La musica nel Rinascimento nasce e si sviluppa di pari passo con la nascita, la crescita e l’espandersi della società.
Sono molteplici gli episodi politici e culturali che tra il ‘300 e ‘400 modificano lo scenario europeo. Si assiste alla nascita e all’affermazione degli stati moderni e al rafforzarsi degli scambi di tipo commerciale, finanziario e culturale.
Si respira così un clima d’apertura in cui è la cultura Umanista ad emergere e a porre l’uomo al centro dell’Universo, posto che fino a quel momento era stato occupato dall’idea di Dio.
Il Rinascimento è rifioritura culturale e sociale che si registra tra il ‘400 e ‘500, coinvolge soprattutto la civiltà cittadina e influenza anche l’ambito musicale, il quale vive un periodo ricco di novità, idee e stimoli.
Se prima del Rinascimento la musica sacra era al di sopra di ogni altro genere, dal ‘500 è quella profana ad acquisire una maggiore padronanza ed anche un significato più spirituale.
La musica nel Rinascimento, quella profana, si fa soprattutto a corte e comunica in maniera più fantasiosa ad un’aristocrazia rinnovata, benestante e di cultura.
In questo momento storico è la figura del mecenate a godere maggiormente della presenza dei musicisti; non tanto per una passione per le arti e la musica, quanto perché a quei tempi la musica a corte era vissuta come una moda ed era in atto una continua gara per beneficiare dei migliori musicisti di quell’epoca.
Musica nel Rinascimento, tra moda, valori e musicisti
Ma la musica durante il Rinascimento non era considerata da tutte le corti come una moda, vi era anche chi ne attribuiva un valore alto, che andava oltre le tendenze e le aspettative dei più.
I musicisti del Rinascimento in Italia si esprimevano attraverso diverse forme musicali: la frottola, dal genere popolaresco, e il madrigale, adatto a manifestare sentimenti amorosi. Invece i maggiori centri musicali italiani erano la scuola veneziana e quella romana.
Il Rinascimento è un periodo fondamentale per chi compone melodie perché si assiste allo sviluppo della musica vocale e all’evoluzione degli strumenti, tra i quali il liuto fa da padrone.
Tra i nuovi strumenti, quelli italiani erano i più richiesti, perché più leggeri, dai suoni candidi e il design funzionale.
La musica rinascimentale finalmente riesce a parlare all’uomo dell’uomo, con sonorità e registri innovativi, e probabilmente con maggiore autenticità rispetto al genere precedente. Sarà anche per questo che ha riscosso successo e che, seppur in modalità differenti, la ascoltiamo anche oggi?!
Cambiano i momenti storici, gli strumenti e le voci ma l’uomo, con la sua necessità di raccontarsi e trasmettere pensieri ed emozioni, cambia poco.
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