementato nel 2018 su Android P una funzionalità chiamata “Batteria adattiva”. Essa è in grado di “imparare” le abitudini dell’utente a seconda dell’utilizzo del dispositivo. Una volta attivata la funzione dalle impostazioni, il sistema operativo potrà prolungare l’autonomia limitando l’utilizzo della batteria da parte delle app utilizzate di rado.
Alcuni produttori inoltre hanno arricchito l’interfaccia che affianca Android nei diversi dispositivi con funzionalità di Intelligenza Artificiale che regolino la ricarica. Ad esempio Ai Charging di Asus e altri produttori come Sony, regolano la ricarica e i rispettivi tempi a seconda dell’uso nelle ricariche precedenti. Lo scopo è quello di preservare la batteria. In genere interviene nel corso di ricariche lunghe come quelle notturne, caricando il dispositivo fino all’80% e arrivando al 100% solamente nell’ultima ora di ricarica. Stesso identico procedimento anche su OnePlus, che sfrutta una funzionalità denominata Optimized Charging.

Queste nuove funzionalità sono conferme di come non ci si dovrebbe preoccupare dell’over charging o sovraccarico. Le batterie degli smartphone non soffrono di questo problema; sia grazie al software sia grazie all’elettronica della stessa, che non consente di oltrepassare il 100% di ricarica. Altri produttori permettono inoltre di scegliere un range oltre il quale non caricare il telefono. Oppure si può attivare automaticamente il risparmio energetico quando la batteria si consuma oltre una certa soglia.
I consigli per aumentare la durata della batteria dello smartphone
GESTIONE DELLE APP
C’è sempre quella applicazione che non viene mai disinstallata perché prima o poi potrebbe tornare utile, ma la verità è che non verrà mai utilizzata. Allora perché non disinstallarla? Queste applicazioni apparentemente inoffensive se inutilizzate. Ma oltre ad occupare la memoria del dispositivo inutilmente, potrebbero rosicchiare un po’ di energia della batteria qualora dovessero lavorare in background. Meglio quindi liberarsi di quelle app che non vengono usate, per risparmiare spazio ed energia. A proposito di app, è bene chiuderle quando abbiamo invece finito di utilizzarle. Non è necessario installare app killer. L’utilizzo di questi strumenti potrebbero interrompere un processo attivo in background e che potrebbe causare problemi o paradossalmente richiedere più energia del dovuto. Inoltre è anche utile per evitare surriscaldamenti indesiderati.
Molte applicazioni inoltre, potrebbero consentire l’utilizzo di Widget, che oltre all’energia richiedono anche un discreto quantitativo di risorse. Non solo Android, anche iOS da qualche tempo permette l’utilizzo di Widget. Meglio non utilizzarne molti, e usare solo quelli indispensabili, come la barra per la ricerca o l’agenda. Anche gli assistenti vocali consumano un’importante quantità di energia, perché il microfono del dispositivo è sempre “all’ascolto”.
In genere, oltre allo schermo, le app più assetate sono i social network o le app di messaggistica. Si potrebbe provare a risolvere, laddove fosse possibile, installando le versioni Lite e verificare che i consumi siano minori. Le versioni Lite sono state sviluppate per non utilizzare troppe risorse nei dispositivi con hardware limitato. Quindi potrebbero richiedere meno batteria, scongiurando la possibilità di dover disinstallare app fondamentali.
LIMITARE LE APP SUI PIXEL
Sui dispositivi Pixel di Google è possibile limitare le app che sfruttano molta batteria in background. Per farlo sarà necessario accedere alla scheda della Batteria in Impostazioni. Qualora ci fosse un messaggio in cui viene consigliato di limitare un’app, sarà sufficiente premere “Limita”.
Non solo il background, ma è possibile limitare un’app energivora anche in generale. Sempre dalle impostazioni della Batteria sarà possibile consultare la voce “Utilizzo batteria”. Nella sezione “Uso della batteria dalla ricarica completa”, viene mostrato un elenco di app con la percentuale di batteria utilizzata. Facendo tap sull’app scelta, sarà possibile selezionare “Limitazione in background” o attivare l’opzione “Ottimizzazione batteria”.
DISATTIVARE GLI STRUMENTI INUTILIZZATI
Se non si utilizzano applicazioni che richiedono Bluetooth, il Wi-Fi, il GPS o l’NFC, sarebbe meglio disattivare tutto. Il Wi-Fi quando attivo e inutilizzato, è sempre in cerca di una rete. Così come il GPS permetterà la geolocalizzazione del dispositivo o potrebbe essere usato da app anche in background. Il Bluetooth permetterebbe al device di essere rilevabile da altri dispositivi, mentre l’NFC attivo quando non usato è inutile. Evitare che questi strumenti siano attivi quando non utilizzati, risparmierebbe molta batteria.

