Da quando poco meno di un anno fa, Mark Zuckerberg ha presentato al Facebook Connect 2021 la propria idea di metaverso, l’argomento è diventato un vero e proprio trend. Lo è ancora a distanza di un anno e sono sorti i primi problemi. C’è chi ha denunciato le prime molestie sessuali e infine, realtà come CybergON, hanno rivelato le prime tre categorie di rischi nel metaverso.
Il furto di informazioni
Così come nel mondo reale o sui social, anche nel luogo virtuale si possono verificare furti di informazioni. Questo può avvenire attraverso la condivisione anche inconsapevole di informazioni sensibili. Una volta ottenute i cyber criminali possono sentirsi al sicuro una volta sottratti questi dati. Il furto mette a rischio gli asset degli utenti anche nella vita reale. Come per i social network, è bene essere gelosi delle proprie informazioni personali e condividere il meno possibile dati che potrebbero attrarre malintenzionati.
La personificazione è una dei tre maggiori rischi nel metaverso
Le informazioni sensibili potrebbero permettere ai malintenzionati di impersonare terze parti per ottenere maggiori informazioni personali attraverso l’inganno o con tecniche di ingegneria sociale. Tali escamotage sono utilizzati già da diverso tempo e mantenere sempre un certo grado di allerta, non è mai male.
Furto di identità
Nel caso in cui si fosse vittima di furto di identità, il criminale potrebbe essere libero di compiere azioni per conto della vittima, che ne risponderebbe nella vita reale.
Come avvengono gli attacchi nel metaverso
Nel metaverso avvengono attacchi denominati Man in The Room, un’evoluzione del Man in the Middle. La tecnica prevede la creazione di avatar malevoli che si inseriscono in conversazioni e riunioni virtuali. L’obiettivo è di sottrarre informazioni sensibili e personali. Anche il phishing potrebbe evolversi, attraverso il coinvolgimento e l’aumento dell’interattività tra i partecipanti, che potrebbe far diminuire il livello di guardia degli utenti.
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