Tonnellate di pellicole e romanzi di fantascienza prodotti negli anni ’80 e ’90, hanno fatto crescere generazioni di visionari che si sono lasciati ispirare da quelle tecnologie futuristiche (per l’epoca…) per poi realizzarle qualche anno più avanti. Forse è un po’ quello che è successo e sta succedendo per il metaverso. Un termine coniato, come riporta Wikipedia, da Neal Stephenson in Snow Crash, un romanzo del 1992, in cui gli avatar possono interagire in una realtà virtuale su Internet.
Horizon Workrooms, il primo indizio di metaverso di Meta
Se vi ricorda qualcosa, probabilmente avete mosso qualche passo (virtuale) in Second Life, oppure avete letto il più recente Ready Player One di Ernest Cline o visto l’omonimo film, diretto da Steven Spielberg. La parola metaverso è tornata sulla bocca di tutti da quando nell’estate del 2021, Mark Zuckerberg nel corso di una conferenza stampa ha annunciato che gli sforzi di Facebook verteranno in tal senso. Uno dei primi passi verso il metaverso, è Horizon Workrooms. Con il supporto di Oculus, brand sempre del gruppo Facebook che sviluppa visori per la realtà virtuale indossabili sul viso, Workrooms reimmagina la collaborazione in remoto tra colleghi.
In questo modo si potrà avere la sensazione di essere nello stesso spazio, pur lavorando in remoto. Per quanto il concetto possa in realtà apparire semplice, ci sono diversi elementi in gioco. Workrooms infatti riunisce su Quest 2 alcune nuove tecnologie, come il monitoraggio del movimento delle mani, lo streaming di desktop remoto, audio spaziale, gli avatar “espressivi”, il monitoraggio della tastiera… insomma, anche se sembra o può sembrare un gioco, gli investimenti sono considerevoli da parte di Facebook. Sebbene nell’immaginario collettivo possa ricordare applicazioni videoludiche come in Ready Player One, in realtà si può sfruttare anche (o principalmente) per il lavoro. Specie dopo il cambiamento che ha subito in seguito alla pandemia con lo smart working. Secondo quanto riferito dalla stessa Facebook, al suo interno si sta già utilizzando Workrooms per le riunioni. Può iscriversi, nel mentre, anche chi abita in Italia.
Facebook diventa Meta
Se prima c’era qualche eloquente indizio che Facebook aveva già progetti per il metaverso, ora è abbastanza palese. Dopo qualche rumors sul finire di ottobre 2021, il 28 dello stesso mese Mark Zuckerberg ha annunciato una mossa che prima di lui aveva già intrapreso Google, ovvero cambiare nome della compagnia. Così come Big G ha rinominato la compagnia in Alphabet, che diventava così “madre” di tutte le altre realtà e servizi, tra cui ovviamente Google, anche Zuckerberg ha rinominato la compagnia in “Meta“, per non lasciar spazio a nessun dubbio. La questione metaverso è diventata sempre più tangibile nelle intenzioni del CEO. Sul sito ufficiale ci sono tutte le informazioni a riguardo, segno che il futuro verterà in questa direzione e Mark Zuckerberg ha l’ambizione di stravolgere, ancora una volta, il modo di comunicare.
L’obiettivo della compagnia è quello di non essere solamente una raccolta di piattaforme di social media o messaggistica, come ad esempio Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, ma una raccolta di strumenti e servizi che confluiscano nel metaverso (in cui Facebook sarà sempre e comunque al centro), una nuova esperienza di Internet in cui l’utente potrà avere la sensazione di immergersi o navigarci anche attraverso la realtà aumentata.
Un cambio di nome che capita a fagiuolo, se si vuole pensare male, in seguito alle recenti controversie che hanno investito Facebook e Instagram. Ma l’imprenditore statunitense non risparmia una frecciatina agli avversari, con un eloquente: “Non costruiamo servizi per fare soldi; guadagniamo per costruire servizi migliori”.
Il metaverso secondo Zuckerberg
Nella Founder’s Letter del 2021, il CEO di Meta illustra il suo piano e il suo programma per segnare il percorso che confluirà nel suo colossale progetto. La sua idea non è quella di far trascorrere più tempo davanti ad uno schermo, ma ottimizzare la presenza online. Ma si contraddice quando spiega che con questo servizio, in cui le persone saranno proiettate in vari luoghi tramite ologrammi, ridurrà l’impronta di carbonio, perché non sarà più necessario fare i pendolari per recarsi in ufficio, ma collegarsi alle nuove realtà virtuali. Inoltre non sarà la società a creare la piattaforma, ma assolderà e formerà un esercito di creator e sviluppatori per plasmarla e modellarla con il contributo di persone adeguatamente formate.
