In seguito al blocco con effetto immediato di ChatGPT disposto dal Garante della Privacy avvenuto nella tarda serata del 31 marzo, il Web si è mobilitato come di consueto nel salottino di Twitter e sui social. In poche ore migliaia di messaggi, molti dei quali contro la scelta del Garante, mentre altri sono in cerca della soluzione per aggirare il divieto.
Diversi gli utenti infatti che hanno ormai imparato a collaborare con l’Intelligenza Artificiale di OpenAI, i quali hanno anche sottoscritto un abbonamento a pagamento a ChatGPT Plus, per ottenere vantaggi, come risposte più rapide o l’accesso al modello più avanzato, ChatGPT-4. Dettaglio che non è sfuggito alla lungimirante Autorità italiana, unica al mondo che ha disposto il blocco dell’utilizzo dello strumento nel Belpaese.
Per metterci una pezza, nelle prime ore del primo aprile, è stato disposto un rimborso da parte dell’Autorità, riservato a tutti gli utenti italiani che hanno già provveduto all’acquisto del pacchetto Plus. Per accedervi, è possibile utilizzare una VPN, accedere a ChatGPT e chiedere allo strumento dell’azienda statunitense di scrivere una e-mail diretta al Garante per scoprire come accedere al rimborso. La richiesta dovrà avere come oggetto “April Fool’s Refund“.

Lo ammettiamo, è un pesce d’aprile, uno scherzo. Ma mai bello come lo scherzo che ha fatto l’Autorità a chi ogni giorno lavora e ottimizza le attività con uno strumento utilizzato dietro abbonamento.
Leave a Reply