Apple: “Android un device di tracciamento”

Nuove rivelazioni emergono dal processo antitrust contro Google, e che coinvolgono sempre più Apple. Una presentazione interna di Apple, datata 2013 e recentemente resa pubblica dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha sollevato il velo su come il colosso di Cupertino considerasse il sistema operativo Android, di proprietà del gigante della ricerca, definendolo un “enorme dispositivo di tracciamento“.

Le diatribe sulla privacy e la gestione dei dati non sono nuove nel settore, ma acquisiscono una luce particolare quando provengono da un documento ufficiale di una delle aziende più influenti al mondo. Nella presentazione, Apple non solo critica apertamente le pratiche di Google in materia di privacy, ma contrappone anche la propria filosofia: l’accorpamento dei dati tra servizi diversi avviene, secondo Apple, solo quando ciò migliora l’esperienza del cliente, al contrario di Google che combina informazioni attraverso tutti i suoi servizi.

Il caso si infittisce con la testimonianza di Eddy Cue, Senior Vice President di Apple, che ha toccato l’accordo di condivisione dei ricavi tra Apple e Google. È stato ipotizzato che Google potrebbe pagare ad Apple tra i 18 e i 20 miliardi di dollari all’anno per mantenere la sua posizione dominante come motore di ricerca sugli iPhone. L’ironia della situazione emerge quando si considera che, nonostante Apple abbia etichettato Android come un grande strumento di tracciamento, un’email interna di Google del 2016 rivela come Apple desiderasse una condivisione reciproca dei dati con Google.

Sebbene Google sostenga di non condividere informazioni dettagliate sulle attività di ricerca degli utenti, una proposta di scambio di dati, seppur redatta, solleva interrogativi su quali dati utente potrebbero essere stati effettivamente condivisi tra i due colossi tecnologici. Il documento, che è stato parte della testimonianza sigillata di Cue e solo ora diventato pubblico, getta nuova luce sulle complesse relazioni e negoziati che si svolgono dietro le quinte dell’industria tecnologica, rivelando quanto sia intricato il rapporto tra privacy degli utenti e strategie aziendali. Nel contesto attuale, tali rivelazioni potrebbero alimentare ulteriormente il dibattito sulla privacy e sull’etica della gestione dei dati personali nell’era digitale.

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