La musica primitiva per l’uomo vissuto nell’era preistorica ha un effetto unificatore, capace di dare forma espressiva, oggettiva e condivisa a sentimenti che all’inizio dei tempi erano esasperati e ultra-soggettivi.
Per l’aborigeno la parola associata alla melodia acquisisce un significato comprensibile, che altrimenti apparirebbe inafferrabile.
Universalizza e definisce i pensieri, unisce e annulla le diversità, è per questo che la musica è come magia per l’uomo primitivo che vive il suo tempo.
Non è un caso che le caratteristiche razziali in musica si rivelino facilmente ascoltando un cantore, che solo a parole non è invece possibile descrivere. Infatti nell’era preistorica la razza riesce a manifestarsi nel timbro, nel ritmo generale del movimento e nel tipo di melodia.
Uomo primitivo, musica, danza: per pregare e relazionarsi
La musica primitiva probabilmente per l’uomo preistorico aveva la funzione, non solo di comunicare, ma anche di “pregare”. Canto e danza si univano e rappresentavano un momento melodico indispensabile ed importante per la vita sociale dell’uomo di quell’epoca.
Col tempo, affinate la capacità dell’uomo primitivo, iniziarono le prime creazioni di strumenti musicali, ricavati soprattutto da oggetti di uso quotidiano.
In questa grande bolla melodica che andava sviluppandosi man mano, il canto occupò un ruolo centrale ad un certo punto, infatti, fu sfruttato dei primi cacciatori e raccoglitori di cibo che, per facilitare le relazioni a distanza, quando i gesti non bastavano, si servivano di messaggi inviati ai compagni, imitando i versi degli animali.
Per la costruzione e l’uso di strumenti musicali, invece, si dovette aspettare un po’ di tempo. Fu la nascita delle prime comunità organizzate, le cosiddette “tribù”, che diede il là a questo nuovo mondo fatto di melodia, strumenti musicali, canto, danza: tutti strettamente connessi.
L’archeoacustica come metodo per conoscere le melodie primitive
Grazie all’archeologia, che comprende scavi, ricerche e una costante e paziente osservazione, è possibile ammirare la pittura rupestre e addentrarsi in momenti storici anche molto lontani, ma sai che è possibile ascoltarla?
È magico tutto ciò ed è anche il risultato di uno studio condotto sul sito delle montagne di Cederberg, in Sudafrica, che presenta un nuovo e affascinante terreno di indagine e ricerca: l’archeoacustica:
«Gli archeologi trascorrono molto tempo a esaminare i resti di un passato lontano, che include lo studio delle pitture rupestri. Questo è in gran parte un lavoro visivo, ma a volte possiamo “ascoltare” quel passato usando metodi acustici» – spiegano gli autori Neil Rusch e Sarah Wurz su The Conversation.
Questa appassionante ricerca archeoacustica dà vita ai suoni prodotti da persone che vivevano molto tempo fa. Non abbiamo a disposizione nessuna registrazione ma siamo consapevoli del fatto che ballassero, cantassero e battessero le mani.
Gli strumenti c’erano, anche se rari. Un esempio sono le “rock gong”, rocce note come litofoni, che suonavano quando venivano colpite e producevano intensi suoni percussivi.
Musica primitiva vocale e i suoi diversi “magici” generi
Alla base della musica primitiva vocale è possibile distinguere più generi, il più antico dei quali è intonato liberamente e legato al linguaggio e all’imitazione realistica dei suoni naturali.
Il repertorio musicale dell’uomo primitivo è molto vasto: lui intona melodie anche solo con la voce, per chiamare, giocare, deridere, salutare ed anche ringraziare a fine pasto. Canta in molti momenti della giornata, soprattutto mentre lavora, probabilmente per rendere più lieti gli sforzi e tenere il ritmo della sua attività.
Anche l’amore trova spazio nelle melodie di quei tempi, che si presentano come formule magiche, spesso accompagnate con il flauto dolce, per far colpo e celebrare la bellezza dell’amata.
Nei momenti di svago popolare musica e danza non mancano di certo, come tanto diffusi sono i canti per l’infanzia, funebri, animaleschi, di caccia, di guarigione, ecc.
Insomma, per l’uomo primitivo il suono è vita e assume indubbiamente un profondo potere magico. Rappresenta l’origine del mondo, e la caverna-sogno che canta, simboleggiata dalla luna o dall’acqua e che equivale all’accesso al regno dei morti, costituisce fonte d’ispirazione musicale ed anche fonte della Creazione.
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