Pavel Durov: “WhatsApp non sarà mai sicuro”

Potremmo creare una rubrica intitolata “Gli scleri di Durov“. Periodicamente il fondatore di Telegram utilizza il proprio canale per informare i follower sulle proprie posizioni circa il mondo della messaggistica. Ultimamente se l’era presa con Apple riguardo alle difficoltà nel pubblicare gli update della propria applicazione, ieri ha messo nel mirino il competitor WhatsApp.

Una falla di sicurezza avrebbe consentito l’accesso remoto

Recentemente WhatsApp ha pubblicato una nota in cui avrebbe reso noto di un problema di sicurezza, anche piuttosto grave. Come ammesso dalla stessa piattaforma di messaggistica, sarebbe bastato ricevere un video o un file dannoso o addirittura una videochiamata per consentire un accesso remoto non desiderato ad un malintenzionato.

L’immagine condivisa da Durov sul proprio post

Lo sfogo di Pavel Durov non è tanto per la pericolosità della falla, ma per la recidività della stessa. Come lo stesso founder riporta, un bug simile era stato scoperto nel 2017, nel 2018, nel 2019, e nel 2020. Lo sviluppatore ha riferito che è probabile dunque che vi siano nuove falle, generate da problemi non casuali, dacché sono “piantati in backdoor”. In un post di Durov, viene spiegato il perché WhatsApp non sarà mai sicuro:

“Ogni volta che WhatsApp deve correggere una risposta critica nella propria app, una nuova sembra prenderne il posto. Tutti i loro problemi di sicurezza sono convenientemente adatti per la sorveglianza, hanno un aspetto e in modo molto simile alle backdoor.  

A differenza di Telegram, WhatsApp non è open source, quindi non c’è modo per i ricercatori di sicurezza di verificare facilmente se ci sono backdoor nel suo codice. Non solo WhatsApp non pubblica il suo codice, ma fa l’esatto opposto: WhatsApp offusca deliberatamente i binari delle loro app per assicurarsi che nessuno sia in grado di studiarli a fondo. “

Pavel Durov

Durov: Meta ha trasformato qualsiasi telefono in spyware

Già nel 2019 nel post del proprio blog Pavel Durov ha attaccato frontalmente l’app di messaggistica di Meta accusandola di “aver trasformato qualsiasi telefono in spyware. Nel messaggio condiviso sul proprio canale Telegram, il fondatore ricorda che Jeff Bezos, il papà di Amazon, ha scoperto nel 2020 di essere stato vittima di hacking, da parte di un principe saudita. Ed ecco il motivo perché Jeff Bezos ha cancellato WhatsApp dai propri dispositivi, perché “Averlo installato crea una porta per entrare nel tuo telefono“.

Il messaggio si chiude con la rassicurazione circa la sua non intenzione di portare ulteriori utenti su Telegram. Attualmente la piattaforma conta oltre 700 milioni di utenti attivi e 2 milioni di iscrizioni giornaliere, per cui “non ha bisogno di ulteriori promozioni“. Da ricordare inoltre l’episodio dello scorso anno in cui molti utenti sono migrati su Telegram da WhatsApp per via della privacy. Ma non termina qui l’attacco frontale a Meta. L’ultimo messaggio, piuttosto inquietante e che non verrà accolta con favore a Menlo Park è la seguente: “Puoi utilizzare qualsiasi app di messaggistica che ti piace, ma stai lontano da WhatsApp: ormai è uno strumento di sorveglianza da 13 anni“. Dubitiamo che verrà pubblicata una risposta, non essendo nello stile di Meta, ma anche Telegram, non è che sia il posto più sicuro.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.