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I falsi miti della Privacy Digitale in Italia, ecco quali sono

Un recente studio condotto da Kaspersky ha evidenziato la persistenza di numerosi falsi miti legati alla privacy digitale tra gli italiani. Nonostante l’uso diffuso dei dispositivi digitali e la crescente consapevolezza dei rischi legati alla cybersicurezza, molti utenti continuano ad adottare pratiche basate su convinzioni errate.

Coprire la Webcam: una protezione illusoria?

Secondo lo studio intitolato “Entusiasmo, superstizione e grande insicurezza – Come gli utenti di tutto il mondo si confrontano con l’universo digitale“, il 42% degli italiani ritiene che coprire la webcam dei propri dispositivi sia una misura efficace per garantire la propria privacy. Tuttavia, questa pratica, sebbene diffusa, non rappresenta una soluzione completa ai problemi di sicurezza online. La percezione che la semplice copertura fisica della webcam possa prevenire tutte le minacce alla privacy digitale dimostra una mancanza di comprensione delle complesse dinamiche della sicurezza informatica.

Navigazione in incognito: una falsa sicurezza

Un altro dato significativo emerso dalla ricerca riguarda l’uso delle modalità di navigazione in incognito. Il 36% degli italiani crede erroneamente che questa modalità li renda completamente invisibili online. In realtà, la navigazione in incognito offre solo una protezione limitata, non impedendo, ad esempio, ai siti web di tracciare l’indirizzo IP o di raccogliere altre informazioni sensibili.

Le contraddizioni degli Italiani sul digitale

Le contraddizioni nelle abitudini digitali degli italiani emergono anche da altri dati raccolti da Kaspersky. Nonostante il 42% si impegni a proteggere la propria privacy coprendo la webcam, il 39% degli intervistati non esita a partecipare a test online e minigiochi, condividendo i propri dati personali con fonti spesso poco affidabili. Questo comportamento evidenzia una contraddizione tra l’intenzione di proteggere la propria privacy e le azioni che espongono gli utenti a potenziali rischi.

La diffidenza verso gli assistenti vocali

Un altro aspetto interessante è la diffidenza verso gli assistenti vocali. Quasi la metà degli italiani teme che questi dispositivi siano costantemente in ascolto e che possano raccogliere informazioni personali. Questa preoccupazione porta il 24% degli intervistati ad attivare la modalità aereo durante conversazioni private, nel tentativo di prevenire potenziali violazioni della privacy.

Conclusioni dello Studio

Anna Larkina, Web-Content Analyst di Kaspersky, ha sottolineato l’importanza di un approccio informato alla cybersicurezza e alla privacy digitale. “Per garantire sicurezza e protezione, è essenziale mantenere un approccio critico, affidandosi esclusivamente a fonti e fatti verificati,” ha dichiarato. La ricerca evidenzia come sia fondamentale evitare tecniche non comprovate e falsi miti, adottando invece soluzioni di sicurezza complete che offrano una protezione robusta contro una vasta gamma di minacce.

Il declino della consapevolezza sulla cybersicurezza

Un ulteriore studio condotto da NordVPN ha rivelato un peggioramento preoccupante a livello globale in termini di consapevolezza sulla privacy online e la cybersicurezza, con l’Italia che è scivolata dall’8° all’11° posto nella classifica mondiale. Questo declino evidenzia una crescente difficoltà degli italiani nel comprendere e affrontare le nuove sfide della sicurezza informatica. Il report di NordVPN, basato su un’indagine chiamata National Privacy Test (NPT), ha mostrato come, nel 2024, il numero di utenti consapevoli, definiti “Cyber Star”, si sia dimezzato rispetto all’anno precedente. Mentre gli italiani continuano a dimostrare competenze solide nella creazione di password forti (98%) e nella gestione di offerte sospette di servizi di streaming (94%), emerge una scarsa consapevolezza su temi cruciali come la privacy legata all’intelligenza artificiale (IA) utilizzata sul lavoro, con solo il 7% degli italiani che dichiara di essere a conoscenza dei relativi rischi.

Il National Privacy Test, condotto su oltre 25.000 partecipanti provenienti da 181 Paesi, ha evidenziato un trend preoccupante: il livello di consapevolezza globale sulla privacy online e la sicurezza informatica è in declino. Paesi come Singapore, Finlandia, Lituania, Germania e Stati Uniti si sono posizionati tra i primi posti, mentre l’Italia ha registrato un calo significativo, scivolando all’11° posto. Questa diminuzione delle competenze si riflette anche nella gestione della sicurezza delle reti Wi-Fi domestiche, con il 12% degli italiani che ignora le soluzioni per proteggere la propria rete, ritenendola erroneamente sicura di default. Inoltre, solo il 18% degli italiani utilizza strumenti come i password manager per conservare in modo sicuro le proprie credenziali.

Le cause del declino

Marijus Briedis, Chief Technology Officer di NordVPN, ha sottolineato come i rapidi progressi tecnologici, combinati con la crescente complessità delle minacce digitali, abbiano contribuito a un calo della consapevolezza sulla privacy online. Molti utenti sono più concentrati sui benefici immediati che sulla sicurezza a lungo termine, e questa tendenza potrebbe aver contribuito alla diminuzione della consapevolezza. “Per alcune persone, i progressi tecnologici possono risultare così travolgenti da render difficile stare al passo. Le app online, progettate per essere pratiche e funzionali, diventano sempre più integrate nella nostra vita quotidiana, e spesso si dà priorità alla facilità d’uso rispetto alla privacy, esponendosi inconsapevolmente a rischi”, ha spiegato Briedis.

Come aumentare la propria privacy e sicurezza Online

In risposta a questo calo di consapevolezza, Briedis ha condiviso alcune raccomandazioni per migliorare la sicurezza online. Queste includono la creazione di password uniche e forti, l’attivazione dell’autenticazione a più fattori (MFA), l’aggiornamento regolare del software, l’uso di una rete privata virtuale (VPN) per criptare la connessione internet e la revisione delle impostazioni di privacy su piattaforme social e applicazioni mobili. Inoltre, Briedis ha enfatizzato l’importanza di un’educazione continua sulla sicurezza informatica, poiché rimanere informati è essenziale per prendere decisioni consapevoli e proteggere la propria presenza online.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.