Il Garante per la protezione dei dati personali ha concluso l’istruttoria su OpenAI con una multa di 15 milioni di euro. Il provvedimento riguarda violazioni della normativa italiana sulla privacy e pone un ulteriore tassello nel dibattito sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale.
Le violazioni riscontrate
L’Autorità ha contestato a OpenAI il trattamento dei dati personali senza una base giuridica adeguata. Inoltre, la società non ha fornito informazioni chiare e trasparenti sull’uso dei dati raccolti. Un altro elemento critico è stato l’assenza di un sistema di verifica efficace per impedire l’accesso a utenti di età inferiore ai 13 anni, esponendoli a contenuti potenzialmente inappropriati.
Provvedimenti aggiuntivi
Oltre alla sanzione economica, il Garante ha imposto a OpenAI di avviare una campagna informativa di sei mesi. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico italiano sul funzionamento di ChatGPT e sulle modalità di raccolta e trattamento dei dati personali. La campagna dovrà essere diffusa su radio, televisione, giornali e Internet.
La reazione di OpenAI
OpenAI ha dichiarato l’intenzione di presentare ricorso, giudicando la multa sproporzionata rispetto ai ricavi generati in Italia nel periodo esaminato. La società ha ribadito il proprio impegno a collaborare con le autorità per sviluppare tecnologie rispettose dei diritti alla privacy.
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