Google Foto

Google Foto, finisce un’era: l’alternativa Telegram e altri rimedi

E così ci siamo. Google Foto da domani non sarà più del tutto gratuito. Oltre la quota di 15 GB gratuiti offerti ad ogni account Google, non si potranno più caricare immagini e video illimitatamente, anche a qualità ridotta, sul cloud di Big G. Alternative gratuite e user friendly come Google Foto non ce ne sono molte. Chi è abbonato ad Amazon Prime, può utilizzare Amazon Photos o Amazon Drive (a proposito, potrebbe interessarti questa guida). Altrimenti, se proprio non si può fare a meno del servizio di Mountain View, bisognerà acquistare dello spazio extra, che andrà via via ad esaurirsi a seconda del peso e della quantità dei contenuti caricati.

L’evolversi delle fotocamere degli smartphone, porta alla creazione di immagini sempre più pesanti e che consumano sempre più risorse, sia dello smartphone, sia dei supporti, fisici o virtuali, in cui questi contenuti andranno immagazzinati (e dimenticati). L’unica soluzione è tornare ad un utilizzo parsimonioso di questi strumenti, come si faceva una volta con le fotocamere analogiche. Un tempo quando le macchine fotografiche non erano digitali, si utilizzavano i rullini e le pellicole. Per contenere i costi, si riducevano anche la quantità di foto scattate. Diversamente, non essendoci più problemi di costi, tra fotocamere e smartphone, la quantità di immagini salvate e scattate, nonché condivise sui social, è aumentata vertiginosamente, nel corso degli anni e dell’evoluzione tecnologica.

L’escamotage offerta da WhatsApp e Telegram

Se si acquista dello storage da utilizzare su Google Foto, si dovrà necessariamente utilizzare con parsimonia lo spazio acquistato, per non tornare al punto di partenza in breve tempo, trovandosi ad acquistare altro spazio. Magari eliminando le foto doppie, quelle venute male, con l’accortezza di caricare solo quelle davvero significative. Oppure ci sono altri due metodi. Ad esempio caricando le immagini su Telegram, magari in una conversazione con un proprio numero di riserva, oppure creando un canale privato, in cui non ci sono altri utenti, o al massimo con qualcuno da invitare tramite link di condivisione. I contenuti caricati in queste “stanze” non vanno ad occupare spazio perché non necessitano di backup: i file vengono archiviati nei server dell’app di messaggistica russa. Inoltre, si potrà accedere da qualsiasi dispositivo, che sia PC, tablet o smartphone, anche contemporaneamente. Esiste solo il limite di 2 GB per file. Inoltre le foto e i video potranno essere catalogati tramite hashtag per essere recuperati molto facilmente.

Ecco come fare:

  1. Clicca sul tasto azzurro, come per scrivere ad un contatto
  2. Anziché selezionare un contatto, in alto seleziona “Nuovo canale
  3. Dai un nome e una descrizione (facoltativo) al tuo canale
  4. Impostalo come privato
  5. Carica i contenuti catalogandoli con hashtag

In realtà, anche il backup di WhatsApp si appoggia a Google Drive senza andare a risicare la quota gratuita messa a disposizione da Big G. (A proposito: potrebbe interessarti questo articolo). Anche in questo caso, puoi usare una conversazione con un numero di riserva, o un gruppo, sempre con un numero di riserva. Ma in questo caso, dovrai ogni volta caricare il backup su Google Drive (gratuitamente, indipendentemente dal peso del Backup).

Continuare ad usare lo spazio con Google Pixel

In realtà un’alternativa vera e propria all’utilizzo gratuito e illimitato di Google Foto esiste. Ed è… Google Foto. No, non sono impazzito. Chi acquista un dispositivo Pixel di Google, potrà continuare ad utilizzare gratis lo spazio in qualità ridotta. So che la prima idea che salta in testa è “compro un dispositivo Pixel, magari usato, scatto le foto con un altro smartphone, le trasferisco e le carico!”… Ma non funziona così. Google ha già trovato il modo di inibire questa possibilità, solo le foto scattate con i Google Pixel, potranno essere caricate gratuitamente su Google Foto. Insomma, Mountain View con una mossa vince due volte: a chi non può fare a meno del servizio, viene invogliato ad acquistare lo spazio necessario. E chi proprio non può farne a meno, viene invogliato ad acquistare un dispositivo Pixel.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.