Il 2022 è stato un anno di profondi cambiamenti nel settore energetico italiano, caratterizzato da una crisi dei mercati di gas ed elettricità, con flussi di gas russo verso l’Europa dimezzati e prezzi raddoppiati rispetto al 2021. Secondo l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA, l’anno si è concluso con una contrazione dei consumi energetici del 12% nell’ultimo trimestre, che in termini medi annui si traduce in un calo di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%).
Aumentano le fonti rinnovabili, giù l’ISPRED
Tra gli aspetti positivi, la quota di fonti rinnovabili sui consumi finali è cresciuta di un punto percentuale, attestandosi al 20%. In forte peggioramento, però, l’indice ISPRED. Tale indice, acronimo di “Indice di Sostenibilità PREzzi e Decarbonizzazione” è un indicatore sviluppato dall’ENEA, utile a fornire una misura della transizione energetica di un paese. Valuta l’andamento di tre componenti principali: prezzi dell’energia, emissioni di gas serra e sicurezza energetica. Il peggioramento è quantificabile al -54%. Per quanto riguarda l’indice della transizione energetica ISPRED, il calo del 54% è dovuto in particolar modo alle componenti “prezzi” e “decarbonizzazione”, mentre modesto è stato il regresso della componente “sicurezza”.
Nel 2022, le emissioni di anidride carbonica hanno registrato il secondo aumento consecutivo su base annua (+ 0,5%), un dato comunque meno negativo rispetto al +8,5% del 2021. Il calo dei consumi energetici dell’ultimo trimestre è stato causato da una contrazione della domanda e azioni di adattamento nell’industria, clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 dei riscaldamenti e misure di contenimento dei consumi. Nel periodo di riferimento del Piano nazionale di contenimento, i consumi di gas sono stati inferiori del 19% e quelli di elettricità del 4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Nonostante il calo dei consumi di energia, l’aumento delle emissioni di CO2 (+0,5%) è imputabile al maggior utilizzo di carbone e olio combustibile nel termoelettrico (+60%), che ha più che compensato la forte contrazione del gas naturale. L’aumento delle emissioni ha riguardato solo i settori ETS (generazione elettrica ed energivori, +5,5%), mentre sono diminuite del 2,5% quelle dei settori non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria).
Italia in recupero nell’elettrico
Il ricercatore ENEA Francesco Gracceva afferma che il piano di contenimento dei consumi di gas e i prezzi record dell’energia hanno contratto la domanda di gas ed elettricità, garantendo margini di capacità accettabili sia nel sistema elettrico che nel sistema gas. La scelta del decisore è stata quella di salvaguardare la sicurezza del sistema, pur al costo di un peggioramento sui fronti della decarbonizzazione e dei prezzi dell’energia, che si spera possa essere temporaneo.
Sul fronte delle tecnologie low-carbon, emergono segnali positivi per la mobilità elettrica. I dati più aggiornati sui brevetti per accumulatori e sistemi di ricarica mostrano per l’Italia un lieve recupero dello svantaggio accumulato rispetto ai più rilevanti Paesi europei, con un miglioramento anche nell’interscambio commerciale dei veicoli elettrici. Tuttavia, il deficit commerciale nel comparto low-carbon è aumentato del 14% nel 2022, sfiorando il valore di 3 miliardi e 700 milioni (0,32% del PIL). A pesare maggiormente sono state le importazioni di pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in, ma soprattutto di accumulatori agli ioni di litio, che da soli rappresentano il 56% del disavanzo nel settore low-carbon.
Leave a Reply