DISATTIVIAMO GLI AGGIORNAMENTI AUTOMATICI
Gli aggiornamenti automatici sono previsti per ambiente iOS e Android. Disattivando questa possibilità, si potrà risparmiare la batteria. Si potrà comunque scegliere di attivare gli aggiornamenti automatici quando i dispositivi si connettono ad una Rete Wi-Fi. Basta avere l’accortezza di attivare il Wi-Fi quando il telefono è sotto carica. In questo modo ci si assicura che gli aggiornamenti verranno effettuati in fase di ricarica e non quando si ha bisogno di più autonomia possibile.

Nelle versioni più recenti di iPhone è possibile personalizzare gli aggiornamenti automatici da Impostazioni > Generali > Aggiornamento software > Personalizza aggiornamenti. In questo modo gli aggiornamenti avverranno quando il dispositivo è connesso ad una Rete Wi-Fi. A questo punto bisognerà accorgersi di attivare il Wi-Fi quando sotto carica, se possibile. Su Android la disattivazione è leggermente più macchinosa. Si dovrà accedere al Play Store, andare in Impostazioni e settare la spunta su “Aggiorna automaticamente sotto Wi-Fi”.

LIMITARE LE NOTIFICHE E VIBRAZIONI PER AUMENTARE LA DURATA DELLA BATTERIA DELLO SMARTPHONE
Se si è oggetto di costanti notifiche da social e app di messaggistica, potremo disattivare la suoneria, la vibrazione e il feedback tattile e sonoro. Si potrà anche limitare il continuo ricevere di notifiche, un utile accorgimento per aumentare la durata della batteria dello smartphone. App come Facebook permettono di limitare le notifiche ricevibili, inoltre WhatsApp può allo stesso modo disattivare le notifiche di gruppi o chat normali. Certo, l’aspetto negativo è che si possono perdere chiamate o messaggi. Ma può risultare utile quando si ha bisogno di ogni minuto possibile di autonomia. Oppure quando non è un problema non ricevere qualche tipo di notifiche.
Su Android si può parzialmente ovviare al problema della perdita di chiamate e messaggi, mantenendo le notifiche attive e disattivando la sincronizzazione automatica. Si limiterà dunque la notifica delle nuove email e la sincronizzazione dei dati con l’account Google sarà interrotto. In genere per interrompere la sincronizzazione, si dovrà cercare e disattivare il toggle “Sincronizza”, tirando in basso la tendina con i toggle dei vari strumenti di Android.
ATTENZIONE ALLO SCHERMO
Lo schermo è uno degli elementi più assetati di energia, per via delle dimensioni e delle prestazioni. In genere sui dispositivi Android è possibile ridurre la qualità, portandola da Full Hd+ ad Hd. Molto importante inoltre è impostare un tempo di time-out dello schermo il più ridotto possibile. Utile per scongiurare consumi inutili quando si lascia il telefono senza utilizzarlo. Andrà automaticamente in stand-by, ma possiamo fare in modo che il lasso di tempo sia il più breve possibile. Con il passare degli anni gli utenti hanno sempre più richiesto la possibilità di utilizzare una Dark Mode o un tema scuro. Sull’ultima versione di Android è un’opzione che può essere anche pianificata.
Colori troppo accesi potrebbero influire sulle prestazioni della batteria. Un tema scuro e uno sfondo neutro e senza animazioni, potrebbero essere degli stratagemmi per aumentare la durata della batteria. Anche la luminosità automatica potrebbe aiutare a risparmiare energia, abbassando o alzando spontaneamente la luminosità a seconda dell’ambiente circostante. Alcuni dispositivi, in genere quelli privi di led di notifica, sfruttano l’Always-On. Un particolare sistema che mantiene lo schermo perennemente attivo per la consultazione dell’orario e delle notifiche perse. Da una parte potrebbe in realtà salvaguardare la batteria, perché inibisce la possibilità di accendere lo schermo anche solo per guardare l’ora. Alla lunga però, consuma sempre un po’ di batteria in più del dovuto. Meglio quindi disattivarlo.
AccuBattery e Stato Batteria per Android e iPhone
Come ogni batteria, pur non soffrendo dell’effetto memoria, anche le batterie odierne ad ogni ricarica tendono a perdere gradualmente parte della propria capacità. Il più delle volte i produttori consentono di diagnosticare la salute della batteria attraverso applicazioni apposite. Su iOS lo strumento è stato aggiunto in seguito al Battery Gate; si tratta di uno scandalo che tempo fa ha investito Apple, colpevole di rallentare i dispositivi all’insaputa dell’utente, per salvaguardare i device da spegnimenti improvvisi.

