In un recente articolo di Nature, il giornalista Sumeet Kulkarni esplora le intersezioni tra realtà scientifica e finzione narrativa nella serie televisiva “3 Body Problem“, pubblicata da Netflix il 21 marzo. Questa serie, tratta dalla trilogia di successo di Cixin Liu, ha catturato l’attenzione globale, posizionandosi tra i programmi più visti su Netflix per cinque settimane consecutive.
La scienza reale e quella fiction
La narrazione si sviluppa attorno a Saul Durand, interpretato da Jovan Adepo, e Augustina “Auggie” Salazar, interpretata da Eiza González. Entrambi scienziati, essi cercano di intercettare segnali da una civiltà aliena, i San-Ti, che utilizza l’entanglement quantistico per spiare la Terra. Per sondare il confine tra la scienza illustrata nella serie e quella reale, Nature ha consultato tre esperti del settore. Xavier Dumusque, planetologo all’Università di Ginevra, si è concentrato sul sistema a tre stelle di Alpha Centauri, spiegando che, nonostante la narrazione suggerisca un ambiente caotico per i pianeti coinvolti, la realtà è meno drammatica data la lontananza di Proxima Centauri dalle altre due stelle.
Younan Xia, scienziato dei materiali presso il Georgia Institute of Technology, ha messo in discussione la rappresentazione delle nanotecnologie nella serie, sottolineando che, nonostante l’avanzamento delle nanofibre, nessun materiale ha ancora superato la durezza del diamante. Matt Kenzie, fisico delle particelle e consulente scientifico per la serie, ha discusso il realismo della rappresentazione degli scienziati e delle loro dinamiche interpersonali. Ha lodato il tentativo dello show di promuovere un’immagine diversificata del campo della fisica, pur riconoscendo che la realtà è ancora predominata da uomini bianchi. Kenzie ha anche commentato l’utilizzo delle particelle entangled nei sofoni, strumenti di spionaggio degli alieni, come una possibile anteprima di future tecnologie di comunicazione quantistica.
Non perdete i libri!
Mentre “3 Body Problem” trascende i confini della realtà per esplorare galassie lontane, ci offre al contempo una lente attraverso cui osservare il futuro possibile della scienza. Questo approccio crea un ponte tra il mondo della ricerca e quello dell’intrattenimento, invitando gli spettatori a domandarsi non solo “cosa succede dopo?” ma anche “cosa possiamo fare per arrivarci?”. Con la sua abile fusione di fatti scientifici e finzione narrativa, la serie dimostra che la strada verso il futuro è pavimentata con le pietre dell’immaginazione e dell’indagine rigorosa. E se non sapete aspettare le nuove stagioni, la redazione di Smartphonology consiglia, anzi vi esorta, a leggerne la trilogia.
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