I rapimenti con richieste di riscatto in criptovaluta sono diventati una minaccia concreta per investitori e operatori del settore. Tra i casi più recenti spicca il rapimento di David Balland, co-fondatore della società francese di criptovalute Ledger e della sua compagna Amandine, avvenuto il 21 gennaio 2025 vicino a Vierzon, in Francia. I sequestratori hanno richiesto un riscatto di 10 milioni di euro in criptovaluta e hanno sottoposto Balland a torture, inclusa la mutilazione di un dito, per esercitare pressione sul pagamento. L’operazione di salvataggio è stata eseguita dalle forze speciali francesi GIGN, che hanno liberato Balland e arrestato dieci sospetti. Parte del riscatto è stata pagata in criptovaluta, ma successivamente congelata grazie alla collaborazione con Tether, emittente della stablecoin USDT.
Un altro caso significativo risale al 2019, quando Anne-Elisabeth Falkevik Hagen, moglie del magnate norvegese Tom Hagen, è stata rapita. I sequestratori hanno richiesto circa 9 milioni di euro in Monero, una criptovaluta nota per l’alto livello di anonimato. Più recentemente, in Malesia, una gang ha sequestrato un cittadino cinese e ha chiesto un riscatto di 1 milione di dollari in criptovaluta. Questi episodi mostrano come i criminali stiano sfruttando le criptovalute per attività illegali, attratti dalla percezione di anonimato e dalla difficoltà di tracciare le transazioni. Tuttavia, come dimostrato nel caso del ransomware a Colonial Pipeline nel 2021, le autorità sono in grado di monitorare e recuperare fondi trasferiti in criptovalute, rendendo meno sicure queste operazioni per i criminali.
Gli esperti del settore consigliano agli investitori di adottare misure di sicurezza avanzate, come custodire i fondi in wallet offline e mantenere riservate le informazioni sui propri patrimoni. L’uso sempre più diffuso delle criptovalute richiede maggiore consapevolezza dei rischi e l’implementazione di strategie per proteggersi da simili minacce.
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