Negli ultimi articoli che abbiamo pubblicato relativi alle ricerche di Kaspersky sulle abitudini degli italiani nelle app di dating, è emerso che il 48% degli italiani incontrerebbe persone conosciute online, a patto che siano vaccinate, mentre il 37% degli interpellati si fida degli algoritmi dell’IA per trovare un partner. Tuttavia, dallo stesso sondaggio, è emerso che il 14% degli intervistati che utilizzano app di incontri è stata vittima di doxing.
Il termine è un neologismo, contrazione di “dropping dox” (dove dox sta per docs) ovvero “distribuire documenti”. Si tratta di una pratica che consiste nella raccolta e condivisione pubblica di dati personali, anche sensibili, da parte di altre persone senza autorizzazione. Il doxing è uso già da prima di Internet, mentre il termine era già in voga nell’ambiente degli hacker all’inizio degli anni ’90. All’epoca le faide tra hacker, solitamente noti attraverso un alias o un nome utente, portavano alla violazione di un anonimato prezioso e alla pubblicazione di documenti di un altro hacker.
La paura di essere vittima di stalking e la poca conoscenza del doxing
Se dal sondaggio di Kaspersky è emerso che il 55% degli italiani intervistati ammette che le app di incontri hanno reso gli appuntamenti più facili da organizzare, è anche vero che il 67% ammette di aver paura di essere vittima di stalking da parte delle persone incontrate online. Che per altro può anche classificata tra le conseguenze del doxing. Uno dei problemi delle app di incontri al quale l’utente non è solito pensare, è l’eccessiva quantità di informazioni che potrebbero portare problemi in futuro. Indirizzo di casa, luogo di lavoro, nome e numero di telefono, fanno aumentare il rischio che le minacce da online diventino anche offline. Del 14% degli italiani vittime di doxing, il 9% ha dichiarato di non essersene reso conto, non conoscendone la pratica.
Il 37% ha visto minacciare la propria privacy dal partner
Una ricerca che ha anche scoverchiato una serie di ulteriori problematiche che hanno minacciato la privacy del 37% degli utenti italiani intervistati. Questa fetta di utenza ha infatti reso noto di aver subito dal proprio partner la condivisione di screenshot di conversazioni private senza consenso, la minaccia di diffondere informazioni personali trovate online o la condivisione pubblica di foto intime. Fino al vero e proprio stalking nella vita reale. Tutto questo, rivela Kaspersky, si tratta di conseguenze dirette del doxing. Ma il problema più diffuso è il cyberstalking. Il 17% degli intervistati ha infatti ammesso di esser stato perseguitato da chi non era nemmeno tra i match delle app di dating.
Sarebbe bene quindi ricordarsi che ogni informazione condivisa su questo tipo di app o online, potrebbe essere interpretata o utilizzata da altre persone. Inoltre sarebbe bene controllare le impostazioni della privacy sulle app, per ridurre al minimo le probabilità che i dati vengano condivisi o archiviati da terze parti a propria insaputa. Infine, ma non di certo ultimo per importanza, non bisogna mai condividere informazioni personali in grado di identificare l’utente, come numero di telefono, posizione, indirizzo di casa e lavoro.
Gli strumenti per conoscere il doxing e difendersi
Kaspersky ha stilato una serie di strumenti per prevenire il doxing e conoscerlo meglio. Ad esempio sul proprio sito ha diffuso un corso gratuito (in inglese) chiamato Doxing: pericoli e prevenzione, sviluppato dagli esperti di privacy di Kaspersky insieme a Endtab.org. Presente anche una checklist (sempre in inglese) con consigli utili su come proteggersi dal doxing. Poi sarebbe bene utilizzare un’applicazione (come Google Authenticator) per l’autenticazione a due fattori.
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