AI-LEARNING: CORSI E SEMINARI POTENZIATI GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Un’azienda su due sfrutta la potenza dell’intelligenza artificiale per migliorare i propri corsi e seminari. Questa la statistica rilevata da una recente indagine riguardo i benefici che l’IA presenta nel mondo del lavoro. Gli specialisti del settore sono unanimi: la tecnologia attuale può aumentare l’efficienza delle piattaforme e dei programmi di apprendimento del 50% grazie a innovazioni di ultima generazione come gli “AI tutor”, in grado di spiegare minuziosamente ogni tipologia di concetto e di tenere corsi di formazione/aggiornamento, rispettando tempi e necessità dei partecipanti. Sviluppati in questo campo anche gli “Avateacher”, con l’obiettivo di prevedere con anticipo, e con un’accuratezza del 90%, il livello di preparazione prima, e crescita poi, di ogni dipendente nello svolgimento del seminario scelto.
Ma come possono organizzarsi le società e i leader per esaudire questo desiderio in un’epoca in cui la rapidità e l’efficienza sono cruciali? Secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di QuestIT, la risposta è l’intelligenza artificiale, oramai diventata così centrale e funzionale che, a livello globale, si sta delineando un fenomeno noto come “AI-Learning Fever”.

“L’esplosione dell’AI-Learning Fever era solo questione di tempo: per 7 CEO su 10 nel mondo l’artificial intelligence avrà un ruolo determinante per il successo delle loro organizzazioni”, afferma Luana Lo Piccolo, esperta di governance e strategia dell’AI. Concorda Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT: “Il futuro dell’e-learning sarà sempre più «AI centered», infatti, il mercato globale dell’intelligenza artificiale applicata proprio al settore delle learning platform sfiorerà i 21 miliardi di euro entro i prossimi 3 anni”.

Alcuni consigli utili alle aziende per sfruttare al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale in ottica e-learning:
. Valutare le necessità di formazione specifiche per ogni dipendente per capire quali soluzioni scegliere al fine di offrire un servizio di alto livello e appagante;
. Affidarsi a consulenti o AI Expert per capire su quali piattaforme investire;
. Stimolare costantemente la motivazione dei dipendenti, puntando non solo su spiegazioni o corsi teorici, ma anche su strumenti pratici come quiz o simulazioni;
. Assicurarsi che i corsi di formazione/aggiornamento siano accessibili per tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità;
. Condurre verifiche a intervalli irregolari per fare in modo che i dati dei partecipanti ai corsi siano protetti correttamente;
. Offrire l’opportunità ai dipendenti di valutare i corsi, per verificare il loro livello di gradimento ed eventualmente apportare i dovuti cambiamenti.

Approfondimenti aggiuntivi sul tema e sullo scenario proposto vengono forniti da un esperto del settore, Ernesto Di Iorio, CEO della tech company senese QuestIT: “L’intelligenza artificiale, descritta da molti quasi come un pericolo, in realtà è già tuttora una più che valida aiutante e compagna di viaggio. Basta pensare che, implementando l’artificial intelligence, le aziende possono ridurre del 70% i costi impiegati per offrire corsi di formazione o d’aggiornamento da remoto ai loro dipendenti. Ulteriori conferme in merito all’esplosione della «AI-Learning Fever» arrivano dal mercato di competenza. Entrando più nello specifico, l’asset dell’artificial intelligence applicata al mondo e-learning sfiorerà i 21 miliardi di euro entro i prossimi 3 anni. In quanto azienda di spicco nel settore, a livello nazionale mettiamo a disposizione delle imprese del territorio soluzioni all’avanguardia come avatar intelligenti capaci di conversare, rispondendo in più lingue a seconda delle necessità, ma non solo. Gli stessi virtual twin, su richiesta delle aziende contemporanee, devono essere in grado di analizzare enormi quantità di dati, estrapolando i più autentici e d’interesse per i professionisti in carne ed ossa, i quali vengono di conseguenza supportati in diversi ambiti professionali tra cui quello educativo”.

In perfetta sintonia, Luana Lo Piccolo, AI Governance and Strategy Expert: “L’integrazione dell’AI nell’e-learning offre notevoli vantaggi, tra cui la personalizzazione dei percorsi formativi, che consente di adattare i contenuti alle esigenze individuali dei singoli partecipanti ai corsi, e l’alleggerimento del carico di lavoro dei coach attraverso l’automazione delle attività ripetitive. L’AI facilita inoltre un apprendimento più inclusivo e accessibile, superando barriere geografiche e linguistiche. Tuttavia, è essenziale affrontare i rischi legati a bias algoritmici e privacy dei dati, per evitare di ampliare le disuguaglianze digitali e garantire che gli studenti continuino a sviluppare competenze fondamentali, come il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, essenziali per il loro successo futuro. Per sfruttare al meglio l’AI nell’e-learning consiglio alle aziende d’iniziare con un’analisi approfondita delle esigenze formative dei dipendenti e di scegliere soluzioni AI che offrano personalizzazione e interattività. È fondamentale garantire la qualità dei contenuti, mantenere l’engagement attraverso strumenti come gamification, quiz e simulazioni, e assicurare l’accessibilità per tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità. La protezione dei dati, il supporto tecnico, e una valutazione continua dell’efficacia dei programmi sono altrettanto cruciali. Infine, l’integrazione dell’e-learning con altri software aziendali facilita una gestione efficiente delle informazioni, massimizzando così i benefici e allineando la formazione agli obiettivi aziendali”.

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