La speranza di Meta è che entro il prossimo decennio, possa raggiungere un miliardo di persone e faccia girare centinaia di miliardi di dollari di commercio digitale, supporti posti di lavoro per milioni di creatori e sviluppatori. “Un progetto ambiziosetto” direbbe Bud Spencer, ma nelle corde di Meta.
Non solo Facebook, anche… BMW.
L’ultima notizia dal metaverso arriva da… BMW. Secondo quanto riportato da The Verge, BMW ha annunciato JOYTOPIA, il proprio metaverso presentato prima dell’ IAA Mobility international motor show 2021, che ha avuto luogo in Germania. BMW poco tempo dopo ha mostrato le potenzialità del proprio spazio virtuale… con un concerto dei Coldplay. I quali per altro, hanno inciso una canzone proprio per l’occasione. Si potrà accedere su JOYTOPIA gratuitamente dal sito https://www.joytopia.com/, senza registrarsi o lasciare dati. In questo modo chi non potrà accedere fisicamente all’IAA di Monaco, potrà parteciparvi dal mondo virtuale di BMW.
Dalle prime sensazioni JOYTOPIA sembra psichedelico abbastanza, con queste colorazioni alla Ready Player One o tipo il video “Let’s love“ sulle note di David Guetta e Sia. Certo è che il mondo immaginato da Ernest Cline, Neal Stephenson e visto in innumerevoli opere di fantascienza, non sembra poi così distante, o futuristico.
Arriva anche Microsoft e… Nike
Mentre l’effetto domino è iniziato e nessuno vuole rimanere indietro, nei giorni scorsi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, Microsoft ha annunciato che si muoverà nella stessa direzione di Meta, annunciando il potenziamento di Teams, che non sarà per niente diverso da Horizon Workrooms. Intanto Nike ha registrato una serie di brevetti per vendere NFT e presumibilmente oggetti per il metaverso. O i metaversi.
Al CES del 2023 è stato inoltre presentato ROYBIVERSE, una piattaforma di edutainment adatto a tutte le età, dagli alunni dell’asilo fino agli universitari.
MACCIOVERSE
Nel settembre del 2022 il metaverso diventa sempre più popolare in Italia anche grazie alla creatività del comico Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, che ha realizzato una serie la cui anteprima è stata proiettata in un cinema virtuale nel metaverso, chiamata MACCIOVERSE. Il primo episodio, trasmesso domenica 25 settembre 2022, con i suoi 110.000 utenti connessi, 438.000 fruitori tra Twitch, Discord e Instagram e 440.000 impression complessive, è stato l’evento nel metaverso più visto in Europa nel 2022.
Il metaverso parla italiano
Chora Media e Meta nel corso della primavera hanno messo a disposizione per gli utenti italiani un podcast tutto dedicato al metaverso. Dal titolo “Conversazioni sul Metaverso“, il podcast ospita gli esperti di Meta che parlano degli sviluppi e delle opportunità che il mondo virtuale potrà portare in un prossimo futuro. Sempre per l’Italia, nella primavera del 2023 l’azienda di Zuckerberg ha illustrato perché il futuro di Internet in Italia potrebbe valere quasi 52 miliardi di euro.
I visori per il metaverso
Il metaverso dunque secondo alcuni è già un flop, secondo altri non ha ancora spiccato il volo, tuttavia le tecnologie per accedervi sono ancora acerbe. Ma non per molto. Se Meta da un lato ha lanciato Quest 3, nel 2023 Apple ha fatto sognare ad occhi aperti con il costosissimo Apple Vision Pro, che solo in pochi hanno potuto toccare con mano e saggiarne qualche gustosa anticipazione. Non sono moltissimi i visori popolari e più o meno accessibili al pubblico consumer, ma ne abbiamo selezionato qualcuno tra i più interessanti.
I rischi
Non possono mancare anche i rischi. Come Internet ha il suo Dark e Deep Web, esiste anche il DarkVerse. Per ora niente di concreto, ma si immagina quali disagi potrebbe apportare. Come un’evoluzione sempre più dannosa del phishing e del ruolo che avranno gli NFT e l’Intelligenza Artificiale. Oltre al phishing, preoccupano anche quelli che potrebbero essere i furti di identità e i furti di informazioni. Ma per ora sono preoccupazioni che mettono all’opera gli esperti di sicurezza informatica, al fine di trovare e inventare soluzioni per problemi che ancora non sono sotto gli occhi di tutti.
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