Si è giunti così allo strumento “Stato Batteria” in grado di mostrare in percentuale lo stato di salute della batteria. Su Android il procedimento è un po’ più complesso. Ci si può affidare ad app di terze parti come ad esempio AccuBattery. Oltre a rilevare lo stato di salute della batteria in seguito alle varie ricariche, consiglia di interrompere la carica del telefono quando si raggiunge l’80%. Così si può mantenere un ciclo di vita della batteria più longevo. Un altro effetto negativo è il surriscaldamento, o comunque la temperatura; temperature troppo elevate o troppo basse potrebbero scaricare prematuramente la batteria. Il più delle volte una temperatura alta non è un problema, basterà aspettare che si raffreddi o tenere il device in un luogo più fresco.
Come aumentare la durata della batteria dello smartphone con il Risparmio Enegetico
Un’altra funzionalità piuttosto comune sui terminali Android, ma anche su iPhone, è il Risparmio Energetico. Questa opzione permette di limitare l’utilizzo di energia da parte di alcune app, che potrebbero risultare rallentate o non funzionanti. Su iPhone per attivare questa opzione sarà necessario recarsi nelle impostazioni della Batteria (o nel Centro di controllo) e attivare l’omonima funzione; si attiva anche automaticamente una volta raggiunto il 20% di autonomia. Una volta attivo, l’indicatore della batteria diventerà giallo, Il Risparmio Energetico si disattiverà quando, una volta sotto carica, l’iPhone raggiungerà l’80% di ricarica. Le funzioni che influenzerà riguarderanno la ricezione delle e-mail, l’attivazione dell’assistente Siri, gli aggiornamenti in background, effetti visivi e il caricamento delle foto su iCloud. Questa modalità può anche disporre di una pianificazione, utile ad aumentare la durata della batteria dello smartphone.

Su Android il Risparmio Energetico ha diverse sfaccettature sui diversi dispositivi, ma di base la funzionalità rimane simile. Vi sono ulteriori funzioni che intervengono (o si disattivano); ad esempio l’attivazione del tema scuro, o la disattivazione del Motion Sense sui Google Pixel 4.
Sui dispositivi Samsung ci sono diverse modalità di Risparmio Energetico, che si distingue in Ottimizzata, Medio, Massimo e Adattivo. Questo consentirà un risparmio più graduale, che andrà a limitare una porzione di funzionalità del telefono, tra cui anche la qualità del display. Si tratta di una serie di bilanciamenti che permettono all’utente di scegliere tra un interessante ventaglio di opzioni. In questo modo non si rinuncia a funzionalità magari indispensabili a seconda dell’utente.

