Telegram supera i 500 milioni di utenti

Pavel Durov risponde al Brasile

Pochi giorni fa il Brasile ha sospeso Telegram nei propri confini, perché la piattaforma si è rifiutata di inoltrare i dati di un gruppo neonazista attivo sull’app di messaggistica. Stando a quanto riportato dalle autorità brasiliane, il gruppo potrebbe aver avuto delle interazioni con una persona che ha commesso un attentato che ha portato alla morte di diversi minori.

Il messaggio di Durov

Pavel Durov, poche ore dopo la decisione del governo brasiliano, ha riferito sul proprio canale Telegram i motivi del rifiuto alle richieste delle autorità locali. Nella missiva si appella alla libertà di parola e alla privacy degli utenti globali. Nel caso in cui le leggi locali dovessero opporsi a quella che Durov definisce la “missione” di Telegram, l’app si trova costretta a lasciare quei mercati. Già in Cina, Iran e Russia Telegram è vietato per via della propria posizione di principio in merito di diritti umani. Pavel Durov ha inoltre riferito che “Tali eventi, sebbene sfortunati, sono ancora preferibili al tradimento dei nostri utenti e delle convinzioni su cui ci siamo fondati“.

Il messaggio nel canale si conclude con la spiegazione che i dati richiesti dal tribunale brasiliano sono impossibili da ottenere tecnologicamente. La piattaforma ha anche fatto ricorso contro la decisione, in attesa di una risoluzione finale. “Indipendentemente dal costo, difenderemo i nostri utenti in Brasile e il loro diritto alla comunicazione privata“, conclude Durov.

Il precedente Apple

Non è la prima volta che un brand di tecnologia si rifiuta di collaborare con le istituzioni, nonostante di mezzo ci sia un attentato e vite umane distrutte. Bisogna tornare indietro di sette anni, quando dopo la strage di San Bernardino, sedici persone sono state uccise da un terrorista. L’uomo era un utente iPhone e l’FBI chiese all’epoca dei fatti una collaborazione attiva da parte di Apple. Collaborazione che, stando quanto riferito nella lettera di Tim Cook, effettivamente ebbe luogo. Tuttavia il Bureau ha chiesto a Cupertino di sviluppare una versione del sistema operativo iOS facilmente penetrabile. Tim Cook senza giri di parole, ha spiegato che quel che richiedeva l’FBI era una backdoor, richiesta dunque irricevibile secondo Apple. Ma a differenza di Telegram, Cupertino ha comunque collaborato con le autorità. Non si può dire lo stesso di Telegram.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.