Una novella del 1880 di Giovanni Verga, intitolata “La roba“, racconta la vita un uomo, Mazzarò, che partito da umili origini, riesce a raggiungere importanti possedimenti, i quali lo porteranno a diventare ben presto avaro. Ma anche lui dovrà fare i conti con l’ineluttabile sopraggiungere della “Signora in Nero” che lo dividerà dalle sue proprietà. Da qui dunque il celebre “Roba mia, vientene con me!” con cui colpisce qualsivoglia possedimento per portarlo con sé nell’ultimo viaggio. Jeff Bezos, visionario da poco diventato per primo centimiliardario, ovvero capace di raggiungere (insieme a Bill Gates) 100 miliardi di dollari di patrimonio, sembra proprio non voler ritrovarsi come Mazzarò e doversi separare dalla sua roba. O almeno, non nel breve periodo.
Il magnate fondatore di Amazon e Blue Origin, ha difatti puntato nella giornata di ieri 3 miliardi di dollari nella start up Altos Labs, una compagnia biotecnologica impegnata nella rigenerazione cellulare e la lotta all’invecchiamento. L’inizio dell’avventura nell’ambizioso obiettivo della start up risale a settembre, e vede da ieri il reclutamento di Hal Barron ora Direttore Esecutivo di Altos Labs ed ex manager farmaceutico dalla multinazionale britannica GlaxoSmithKline. La compagnia è stata lanciata ufficialmente il 19 gennaio 2022 e qui si può leggere la press release.
Il viaggio nella ricerca per ora consiste nel reclutare gli accademici più illustri e stimati, a cui sembra siano promessi stipendi paragonabili a quelli dei calciatori. Le voci che rimbalzano di giornale in giornale promettono fino a 50 anni di vita in più. Per ora la start up è agli inizi e non è ancora chiaro obiettivi e date, quel che è certo è che avrà sede inizialmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il viaggio nel ringiovanimento del team di Altos Labs è appena iniziato, e il piano è decisamente ambizioso. Sul sito ufficiale sono stati resi noti i volti e i nomi di chi è impegnato nella ricerca. Eventualmente si può consultare periodicamente la pagina con i membri degli scienziati, e cercare di capire di volta in volta se c’è qualche ruga in meno nel volto dei ricercatori.
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