sextortion, cos'è l'estorsione sessuale online e come difendersi

9 consigli per difendersi dalla SEXTORTION

Secondo quanto riferito dalla Polizia Postale attraverso il proprio profilo Facebook e sul proprio sito web, sta crescendo il numero di minori vittime di sextortion, ovvero estorsioni sessuali, specialmente online. Il reato si verifica sui social network e i minori più esposti sono i ragazzi appartenenti alla fascia d’età dai 15 ai 17 anni, ma alle volte sono anche più giovani.

Come si diventa vittime di sextortion

La vittima viene adescata sui propri profili social. I malintenzionati tendono ad avviare chat, in seguito ad apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Dopodiché viene richiesto di effettuare videochiamate, con richieste sempre più esigenti e spinte. Una volta ottenuti foto e video sensibili, i malviventi minacciano le loro vittime di condividere con le loro amicizie e i loro parenti il materiale incriminato. La minaccia è seguita poi da una richiesta di denaro e in caso di mancato pagamento, il contenuto verrà poi condiviso.

La reazione delle vittime di estorsioni sessuali online

Spesso le vittime sono intrappolate tra vergogna e paura e tendono dunque a non rivelare quanto subito con i genitori, o i tutori. Un fenomeno dunque sottostimato, secondo quanto riferito nel post dalla Polizia Postale. La denuncia vorrebbe dire esporre agli adulti la propria condotta e il pudore dei ragazzi e delle ragazze coinvolti, potrebbe far risultare nei giovani la confessione persino peggiore del tentativo di sextortion. Se un minore si confida con un adulto di aver subito un’estorsione sessuale, è bene non giudicare tantomeno incolpare la vittima. La Polizia Postale ha riferito che reazioni come paura e vergogna, potrebbero innescare atti impulsivi.

Cosa fare se si è vittima di estorsione

Se si è vittima di sextortion o se i propri figli sono vittima di un’estorsione, è bene acquisire tempestivamente gli screenshot delle conversazioni con i malintenzionati e il rispettivo profilo. Dopodiché è possibile effettuare una segnalazione online alla Polizia Postale o in un qualsiasi ufficio. I maggiori di 14 anni possono effettuare una denuncia in autonomia in qualsiasi ufficio di Polizia. Bene ricordare che è meglio non cancellare i messaggi, nemmeno chiudere i profili, in modo da poter permettere verifiche da parte delle forze dell’ordine. Infine è sempre bene parlare con un adulto, un genitore o il proprio tutore se si è stati vittima di un’estorsione sessuale, per essere aiutati in questa situazione.

Il vademecum della Polizia Postale per difendersi dalla sextortion

  • Non cedere al ricatto e pagare.
    Una volta ottenuto il denaro i malviventi saranno incentivati a chiedere più denaro e ad essere più insistenti.
  • Non vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti.
    I giovani sono curiosi e inesperti e i criminali organizzati approfittano delle fragilità dei più giovani.
  • Non cancellare i messaggi/Non chiudere i profili.
    Bisogna sempre fare gli screenshot delle conversazioni (prima che i malviventi cancellino o prima di cancellarli) compreso il profilo dell’estorsore.
  • Fare una segnalazione sul sito della Polizia
  • Meglio parlarne con un adulto
    Riuscire a parlarne con un adulto di fiducia o i genitori è un modo per poter gestire la situazione ed essere aiutati.
  • I maggiori di 14 anni possono sporgere denuncia autonomamente in qualsiasi ufficio di Polizia.
  • Non giudicare le vittime di sextortion.
    La vergogna e il senso di panico provati dai più giovani possono metterli a rischio di atti impulsivi.
  • Ascoltare le vittime di estorsioni sessuali online.
    In questo modo sarà possibile reperire informazioni utili e rassicurare il minore che non sono i soli ad essere finiti in questa situazione.
  • Acquisire gli screenshot.
    Meglio acquisire quanto prima il materiale necessario come screenshot e profilo dell’estorsore per potersi recare in un ufficio di Polizia e sporgere denuncia tempestivamente.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.