Fine accesso gratuito a Twitter API: rischio per ricerca sociale

La decisione di Twitter di terminare l’accesso gratuito alla sua interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) ha creato molte difficoltà nella comunità accademica. Secondo quanto rivelato da Nature, gli studiosi dipendono da questi dati per condurre ricerche sui social media, compresa l’indagine su importanti questioni sociali come la polarizzazione politica, le fake news e l’estremismo online. Tutti fenomeni che da quando Elon Musk è subentrato nel social dei cinguettii, sono peggiorati.

L’accesso gratuito all’API di Twitter è stato determinante nell’ascesa degli approcci computazionali per lo studio dei social media, ma il recente annuncio della fine dell’accesso gratuito ha mandato in tilt il campo. La decisione, avvenuta nel bel mezzo dei soccorsi in Turchia e Siria in seguito al terremoto del 6 febbraio, ha creato ulteriori problemi per la raccolta di dati in tempo reale e la generazione di mappe cruciali per dirigere la risposta.

La fine dell’accesso gratuito avrà un impatto negativo sui progetti di ricerca in corso da oltre un decennio, affermano gli esperti. Twitter afferma che offrirà prezzi a più livelli, con la versione più economica che costerà 100 dollari al mese per l’accesso economico, ma non ha specificato cosa comporterà. La decisione potrebbe causare ulteriori difficoltà relative ai dati e l’impatto negativo sarà maggiore per studenti e ricercatori provenienti da paesi a basso reddito.

La situazione ha evidenziato la dipendenza della comunità accademica da Twitter per la raccolta dei dati. La decisione di terminare l’accesso gratuito ha riacceso dei dubbi sulla dipendenza di Twitter nella ricerca. Gli studiosi ora si trovano ad affrontare la necessità di ripensare l’approccio alla raccolta dei dati e di esplorare altre piattaforme di social media per la loro ricerca.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.