Il razzismo online nel calcio, un problema crescente

Il razzismo online nel calcio è un problema crescente, come riportato originariamente da AP. Dopo il tormento razziale che ha colpito i calciatori dell’Inghilterra dopo Euro 2020, i dati raccolti da Kick It Out, un’organizzazione anti-discriminazione nel calcio, mostrano che il razzismo è la forma di abuso più frequente sui social media. Secondo un report della FIFA, più del 50% dei giocatori partecipanti a due tornei internazionali nel 2021, la Coppa d’Africa e il Campionato Europeo, hanno ricevuto qualche forma di abuso discriminatorio in più di 400.000 post sui social media. Di questi, più di un terzo erano di natura razzista.

Tuttavia, stanno emergendo strumenti tecnologici che mirano a contrastare questi abusi. GoBubble è un’azienda che utilizza l’IA per filtrare commenti discriminatori. Il suo software, collegato agli account dei giocatori, analizza e filtra parole, immagini e altri tipi di messaggi potenzialmente nocivi. Anche i giganti dei social media stanno cercando di contrastare il problema. Meta, proprietaria di Instagram e Facebook, ha implementato strumenti come “Hidden Words” e “Limits” per filtrare e nascondere commenti e messaggi offensivi.

Le nuove piattaforme e le misure in considerazione

Allo stesso tempo, emergono nuove piattaforme che promuovono un comportamento etico online. Striver e PixStory stanno attirando l’attenzione di squadre e atleti di alto livello. L’Arsenal, la Juventus e il Paris Saint-Germain femminile stanno collaborando con PixStory, piattaforma che classifica gli utenti in base all’integrità dei loro post e mira a creare un “social pulito”. In termini legislativi, sono in corso interventi significativi. L’Unione Europea ha raggiunto un accordo sulla Digital Services Act, che costringerà le grandi aziende tecnologiche a proteggere meglio gli utenti europei da contenuti online dannosi. Inoltre, il governo britannico ha proposto l’Online Safety Bill, con possibili multe che arrivano fino al 10% del fatturato globale annuo delle piattaforme.

Contemporaneamente, stiamo assistendo a un aumento della responsabilità legale per gli autori di abusi razziali online. A marzo, una sentenza ha bandito un uomo da tutti gli stadi di calcio in Gran Bretagna per tre anni, dopo aver abusato dell’attaccante inglese Ivan Toney. Questa sentenza storica segna un importante passo avanti nel contrasto al razzismo online nel calcio.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.