Sarà una giuria californiana, nella settimana del 24 novembre 2025, a esaminare per la prima volta un’accusa che potrebbe segnare un precedente importante: i principali social network, come Facebook, TikTok, Instagram, YouTube e Snapchat, sarebbero stati progettati per sfruttare consapevolmente la vulnerabilità psicologica di adolescenti e giovani adulti, spesso sfociati in dipendenza comportamentale e a causare problemi di salute mentale.
Il caso sarà il primo a mettere alla prova in aula le accuse secondo cui Facebook, Instagram, TikTok e altre piattaforme avrebbero deliberatamente progettato i loro servizi per generare dipendenza nei giovani, causando danni alla salute mentale. Decine di famiglie puntano a stabilire la responsabilità delle big tech in casi di depressione, ansia e persino suicidio.
Il primo processo sulla “dipendenza da social media” partirà a novembre
Il procedimento si svolgerà in tribunale statale, ma è solo il primo tassello di un mosaico ben più ampio. Oltre 1.800 cause simili sono attualmente consolidate presso il tribunale federale della California del Nord, sotto la supervisione della giudice Yvonne Gonzalez Rogers, nell’ambito di una multidistrict litigation (MDL). In parallelo, numerosi procedimenti restano attivi anche in altre corti statali.
Accuse gravi: progettazione intenzionale della dipendenza
Al centro delle accuse, c’è l’uso di algoritmi progettati per massimizzare l’engagement, anche a scapito della salute mentale degli utenti. Le famiglie coinvolte denunciano che piattaforme come quelle di Meta e Google avrebbero dato priorità alla crescita del tempo trascorso online, ignorando gli effetti collaterali documentati: ansia, depressione, disturbi alimentari, fino a pensieri suicidari. In alcuni casi, i genitori hanno intentato cause per morte ingiusta, dopo che i propri figli si sono tolti la vita. Secondo le denunce, i responsabili delle piattaforme erano consapevoli dei rischi, ma non sono intervenuti per correggere le dinamiche tossiche indotte dalle loro interfacce e dai meccanismi di notifica e ricompensa.
Le tappe del calendario legale
Dopo la giuria californiana di novembre, altri due processi statali sono già in calendario: il 9 marzo 2026 e l’11 maggio 2026. Intanto, nel sistema federale prosegue la selezione dei casi pilota: un gruppo di 11 cause è stato individuato come bellwether pool, destinato a fare da campione per testare le strategie legali e raccogliere reazioni preliminari da parte di giurie.
Queste 11 cause includono sei ricorsi da parte di distretti scolastici – che chiedono il rimborso per i costi affrontati nel contrasto alla dipendenza da social – e cinque denunce individuali per danni personali. Nessuna delle sentenze previste sarà formalmente vincolante per gli altri procedimenti, ma potrebbero influenzare pesantemente strategie di negoziazione e ipotesi di risarcimento collettivo.
Coordinamento tra tribunali e attese per il 2026
Il primo processo federale dovrebbe svolgersi nel corso del 2026, ma la data non è ancora stata stabilita.
Nel frattempo, l’attenzione resta puntata sul processo di novembre: potrebbe rappresentare una svolta giuridica nel tentativo di attribuire alle piattaforme social una parte di responsabilità nella crisi di salute mentale che colpisce le nuove generazioni.








































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