SANITÀ GLOBALE IN GINOCCHIO: LA “AI FEAR” COLPISCE 7 MEDICI SU 10

Al giorno d’oggi, tutti reputano l’AI un miglioramento sotto ogni aspetto della propria vita, grazie al proprio smartphone, sono molte le cose che ora si possono fare senza troppe conoscenze specifiche, e senza perdere tempo prezioso che può essere investito (o come accade spesso, perso) in altro.
Ma c’è ancora un campo in cui l’AI, nonostante abbia una potenzialità davvero smisurata, desta qualche preoccupazione a livello teorico e pratico: il settore sanitario.
Negli anni, abbiamo assistito ad un aumento sempre maggiore dell’uso della tecnologia in ambito medico, con macchinari sempre più all’avanguardia che hanno sicuramente agevolato il lavoro di medici e assistenti.
Sebbene l’aiuto dell’intelligenza artificiale potrebbe agevolare e rendere più precisi quelli che sono alcuni esami strumentali di oggi (ma non solo), il suo impiego in campo medico viene visto ancora con un certo timore (preoccupazioni anche giustificate in quanto uno sbaglio in un testo generato o corretto dalla IA è risolvibile, un errore in campo medico può portare a gravi conseguenze).

“La medicina è un miscuglio di scienza, saggezza e tecnologia”, affermava Robert Platt (ricercatore britannico), già dalla seconda metà del secolo scorso. Nel nuovo millennio, la situazione non è cambiata, anzi, il campo medico-sanitario, così come tutti gli altri settori industriali, è in continua evoluzione per sfruttare le tecnologie più recenti, sempre più precise e innovative, come l’intelligenza artificiale.
Nonostante questo, una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Comunication per conto di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, ha rilevato che un numero elevato di persone non sono propense ad abbracciare il cambiamento verso l’AI, risultandone perfino spaventate.

Da qui, il fenomeno denominato AI Fear, ossia la paura di farsi aiutare dall’intelligenza artificiale nello svolgimento delle mansioni quotidiane. Secondo un recente approfondimento realizzato da eMarketer, solo negli USA, più di 7 medici su 10, non vogliono interagire con questa tecnologia perché non ne capiscono il possibile utilizzo, o ne sono intimoriti, convinti che in futuro possa addirittura sostituirli. Le paure dei medici vengono inevitabilmente ereditate dai loro pazienti: infatti, secondo Healthcare Dive, l’81% delle persone ricoverate, ha più fiducia nel confrontarsi con una persona reale (medico) piuttosto che con un algoritmo (AI).

Il panorama europeo, e in particolare quello italiano, mostra che solo il 10% dei medici si sente informato sugli usi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale e si ritiene pronto a integrarla nella pratica quotidiana, secondo Medscape. Questo dato solleva una domanda importante: è possibile cambiare questa tendenza e favorire l’adozione dell’AI nel settore medico-sanitario?

La risposta è affermativa. Gli esperti sottolineano l’importanza di diffondere la cultura sull’AI per raggiungere questo obiettivo, attraverso una varietà di iniziative come eventi online e in presenza, corsi di formazione, podcast, dimostrazioni pratiche e molto altro. Due figure di spicco nel panorama italiano, Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e ideatori dell’AI Week (aiweek.it), hanno recentemente avviato una partnership strategica con la Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane (FISM) per promuovere la conoscenza dell’AI nel settore sanitario.

Collaborazione IA Spiegata Semplice – FISM

“L’intelligenza artificiale è il nostro futuro e, in quanto tale, va abbracciata come una fedele compagna di vita da tutti i principali settori operativi tra cui la medicina” è quanto affermano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti.

Dello stesso avviso, il presidente della FISM, Loreto Gesualdo: “L’artificial intelligence ci aiuterà a svolgere meglio il nostro ruolo di medici. Ci sono tante case history a supporto di quanto appena affermato, ma la prima che mi viene in mente riguarda i Big Data, ovvero l’AI che ci aiuta a raccogliere dati da trasformare in informazioni utili per studiare tante patologie e cambiarne la storia. Ma non è tutto, infatti esistono persino algoritmi, i quali dimostrano che molecole inizialmente «messe da parte» possano essere riutilizzate per terapie legate a patologie diverse. E ancora, esiste la possibilità di generare dei gemelli digitali, sui quali possono essere testati gli effetti collaterali di una risposta terapeutica. In Italia abbiamo tantissimi grandi ricercatori e non dobbiamo nasconderci di fronte alle potenze internazionali, dobbiamo però investire maggiormente in ricerca e, ad oggi, ricercare vuol dire proiettare lo sguardo verso il futuro. E il futuro non può che combaciare con l’intelligenza artificiale. Per questo motivo, abbiamo scelto di dare il via a questa collaborazione con IA Spiegata Semplice perché siamo convinti che potremo dare qualcosa in più a tutte le società federate. Vogliamo alfabetizzare la classe medica e, di conseguenza, portare a una vera e propria rivoluzione culturale grazie ad appuntamenti formativi e chiarificatori. A questo proposito, uno su tutti sarà sicuramente l’AI Week, evento a cui prenderanno parte anche moltissime importanti realtà del mondo medico-sanitario”.

Fanno seguito alle parole di Gesualdo ulteriori precisazioni relative alle applicazioni più sorprendenti dell’intelligenza artificiale in campo medico. Come dimostra un’analisi accurata fornita dal portale statunitense Techtarget, ci sono algoritmi in qualità di “artificial decision makers” che sono in grado di analizzare una cartella clinica e supportare quindi i medici nel prendere decisioni e fornire soluzioni utili a strutturare terapie il più corrette possibile per i pazienti coinvolti. Ma non solo, gli stessi algoritmi possono essere d’aiuto nella parte di laboratorio: questi sistemi avanzati, possono sia analizzare farmaci presenti sul mercato, sia “crearne di nuovi”. Molecole considerate non idonee in determinate situazioni, possono assumere un gran valore da una successiva analisi accurata, nel momento in cui vengono scoperti nuovi virus o batteri, con i ricercatori che possono sfruttare i loro punti di forza per la realizzazione di nuovi farmaci, da mettere a disposizione dei più bisognosi.

L’AI in campo medico potrebbe anche essere impiegata in tutte quelle operazioni che richiedono tempo ed un’altissima attenzione ad un essere umano, come analisi di informazioni, ma che grazie all’elevata capacità di calcolo (H24), potrebbero essere elaborate analizzando significative quantità di dati, garantendo risultati precisi in brevi periodi, lasciando spazio ai medici di svolgere al meglio il proprio lavoro, dedicando così maggiore attenzione al confronto e al trattamento empatico dei loro pazienti.

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