In linea generale comunque la funzionalità Risparmio Energetico è presente su tutti i device anche con interfaccia diversa e il processo è il medesimo. Lo scopo è limitare le prestazioni per alcune app, congelare quelle in background e disattivare gli strumenti utilizzati in background come GPS etc.
Aumentare la durata della batteria ok, ma senza esagerare
Questi sono solo dei consigli che potrebbero risultare utili nei momenti in cui ogni piccola percentuale di batteria potrebbe essere vitale. Non sempre d’altronde si ha sotto mano una powerbank o un carica batterie. Ciò non vuol dire che siamo costretti a limitare al massimo le potenzialità del dispositivo. Non avrebbe senso spendere tanti soldi per un device (almeno nei casi dei top di gamma) per poi non sfruttarlo appieno. Sarebbe un po’ come comprare una Ferrari e usarla come un’auto più modesta. Questi consigli potevano risultare però utili fino a qualche tempo fa, quando le batterie erano meno performanti. Ora in genere i produttori sono più attenti e arricchiscono i dispositivi con batterie con un maggior amperaggio e una maggiore velocità di ricarica. Quanto illustrato in queste righe potrebbe però essere utile quando le batterie iniziano a deteriorarsi. Da mettere in pratica quando non è ancora il momento per sostituirle il telefono.
Cosa consiglia Apple in caso di inutilizzo
Apple dopo lo scandalo delle batterie di qualche tempo fa, ha arricchito di consigli i propri contenuti online per quanto riguarda le batterie. Si è anche espressa per quanto riguarda i dispositivi che non vengono utilizzati. Coonsigli che in realtà potrebbero essere anche presi in considerazione per dispositivi non iOS. Secondo il colosso statunitense, l’ultima ricarica prima dell’inutilizzo deve essere fissata intorno al 50%, non oltre, per evitare deterioramenti o danni all’autonomia.
Un altro consiglio è accertarsi di riporre il dispositivo in un luogo asciutto e fresco, o comunque in cui la temperatura sia inferiore ai 32°C. La temperatura è un elemento che non sempre possiamo controllare, ma che è cruciale per la batteria. In ambienti troppo caldi il telefono potrebbe surriscaldarsi e scaricarsi in minor tempo. Un’altra accortezza, qualora sia inutilizzato per circa sei mesi, di ricordarsi di ricaricarlo ancora fino al 50% e di fare così ogni sei mesi.
Solo parti originali
Sia Google sia Apple consigliano vivamente di usare caricabatterie originali. Altri caricatori potrebbero risultare inutili o dannosi. In realtà si può caricare i dispositivi con caricabatterie di terze parti; l’importante è accertarsi che siano provvisti del marchio di Conformità Europea (CE) o che siano compatibili con la ricarica rapida o con il dispositivo in possesso. Meglio diffidare inoltre da accessori troppo economici o poco affidabili.
La soluzione di OPPO per aumentare la durata della batteria
Sul finire dell’estate del 2022 OPPO ha presentato la nuova linea Reno8, dotata di batterie con una nuova tecnologia in grado di aumentarne la durata. Nei propri laboratori l’azienda ha rilevato che dopo un anno di utilizzo, la maggior parte delle batterie degli smartphone disporranno del 90% della capacità iniziale, che arriverà all’80% dopo due anni. L’utilizzo quotidiano passerà dunque dalle 24 ore di uno smartphone nuovo alle 19 ore di uno con due anni di utilizzo alle spalle.
Secondo l’azienda cinese, nonostante le guide consiglino di mantenere la ricarica dello smartphone secondo la regola 20:80, ovvero con una carica tra il 20% e l’80%, l’utente non dovrebbe preoccuparsi di questo. Negli ultimi tre anni il produttore ha dedicato ricerche sulle batterie agli ioni di litio. I frutti degli studi hanno portato ad una soluzione di ottimizzazione della salute della batteria, chiamata OPPO Battery Health Engine (BHE). Questa soluzione è in grado di mantenere la capacità di oltre l’80% anche dopo 1.600 cicli di ricarica, quantificabili in circa quattro anni di utilizzo, caricando la batteria una volta al giorno.

