Secondo i dati condivisi da Inside Climate News, circa il 15% degli acquisti effettuati durante le festività negli Stati Uniti viene restituito. Questo genera un incremento significativo delle emissioni di carbonio dovuto al trasporto e alla lavorazione dei resi. Nonostante gli sforzi di molte aziende nel ridurre le emissioni prima che un prodotto raggiunga il consumatore, l’impatto ambientale della cosiddetta “catena di fornitura inversa” resta poco chiaro, poiché mancano informazioni dettagliate su percorsi, trasporti e quantità dei resi online.
Lo studio
Uno studio del 2023 ha rilevato che i resi generano oltre 15 milioni di tonnellate metriche di emissioni di carbonio all’anno negli Stati Uniti, un valore comparabile alle emissioni prodotte in un anno da circa 3,5 milioni di automobili a benzina. Un rapporto della National Retail Federation prevede che nel 2024 i consumatori statunitensi restituiranno prodotti per un valore di circa 890 miliardi di dollari.
In molti casi, le aziende preferiscono eliminare l’articolo invece di tentare la rivendita, favorendo in questo modo lo smaltimento in discarica con la conseguenza di un incremento della quantità di rifiuti prodotti durante il periodo festivo. Negli Stati Uniti, dicembre è il mese con il maggior volume di rifiuti generati. Gli esperti sottolineano la necessità di migliorare la raccolta dei dati sui resi, la trasparenza nelle descrizioni dei prodotti e l’utilizzo di liste dei desideri dettagliate per ridurre gli acquisti superflui e il conseguente impatto ambientale. In alternativa, alcuni studi segnalano un maggior ricorso a esperienze anziché a prodotti, con l’obiettivo di limitare l’eccesso di consumi.
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