Sono passati tre mesi dalla presentazione della triplice offerta della linea Google Pixel 9 anche sul mercato italiano. I nuovi dispositivi di Big G sono sempre più orientati all’AI e sempre più performanti. Dopo anni di latitanza, la linea Pixel torna su Smartphonology (prodotto fornito da Google) per una review. Uno smartphone completo, compatto ma non troppo e che ha molte cose da dire (anche se bisogna “tirargli fuori le parole”). Vediamolo in azione.
La confezione di Pixel 9
La confezione del Pixel 9 è risicata. Giusto il telefono e il cavo USB-C/USB-C.
Il design di Google Pixel 9
L’aspetto del telefono è essenziale, ma questo non vuol dire che non sia ben progettato. Il telefono si regge bene in mano. Le dimensioni sono di 152,8 x 72 x 8,5 mm; l’utilizzo con una mano è semplice, ma si potrà sempre contare sulla Modalità ad una mano, nel caso servisse. I materiali sono pregiati, la cornice è in metallo satinato, ma il retro lucido tende a sporcarsi facilmente. Abbiamo in prova il device nella colorazione Obsidian (nero) ed è elegante e adatta ad ogni contesto. Lo spazio riservato alle fotocamere è stato pensato affinché il telefono non si sbilanci quando posato su di un piano. Abbiamo ricevuto in prova anche la cover, che soffre in realtà dello stesso problema del device: benché si sposi alla perfezione con il suo stile, scuro ed essenziale, ha una grande facilità a sporcarsi, ma è solida e piacevole al tatto. Gli angoli dello smartphone sono morbidi, nella parte inferiore prevede uno speaker di sistema, la Usb Type C e lo slot per una Sim (la seconda dovrà essere necessariamente eSIM). Il profilo destro prevede un tasto di accensione e il bilanciere del volume, posizionati affinché non sia difficile raggiungerli con il pollice destro. Liscio il profilo superiore e quello sinistro.
Lo schermo e l’audio del Pixel 9
Il pannello del Google Pixel 9 è da 6,3 pollici, AMOLED, con protezione Corning Gorilla Glass Victus 2 e una frequenza d’aggiornamento fino a 120Hz. La luminosità massima arriva fino a 3.000 nits, per cui non ci saranno problemi nella consultazione dei contenuti sotto la luce diretta del Sole. Il problema è che non gli è stata applicata una pellicola, per cui bisognerà farlo in autonomia. Altrimenti con la cover originale, non sarà raro dover pulire lo schermo dalla polvere che si deposita continuamente per via dei bordi sporgenti della cover. Il sensore di impronte digitali posto sotto al display sblocca con reattività il telefono. L’audio è fornito dallo speaker di sistema di cui prima e dalla capsula auricolare. Insieme assicurano un audio stereo di grandissima qualità, per uno smartphone. L’esperienza videoludica, è di ottimo livello per un dispositivo compatto. Bene anche lo sblocco con il volto.
Hardware, Software & AI
C’è ben poco da dire sull’hardware di Google Pixel 9. Possiede al suo interno il Google Tensor G4 con chip di sicurezza Titan M2. A supporto, 12 GB di RAM e 128 GB di storage. Ecco, questo è forse l’unico neo. 128 GB incominciano ad essere pochini, specie con le possibilità fotografiche di questo smartphone. La batteria è da 4.700 mAh, con carica “rapida” da 27W e wireless da 15W. La sensazione è quella di avere a che fare con uno smartphone potente, forse da uno dei più performanti su questa fascia. Complice anche un sistema scevro da ogni app superflua o personalizzazione invadente dei competitor. A sorpresa anche la batteria, benché possa sembrare esigua rispetto agli altri player, stupisce per la sua capacità di durare anche più di un giorno, con un utilizzo non blando, ma nemmeno eccessivo. Peccato solo che la ricarica non è poi così rapida.
L’intelligenza artificiale però è un po’ da scoprire. Si potrà utilizzare Gemini Advanced come assistente, anche nella funzionalità Live. L’AI generativa la si potrà utilizzare con Magic Editor su Google Foto. Diciamo che se da una parte l’interfaccia pulita rende tutto più fluido e snello, dall’altra parte qualche personalizzazione ulteriore in funzione dell’intelligenza artificiale forse non avrebbe guastato. Qualcosa si può trovare navigando nei toggle, come ad esempio la trascrizione in tempo reale di quanto ascoltato dal microfono. Funziona molto bene e si può copiare il testo e condividerlo, conservarlo e così via. Ad ogni modo aprendo Gemini si può avere accesso all’AI generativa di Google. Con Pixel 9 si potrà utilizzare l’AI per riassumere le proprie e-mail, scrivere un testo che si potrà esportare poi in Documenti oppure in una nuova bozza di Gmail. Ma si potranno anche creare immagini e così via.
Molto interessante invece la possibilità “Filtro” ovvero di filtrare le telefonate, con l’assistente vocale che farà da segreteria telefonica in tempo reale e interattiva. L’AI chiederà spiegherà al chiamante che l’utente non può rispondere, nel mentre potrà selezionare una serie di domande da porre all’utente che chiama per carpire maggiori informazioni sui motivi della telefonata. Tuttavia non sempre riesce a trascrivere correttamente quanto riferito dall’interlocutore, tuttavia la telefonata viene registrata e trascritta in tempo reale. La potenza dell’AI si espande inoltre con l’ecosistema. Indossando i Google Pixel Buds Pro 2, si potrà chiacchierare con l’AI anche dagli auricolari. L’unica noia accade quando vogliamo telefonare un contatto: in quel caso ci verrà chiesto di sbloccare il telefono. Da una parte è un bene per la sicurezza, ma dall’altra perde il senso di non utilizzare le mani.
Il reparto fotografico
Tre le fotocamere di Google Pixel 9, una frontale e due posteriori, rispettivamente da 10,5 MP, 50 MP (con stabilizzatore ottico) e 48 MP. La grandangolare ha un angolo di visione ampio, da 123°, con funzioni per foto macro. Di giorno e di sera le foto sono di alta qualità, anche se si può percepire un’incongruenza tra la coppia posteriore e l’anteriore. La funzionalità Aggiungimi presente nelle fotocamere di Google Pixel, porta una funzionalità dell’AI che permette di scattare due foto in cui anche chi scatta la foto può comparire, per poi essere riunite in un unico scatto. A lungo si potrebbe parlare di una foto palesemente falsificata che può essere considerata totalmente reale, ma è anche un fattore per valutare la capacità degli algoritmi di Google. E attualmente sono impressionanti. Molto bene i video, che si possono registrare a 4K a 60 fps con ambo le fotocamere anteriore/posteriore. I ritratti sono sì piacevoli, ma alle volte la sfocatura è eccessiva e poco armoniosa.
Conclusioni
Per gli orfani di dispositivi al di sotto dei 6 pollici, o comunque compatti, Pixel 9 è la scelta ideale. Un puro top di gamma che incarna l’essenza di Android senza fronzoli, con l’arrivo dell’AI e delle buone fotocamere. Il costo al lancio è appropriato rispetto alle specifiche e l’esperienza snella del sistema operativo, con le integrazioni AI lo rendono un device interessante. A voler essere puntigliosi, la perfezione si sarebbe raggiunta con un design a prova di ditate, un taglio di memoria più generoso e una carica più rapida. Ma non si può avere tutto, no?
Leave a Reply