All’inizio di questo articolo abbiamo spiegato come avviene il processo di ricarica e perché possono formarsi ioni di litio inattivi o morti. La soluzione per preservare la batteria e la sua capacità, sarebbe quella di evitare il sovraccarico controllando la corrente e la tensione di carica in un intervallo appropriato. In questo modo il potenziale dell’elettrodo negativo è un indicatore importante, che può essere impiegato per monitorare la corrente e la tensione di carica in tempo reale. Ma la misurazione richiedeva un’altra sfida, in quanto non è possibile misurare il potenziale di un singolo elettrodo senza aggiungerne un terzo alla batteria. Una soluzione che sarebbe poco pratica per la disposizione della batteria stessa e aumenterebbe le dimensioni del telefono.
OPPO nel tentativo di aumentare la durata della batteria dello smartphone, conduce regolari revisioni delle ultime ricerche accademiche. Nel corso di una delle revisioni l’azienda si è imbattuta nella ricerca del professor Gregory Offer, specializzato sulla ricerca delle batterie al litio all’Imperial College di Londra. Il professore ha compiuto dei progressi teorici per ottenere il potenziale dell’elettrodo negativo utilizzando modelli algoritmici in grado di misurare la corrente e la tensione effettiva della batteria. Dopo tre anni di studio e test, OPPO insieme al Prof Offer, il team è riuscito a sviluppare un modello di batteria in grado di tracciare in tempo reale il potenziale dell’elettrodo negativo senza aggiungerne un terzo. In questo modo è possibile controllare con precisione la velocità di ricarica e la temperatura della batteria, per offrire il miglior equilibrio tra prestazioni e longevità. Questo tipo di batteria è stata battezzata Smart Battery Health Algorithm, ed è una delle due tecnologie alla base di OPPO BHE.

La seconda tecnologia introdotta da OPPO è la Battery Healing, il cui compito è quello di preservare la durata della batteria alterandone la chimica interna. Secondo quanto riferito dall’azienda cinese, quando le batterie si caricano e scaricano, la disgregazione dei composti elettrolitici sotto il potenziale elettrico provoca la formazione di un sottile strato, ovvero l’interfase elettrolitica solida (SEI). Uno strato essenziale per il funzionamento e agisce come una pellicola protettiva che migliora le performance degli elettrodi. Inoltre impedisce il danneggiamento delle molecole dell’elettrolita. La tecnologia sviluppata da OPPO migliora ancora le performance degli elettrodi, inoltre aiuta a mantenere la SEI in uno stato più stabile e ottimale, nonché duraturo. In questo modo la durata della batteria migliora, per via della riduzione dei danni agli elettrodi causati dalle continue cariche e scariche.

Con le batterie non si scherza
Apple e Samsung in passato hanno insegnato che con le batterie è meglio non scherzare. Nel 2016 Samsung ha subito un danno economico e di immagine di grandi dimensioni, in seguito al flop del Samsung Galaxy Note 7. Il dispositivo è stato realizzato con un errore di design e della batteria, che causava cortocircuiti ed esplosioni. In seguito a delle indagini è stato reso noto che la saldatura era difettosa e le dimensioni della batteria errate. Sono stati molteplici i casi in cui i telefoni sono esplosi o hanno causato incendi. L’azienda coreana ha dovuto quindi ritirare in fretta ben 2,5 milioni di dispositivi e provvedere al ritiro e al rimborso dei dispositivi.
Verso la fine del 2017 Apple è invece stata smascherata da un utente di Reddit che ha dato via al Battery Gate accennato in precedenza. Gli strascichi di questa vicenda per Apple durano tutt’ora; nel 2020 Cupertino ha dovuto patteggiare fino a 500 milioni di dollari di rimborso per risolvere una causa legale negli Stati Uniti, secondo Reuters.
E voi conoscete altri metodi alternativi per aumentare la durata della batteria dello smartphone? Se vi va, potete raccontarcelo nei commenti.
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