L’uso diffuso dello smartphone in età prepubere rappresenta uno dei fattori chiave nella disregolazione emotiva degli adolescenti, con conseguenze che spaziano dall’autolesionismo fino all’ideazione suicidaria. È quanto emerso dall’audizione di Giuseppe Ducci, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1, davanti alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, nell’ambito di un’indagine sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani.
Negli ultimi cinque anni, ovvero dal periodo della pandemia di Covid-19 a oggi, i dati hanno registrato un raddoppio dei ricoveri di minori per autolesionismo e anoressia grave, oltre a un incremento dell’80% dei ricoveri legati all’abuso di sostanze. Cocaina, cannabis e alcol sono le principali sostanze consumate dai più giovani, un fenomeno diffuso in tutto il territorio nazionale. La radice di questi comportamenti risiede in una disregolazione emotivo-affettiva, ovvero l’incapacità di gestire le proprie emozioni, che si manifesta con dipendenze, violenza (anche digitale) e autolesionismo. Nonostante questi segnali preoccupanti, il tasso di suicidi tra gli adolescenti non ha registrato un aumento significativo.
Secondo l’analisi di Ducci, due fattori ambientali hanno inciso in modo determinante: il lockdown e la didattica a distanza durante la pandemia e l’uso precoce e pervasivo dello smartphone, che ha favorito iperconnessione e desintonizzazione emotiva. La progressiva digitalizzazione delle interazioni ha ridotto la capacità di elaborare emozioni nel mondo reale, come dimostra il comportamento diffuso tra i giovani che, pur sedendo insieme in un locale, preferiscono comunicare attraverso lo schermo.
Per affrontare questa crisi, è fondamentale un’integrazione tra i servizi per la salute mentale, le dipendenze e l’età evolutiva, abbattendo le barriere che separano l’assistenza ai minorenni da quella ai giovani adulti fino ai 25 anni.
L’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione, ha ribadito l’urgenza di tutelare i minori dai rischi legati a una comunicazione quasi esclusivamente digitale. Il Safer Internet Day, celebrato oggi in oltre 100 Paesi, rappresenta un’occasione per approfondire queste tematiche, già al centro di un’indagine specifica avviata dalla Commissione.
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